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Il sol dell’avvenire, la recensione del film di Nanni Moretti
Con grande gioia mi trovo a scrivere questa recensione perché da sempre studiosa e ammiratrice del cinema di Nanni Moretti. Non posso che esprimere soddisfazione dopo aver visto Il sol dell’avvenire, che arriva dopo la parentesi non troppo brillante di Tre piani. Ed è proprio con quest’ultima opera, in uscita nelle sale cinematografiche italiane il 20 aprile, distribuito da 01 Distribution e in attesa di essere presentata in concorso alla 73° edizione del Festival di Cannes, che il regista romano ritorna a lavorare nuovamente con Margherita Buy e con Silvio Orlando, quest’ultimo dopo ben diciassette anni dalla sua ultima collaborazione ne Il caimano (2006).
Il primo giorno della mia vita, la recensione
C’è sempre una possibilità per poter andare avanti nella vita, ma non tutti lo sanno. Bisogna essere in grado di non lasciarsi sopraffare dagli eventi e di non cedere davanti alle difficoltà. I quattro protagonisti (due donne, un uomo e un bambino) de Il primo giorno della mia vita, il quattordicesimo lungometraggio di Paolo Genovese, che esce nelle sale cinematografiche il 26 gennaio, sono degli outsiders, persone che hanno toccato il fondo e hanno deciso di farla finita, scegliendo la strada del suicidio.
Esterno notte, la recensione
Il 16 marzo 1978 veniva rapito a Via Mario Fani a Roma il Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. Un’operazione che fu eseguita da alcuni militanti delle Brigate Rosse, che uccisero cinque uomini della scorta (Raffaele Iozzino, Francesco Zizzi, Oreste Leonardi, Giulio Rivera e Domenico Ricci). Una prigionia durata 55 giorni e conclusasi con l’uccisione di Moro, infatti, il corpo senza vita dell’uomo fu trovato all’interno del bagagliaio di una Renault 4 rossa il 9 maggio in Via Caetani. È da quel tragico avvenimento che ha scosso l’Italia che Marco Bellocchio sceglie, nuovamente, a distanza di quasi vent’anni da Buongiorno notte, di dirigere Esterno notte, presentato a Cannes Première, alla presenza del regista e di una parte del cast artistico.
7 donne e un mistero, la recensione
Metti una sontuosa villa liberty sperduta nella campagna, una bufera di neve improvvisa, un uomo misteriosamente trovato morto nella sua camera da letto e sette donne che si ritrovano sotto lo stesso tetto nel momento in cui viene fatta la macabra scoperta. Alessandro Genovesi (Soap opera, 10 giorni senza mamma, Ridatemi mia moglie) firma la regia del suo ottavo lungometraggio dal titolo 7 donne e un mistero, liberamente ispirato al celebre 8 donne e un mistero (2002) di François Ozon. Entrambe le opere fanno riferimento alla celebre pièce teatrale Huit Femmes (1958) di Robert Thomas.
Tutti per 1 – 1 per tutti: il regista e il cast raccontano la lavorazione del film
La sera di Natale è stato trasmesso in prima assoluta su SkyCinema ed è tutt’ora disponibile on demand su NOW Tv Tutti per 1 – 1 per tutti, il sequel de I Moschettieri del Re – La penultima missione, che nel 2018 portava Giovanni Veronesi a confrontarsi con il cappa e spada (ma dal sapore comedy) derivato dal capolavoro letterario di Alexandre Dumas. Veronesi torna dietro la macchina da presa e dirige Pierfrancesco Favino, Rocco Papaleo e Valerio Mastandrea di nuovo nei ruoli di D’Artagnan, Atos e Portos, a cui si aggiungono Margherita Buy, Giulia Michelini, Federico Ielapi, Sara Ciocca e Giulio Scarpati, che abbiamo incontrato in conferenza stampa.
