Dallas Buyers Club : la conferenza stampa a Roma

Partenza ingiustamente fiacca, al box office italiano, per il primo weekend di programmazione di Dallas Buyers Club, che guadagna il nono posto incassando 417 mila euro con una media di circa 2.800 euro in 147 sale. L’intenso film drammatico, diretto da Jean-Marc Vallée e interpretato da uno smunto ma formidabile Matthew McConaughey, è stato candidato a 6 Premi Oscar (tra cui Miglior Film e Miglior Attore Protagonista) e racconta la storia vera di Ron Woodroof, rude e omofobo texano che, nel 1985, contrae il virus dell’HIV. Allora, la malattia rappresentava un misterioso spauracchio, tanto che i medici gli danno non più di un mese di vita; lui, però, non si arrenderà e cercherà con ogni mezzo di procurare per sé e per chi, come lui, ne ha bisogno le doverose e appropriate cure mediche.
Dallas Buyers Club è stato presentato a Roma in conferenza stampa da Matthew McConaughey in carne e ossa. L’attore – spiritoso, loquace e carismatico – di nuovo in forma smagliante dopo lo stress a cui il suo fisico è stato sottoposto prima delle riprese del film; McConaughey, infatti, per entrare nei panni di Ron Woodroof , ha dovuto perdere ben 23 kili.
In coda all’articolo, potrete guardare in esclusiva il video integrale e una fotogallery dell’evento.

“Lo scoglio più grande è stato senz’altro riuscire a realizzare Dallas Buyers Club – ha raccontato Matthew McConaughey alla stampa romana – La sceneggiatura ci ha messo una ventina d’anni a diventare un film, è stata rifiutata ben 137 volte! I fondi continuavano a mancare, nessuno voleva sposare questo progetto… ma quando io l’ho ricevuta cinque anni fa, la prima cosa che ho pensato dopo averla letta, è stata: ‘questa sceneggiatura ha le zanne, e io sono stato azzannato’. Avevo assolutamente intenzione di realizzarla, nonostante i contrattempi. Ma il progetto continuava a slittare; l’anno in cui siamo riusciti a realizzare il film, son venuti a mancare i soldi cinque settimane prima dell’inizio delle riprese, e io avevo già perso circa 20 kili! Io e il regista, comunque, non abbiamo mollato, e la nostra risolutezza ha costituito la spinta decisiva verso la realizzazione del film. E’ avvenuto un piccolo miracolo, siamo riusciti a trovare dei finanziamenti e, alla fine, ce l’abbiamo fatta!
Degli attori co-protagonisti, conoscevo già Jennifer Garner ma non Jared Leto. Soltanto il giorno dopo aver finito le riprese sono andato da lui e gli ho detto: “Piacere, sono Matthew!” E lui: “Piacere, Jared!” Prima di quel momento, tutti i giorni, a lavoro, io incontravo Rayon e lui Ron Woodroof, ma non avevamo tempo né voglia di conoscerci meglio.
Per quanto riguarda il mio ruolo, la sfida più impegnativa è stata esprimere la grande rabbia che Ron Woodroof serba dentro di sé. Lui si scontra con tutta una serie di opposizioni e io dovevo riuscire a mostrare tutta una serie di variazioni sul tema della rabbia rispetto ai vari elementi che gli si presentavano. A proposito della perdita di peso, sono stato seguito da un medico e mi sono dato quattro mesi di tempo per perdere 23 kili. Per riuscirci ho vissuto da eremita, ma clinicamente ero molto consapevole. La cosa sorprendente è stata che, quanto più perdevo potenza dal collo in giù, tanta ne guadagnavo dal collo in su. Avevo bisogno di meno ore di sonno, mi svegliavo tutte le mattine alle 4… Questo rispecchia anche quello che è successo a Woodroof: mano a mano che il suo corpo rinsecchiva, la sua mente e il suo desiderio di vivere prosperavano. Perciò, la perdita di peso è stata quasi sublimata nella mia mente. Inoltre, credo che il fatto che io abbia perso tutto quel peso può aver rappresentato, prima che la gente vedesse il film, uno shock. Tuttavia, nel momento in cui il pubblico va al cinema, capisce subito che non è il film con Matthew McConaughey deperito, ma che si parla di Ron Woodroof! Durante la visione del film, io seguivo a mia volta il personaggio. Certo, sapevo di essere io, e mi sembravo un rettile. Però, quasi subito, mi sono perso nella sua storia. Da Ron ho imparato che ‘chi fa da sé, fa per tre’. Nel 1986, l’HIV era una patologia che i medici non avevano idea di come diavolo curare e trovare una cura non era neanche in cima alla lista delle priorità. L’argomento, inoltre, era tabù. Era una vergogna essere affetti da questa malattia. Oggi non è più così: questo film, quindi, è importante anche per le giovani generazioni, che non hanno idea di cosa sia successo all’epoca e di come l’HIV venisse affrontata in America. È stato Ron Woodroof che ha fatto sentire la sua voce e risvegliato la situazione, dimostrando che le cure alternative potevano funzionare”.

