The Batman, la recensione

I personaggi DC Comics, al cinema, non hanno pace. È come se le miniserie e i reboot che caratterizzano ormai da un quarantennio le testate fumettistiche, sul grande schermo subissero un processo accelerato e Batman ne è il più ecumenico rappresentate. Senza contare la fugace trasferta cinematografica dell’eroe televisivo di Adam West, Batman al cinema è stato già rebootato quattro volte con sei attori differenti. Il (super)eroe che, ad oggi, conta più trasposizioni cinematografiche differenti, ultima delle quali, The Batman, rappresenta l’opportunità per esplorare i primi anni di attività del Crociato di Gotham in maniera decisamente differente da come ha fatto Christopher Nolan con il già ottimo Batman Begins. Se nel primo film con Christian Bale, infatti, si partiva idealmente dall’Anno Zero per attingere fondamentalmente da Anno Uno, The Batman con Robert Pattinson è l’Uomo Pipistrello più giovane (e inesperto) visto fino ad ora al cinema, ma inquadrato nel suo secondo anno di attività come vigilante di Gotham City.

Matt Reeves e il co-sceneggiatore Peter Craig ci mostrano Batman già in stretta collaborazione con il detective James Gordon ad indagare sul caso di uno psicopatico – presto ribattezzato Enigmista – che sta uccidendo alcune illustri personalità di Gotham City disseminando indizi sulla scena del crimine e lasciando veri e propri indovinelli indirizzati a Batman. Mentre il killer agisce implacabile, aleggia sulle più alte cariche della città lo spettro della corruzione e della cosca mafiosa del boss Carmine Falcone che, insieme al suo braccio destro Oz Cobblepot, alias Pinguino, tiene sotto scacco la polizia. Ma quando la famiglia Wayne sembra rientrare nel piano del folle Enigmista, per Batman, anzi per Bruce Wayne, diventa una questione personale.

Come si diceva in apertura, i personaggi DC al cinema non hanno pace, ma la Warner questa volta ha davvero trovato la strada giusta per rendere giustizia al più prestigioso personaggio del loro Olimpo fumettistico. La chiave era sotto gli occhi di tutti e Zack Snyder lo aveva capito già con il suo tentativo di portare al cinema l’old-Batman milleriano: attingere apertamente ai fumetti. Matt Reeves, che di talento ne ha da vendere e lo aveva dimostrato tanto nel suggestivo Cloverfield quanto nei suoi due bellissimi capitoli del Pianeta delle scimmie, ha portato al cinema il Batman che al cinema mancava, il Batman detective (non a caso, sulle pagine dei fumetti è definito il più grande detective del mondo), ma anche il giovane uomo che sta ancora cercando di capire il senso della sua missione da vigilante mascherato: giustiziere rancoroso o fonte d’ispirazione per qualcuno? Reeves prende questi due elementi e vi costruisce attorno un solidissimo thriller vecchia maniera che ha anche dei saldi punti di riferimento in alcune delle più belle e iconiche miniserie a fumetti. Da Batman: Anno Uno al suo sequel putativo Batman: Il lungo Halloween, passando per Batman: Hush e Batman: Anno Zero, nel nuovo film sul Cavaliere Oscuro ci sono puntali e riconoscibili riferimenti che rimangono sì parte fondamentale dell’ossatura della trama, ma non ingabbiano il film in paletti precostruiti dando modo, comunque, agli sceneggiatori Matt Reeves e Peter Craig di dar vita a una storia originale che riesce perfino a sorprendere in più di un’occasione.

In The Batman Bruce Wayne è quasi annullato, schiavo della sua “creatura”, dipendente dalle scorribande notturne in costume come i tossici di Gotham sono dipendenti dal “drop”, la droga che dilaga nell’East End e che sta al centro della fortuna del boss Falcone. Vediamo pochissimo Robert Pattinson senza maschera e in quelle rare occasioni è un ragazzo tenebroso e schivo, palesemente colmo di rabbia e disilluso verso un sistema corrotto e dominato dalle ingiustizie. Quando indossa la maschera, invece, Bruce diventa un simbolo, diventa la paura che si nasconde negli anfratti più bui della città. E il modo in cui l’immagine di Batman viene introdotta dallo sguardo terrorizzato dei criminali, mentre la voice-over di Bruce descrive la sua attività come nel diario di Batman: Anno Uno, è magistrale e suggestiva.