Moschettieri del Re – La penultima missione, la recensione
Nella Francia del 1600, la Regina Anna teme che il viscido e perfido Cardinale Mazzarino stia tramando contro la Corona e il proprio Paese. Per garantire la libertà ai perseguitati Ugonotti e aver salva la vita del giovanissimo Luigi XIV, la Regina decide di riunire un’ultima volta i quattro Moschettieri per affidare loro quest’ultima – anzi penultima, stando al titolo – missione. Ma i tempi non sono più quelli di una volta e i quattro Moschettieri del Re sono drasticamente invecchiati. Adesso D’Artagnan è un allevatore di maiali con il ginocchio fragile, Athos è affetto da sifilide e costantemente in lite con le sue due mogli, Aramis per sfuggire ai debiti si è riscoperto abate e Porthos, a causa di problemi con l’alcool, ha la memoria fortemente annebbiata. Nonostante lo scetticismo di partenza, fatta eccezione per il sempre esuberante D’Artagnan, i quattro decidono di accettare l’incarico e difendere ancora una volta il Regno.
Io C’è, la recensione
Massimo Alberti è il proprietario del “Miracolo Italiano”, un lussuoso bed & breakfast ormai caduto in rovina. Troppe tasse e pochi clienti. La crisi economica che ha asfaltato la sua attività, tuttavia, sembra non aver danneggiato minimamente le sue dirimpettaie, un convento di suore che ospita un flusso continuo di turisti in cambio di donazioni spontanee. Naturalmente esentasse. Massimo, all’improvviso, ha la soluzione a tutti i suoi problemi: per far sopravvivere il “Miracolo Italiano” deve trasformarlo in un luogo di culto. Non potendo però contare sull’appoggio di nessun credo esistente, Massimo fonda una nuova religione. Nasce lo Ionismo, la prima fede al mondo che pone al centro dell’universo l’IO nonché la prima religione nata con lo scopo indiscusso di assolvere da tasse e contributi statali. Nel suo folle piano, Massimo sarà spalleggiato dalla sorella Adriana, integerrima commercialista, e da Marco Cilio, uno scrittore che ama scrivere libri destinati a non essere letti.
Arriva in DVD La vita possibile, il nuovo film di Ivano De Matteo
Quinto lungometraggio per il regista romano Ivano De Matteo che, dopo La bella gente, Gli equilibristi e I nostri ragazzi, torna a parlarci di una famiglia italiana contemporanea o, per meglio dire, delle disfunzioni sociali insite proprio all’interno dell’istituzione familiare. Partendo da una coppia che “scoppia”, De Matteo ci racconta l’ardua lotta di una donna di mezza età che, assieme a suo figlio, cerca di ricominciare una nuova vita all’interno di una società allo sbando e preda di una burocrazia anomala, piena di falle e contraddizioni.
Grazie a Teodora Film e ai canali distributivi di CG Entertainment, arriva sul mercato dell’home video La vita possibile.
Come diventare grandi nonostante i genitori, la recensione
Come diventare grandi nonostante i genitori è la nuova commedia diretta da Luca Lucini e prodotta da Walt Disney Italia, nelle sale dal 24 novembre.
Il momento nel quale viene indetto un concorso scolastico per gruppi musicali, coincide (sfortunatamente) con l’arrivo della nuova preside (Margherita Buy) al Melsher Institute, e qui Alex e i suoi amici vorrebbero partecipare al concorso. La preside, però, ostacola i ragazzi nel loro tentativo di partecipazione, pur non potendo comunque impedire che vi si iscrivano. E questo accade contro il parere di tutti, genitori inclusi, che vi si oppongono.
La vita possibile, la recensione
Anna è una donna di mezza età e con un bambino di tredici anni, Valerio. Soprattutto, però, Anna è una moglie che da troppi anni subisce le violenze – verbali e fisiche – di un marito sempre più aggressivo. Un giorno, dopo l’ennesima violenza, Anna decide di scappare da Roma insieme a suo figlio per raggiungere Torino e trasferirsi provvisoriamente a casa di Carla, una cara amica nonché attrice teatrale squattrinata. Pur se tra mille ostacoli, Anna decide di dare un taglio al passato per ricominciare nella nuova città. Le difficoltà più grandi, però, spettano a Valerio che fatica a superare la lontananza dal padre e dagli amici romani. Una nuova vita è possibile per Anna, ma per Valerio?