Ron Woodroof (Matthew McConaughey) apprende dai medici di aver contratto il virus dell'HIV.

Ron Woodroof (Matthew McConaughey) apprende dai medici di aver contratto il virus dell’HIV.

A proposito dell’esperienza con Martin Scorsese sul set di The Wolf of Wall Street, Matthew ha condiviso dei piacevoli ricordi: “Quando ho scoperto che Martin Scorsese voleva incontrarmi, mi sono ricordato che da ragazzo, alla scuola di cinema, a lezione studiavo proprio i suoi film! Ed eccomi, vent’anni dopo, che mi dirigo verso casa sua, nel suo appartamento! Dopo il nostro primo incontro, mi è stato offerto questo piccolo ruolo, che è un po’ come un fulmine. Mi sono preparato molto, ho improvvisato… dopodiché ho mostrato a Scorsese come avevo pensato di interpretare il personaggio e a lui è subito piaciuto. Ci capivamo al volo. Abbiamo girato la scena in una mattina e devo dire che è stato estremamente divertente”.

L’evoluzione artistica di Matthew McConaughey negli ultimi anni è una piacevole sorpresa per il suo pubblico. Sul cambiamento della sua identità professionale, l’attore ha dichiarato: “Circa quattro anni fa, ero arrivato a un punto della mia carriera in cui ero soddisfatto di ciò che facevo, però sentivo di volere qualcosa di più. Ho deciso, quindi, di ricalibrare il mio rapporto con il lavoro e dare una scossa alla mia carriera. L’offerta che sognavo di ricevere era per un ruolo che rappresentasse per me una sfida, che mi spaventasse e mi facesse sentir mancare il terreno sotto i piedi. Ho cominciato a dire no a molte proposte: film d’azione, commedie romantiche… Mia moglie mi ha avvisato: “Vedrai che a un certo punto il filone ti esaurirà e non ti offriranno più nulla”. In effetti è andata così, ma mi sono detto che avevo abbastanza soldi per poter pagare l’affitto e mettere il cibo in tavola, quindi mi son potuto permettere questo lusso. Nel frattempo, è nato il mio primo figlio e, avendo molto tempo a disposizione, ho potuto dedicarmi a lui e fare il neo-papà! Insomma, dopo circa un anno, sono diventato una specie di buona idea, un possibile interprete a cui pensare per registi come Friedkin, per Killer Joe, o Soderbergh, per Magic Mike. Potevo essere pensato per ruoli diversi. Così ho chiuso la mia società di produzione musicale e cinematografica e ho deciso che volevo essere soltanto un attore a ingaggio.
Alla mia età, gli uomini cominciano ad avere nuove idee, aspirazioni e aspettative. Ma la cosa più importante resta la famiglia; quanto più un uomo si sente al sicuro a casa, tanto più è in grado di volare alto e allontanarsene”.

Interrogato sul film La Grande Bellezza, McConaughey ha chiosato: “Non ho visto il film, ma ieri sera ho avuto il piacere di conoscere il regista e ci siamo detti una cosa che, abitualmente, nel nostro ambiente non si dice quasi mai: ‘Ciao e ci vediamo agli Oscar!’ “.

Chiara Carnà

CLIP VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA ROMANA DI “DALLAS BUYERS CLUB”:

Se vuoi vedere la nostra intervista esclusiva a Matthew McConaughey clicca qui.

FOTOGALLERY:

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