Così come Batman anche gli altri personaggi hanno dei connotati oscuri, come a ricordarci che Gotham City ha il potere di plasmare sulla sua immagine peccaminosa chiunque la abiti. Se Jim Gordon, interpretato da un Jeffrey Wright che guarda giustamente alla magnifica performance di Gary Oldman nei film di Nolan, è l’unico apparentemente senza macchia, gli altri personaggi si muovono costantemente tra luce e ombra. Perfino Alfred Pennyworth, maggiordomo di casa Wayne qui impersonato da Andy Serkis, sembra nascondere importanti segreti, per non parlare di Selina Kyle, ottimamente interpretata da Zoe Kravitz, tormentata dipendente dell’Iceberg Lounge, abile ladra con un passato tutto da scoprire e, per la prima volta al cinema, non inquadrata come ostacolo di Batman ma sua collaboratrice.

Poi, come spesso accade nell’universo DC Comics, i cattivi rubano la scena ai buoni (anche se di buoni qui se ne vedono pochi…) e così avremo un Pinguino, interpretato da un irriconoscibile Colin Farrell, che è proprio il criminale al soldo della mafia che i fumetti ci hanno raccontato, pronto a scalare i vertici del crimine di Gotham, e un Carmine Falcone incredibilmente carismatico e viscido che trova in John Turturro un’incarnazione perfetta. Ma soprattutto abbiamo Enigmista, che Reeves ha costruito ispirandosi al vero Killer dello Zodiaco, in un’inedita caratterizzazione che ne fa un terrorista psicopatico davvero inquietante e implacabile, con rivelazioni sul modus operandi e sul suo movente che, vi assicuro, fanno venire la pelle d’oca. E Paul Dano, nel dargli volto quando non porta la maschera, è eccezionale nella sua lucida follia.

Insomma, The Batman funziona sotto tutti i punti di vista. Di base parliamo di un thriller, di un poliziesco dall’importante durata di tre ore, ma capace di catturare costantemente l’attenzione grazie a una scrittura puntuale che gioca con il progredire delle indagini e i colpi di scena. Non mancano sequenze d’azione, su tutte un inseguimento in automobile diretto benissimo, ricco di invenzioni di regia, e un climax finale con combattimenti corpo a corpo e con arma da fuoco che si focalizzano sul momento di passaggio caratteriale di Batman, della presa di coscienza sulla sua missione.

Ottime le musiche di Michael Giacchino, onnipresenti e perfettamente calzanti con le scene che supportano, fino all’utilizzo intelligente e suggestivo di Something in the Way dei Nirvana.

Matt Reeves porta a segno un successo clamoroso, al di là di qualsiasi risultato il film otterrà al botteghino, perché è riuscito a fare il film di Batman che mancava e di cui avevamo bisogno per una diversa prospettiva sul personaggio, un po’ come tre anni prima aveva fatto Todd Phillips con Joker. Inoltre, la scommessa su Robert Pattinson è ampiamente vinta: guardato inizialmente con sospetto, si è rivelato uno dei migliori e più credibili Batman comparsi sul grande (e piccolo) schermo.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Un film realistico e violento che ci racconta uno dei primi casi importanti del suo protagonista.
  • Il cast è perfetto.
  • Matt Reeves è un bravo regista e da il meglio di se in scene d’azione ricercate e minimali.
  • La colonna sonora.
  • Tre ore potrebbero risultare troppe per chi non è avvezzo al genere.
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Valutazione: 8.5/10 (su un totale di 2 voti)
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The Batman, la recensione, 8.5 out of 10 based on 2 ratings

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