7 donne e un mistero, la recensione

Metti una sontuosa villa liberty sperduta nella campagna, una bufera di neve improvvisa, un uomo misteriosamente trovato morto nella sua camera da letto e sette donne che si ritrovano sotto lo stesso tetto nel momento in cui viene fatta la macabra scoperta. Alessandro Genovesi (Soap opera, 10 giorni senza mamma, Ridatemi mia moglie) firma la regia del suo ottavo lungometraggio dal titolo 7 donne e un mistero, liberamente ispirato al celebre 8 donne e un mistero (2002) di François Ozon. Entrambe le opere fanno riferimento alla celebre pièce teatrale Huit Femmes (1958) di Robert Thomas.

In una villa in stile liberty situata in una località di campagna negli anni Trenta viene trovato il cadavere di Marcello, il marito di Margherita (Margherita Buy), che si trova in casa quando viene fatta la macabra scoperta, insieme alla cameriera Maria (Luisa Ranieri), la madre Rachele (Ornella Vanoni), la figlia maggiore Susanna (Diana Del Bufalo) venuta a far visita ai genitori, la figlia minore Caterina (Benedetta Porcaroli), la sorella Agostina (Sabrina Impacciatore) e Veronica (Micaela Ramazzotti), ex del defunto. Chi è stato ad uccidere Marcello? Sarà stata una di loro?

Non è facile realizzare il remake di un’opera di grande successo come 8 donne e un mistero, e questo Alessandro Genovesi lo sa bene, infatti, la scelta è stata quella di puntare su attrici di grande levatura artistica, in primis Margherita Buy, che in questa interpretazione risulta lontana anni luce da quella di Catherine Deneuve e poi su Luisa Ranieri, reduce dal successo di È stata la mano di Dio, che veste i panni della domestica Maria. Ornella Vanoni che ritorna al cinema dopo la sua ultima partecipazione avvenuta in Ma che bella sorpresa (2015), appare decisamente stralunata in un ruolo che la fa diventare quasi una macchietta, seppur le sue battute e il suo modo di parlare riescono a stappare qualche risata.

L’opera si svolge sempre all’interno della sontuosa villa, rispettando quella che era la trama della pièce teatrale, dove le sette donne sono le protagoniste assolute in questi ottantadue minuti. La sceneggiatura scritta dallo stesso Genovesi insieme a Lisa Nur Sultan, la sceneggiatrice di Sulla mia pelle e Non mentire, punta molto sulle attrici e su una trama fatta di intrighi e misteri come in uno di quei romanzi gialli scritti da Agata Christie. Ma è soprattutto un’opera in cui regnano sovrane Margherita Buy, Luisa Ranieri e Ornella Vanoni, mentre Diana Del Bufalo, Benedetta Porcaroli, Sabrina Impacciatore e Micaela Ramazzotti finiscono con il restare all’ombra di questo trio di attrici. Le differenze tra la versione francese diretta da Ozon nel 2002 e questa, sono soprattutto la scelta di passare da otto a sette attrici, una in meno, smorzando il tono cupo e spostando l’ambientazione dagli anni Cinquanta ai Trenta, rinunciando ai momenti musicali che erano presenti nella versione francese, puntando su un’accurata scenografia curata da Massimiliano Sturiale, sui costumi di Francesca Sartori dai colori accesi e sulle meravigliose acconciature di Alberta Giuliani.

La regia di Alessandro Genovesi si concentra principalmente sulla recitazione di queste sette attrici, ognuna con un curriculum di tutto rispetto, supportate da una sceneggiatura dai toni comici e brillanti, capace di farci passare un’ora e mezza di divertimento e di spensieratezza, costruendo un giallo che, con il passar del tempo, fa tornare tutti i suoi nodi al pettine. Peccato solo per il finale che appare troppo frettoloso senza permetterci di gustarlo come vorremmo.

Giovanna Asia Savino

PRO CONTRO
  • L’opera di Genovesi rispetto a quella di Ozon è fatta di dialoghi brillanti e comici, prendendo le distanze dalla versione francese in cui dominava un tono cupo.
  • Le attrici tutte brave e con una loro identità che sanno benissimo come muoversi sulla scena, ognuna apportando delle modifiche ai personaggi della versione francese.
  • Alcune battute teatrali potevano essere evitate seppur il testo da cui è tratto è un’opera teatrale.
  • Il finale decisamente frettoloso che sembra rovinare l’effetto sorpresa.
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