Joker, la recensione
Tutto iniziò con César Romero, il primo attore a interpretare il Joker nella serie tv Batman della ABC. Poi si passò al grande schermo con le incredibili performance di Jack Nicholson, Heath Ledger e Jared Leto. Confronto difficile, da far intimorire qualsiasi attore.
Non Joaquin Phoenix.
In puro stato di grazia, l’attore interpreta il glorioso villain della DC Comics nella pellicola Joker, vincitrice del Leone d’Oro alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia.
La storia è presto detta: Arthur Fleck, aspirante stand up comedian, lavora di giorno come pagliaccio e per il resto del tempo si prende cura della madre inferma. Soffre di disturbi neurologici inaspriti dall’alienazione della società e, nel tentativo di ribellarsi alla sua situazione, una concatenazione di eventi lo trasformano nella mente criminale più pericolosa di Gotham City.
“Non ho preso spunto da nessuna altra interpretazione precedente di Joker” dichiara Phoenix “Avevamo molta libertà, per questo ho tentato di fare qualcosa di unico”. E di certo c’è riuscito.
Oltre ad aver perso svariati chili per la parte, l’attore ha basato gli attacchi di risa isteriche del Joker studiando riprese di persone con disturbo emotivo di origine neurologica noto come “risata patologica”. Una recitazione talmente brillante da risultare immacolata discesa nella follia.
Plauso al regista e co-sceneggiatore Todd Phillips, in grado di mettere in scena una Gotham sporca, violenta, sul baratro della catastrofe. E il Joker sguazza in questa melma di disillusione, rendendola carburante per districarsi dalle catene di una società allo sbando.
La disgregazione di un uomo, quindi, illuminata da una regia e una fotografia in perfetto equilibrio fra crudo realismo ed enfasi fumettistica.
Altro grande interprete è Robert De Niro nei panni del presentatore di un Talk Show idolatrato da Arthur, ruolo “omaggio”, secondo De Niro stesso, al personaggio da lui interpretato in Re per una notte di Scorsese, una delle fonti d’ispirazione del lungometraggio.
Lode, infine, a Hildur Guðnadóttir, violoncellista islandese creatrice della inquieta e bellissima colonna sonora.
In conclusione, Joker è il disturbante, tragico ritratto di un uomo che per tramutare la sua vita in commedia, disintegra sé stesso e danza sopra le macerie.
Michele Cappetta
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