E’ stata la mano di Dio, la recensione

L’adorazione di Paolo Sorrentino per Maradona ormai è ben nota a tutti, dalle continue citazioni nei suoi film fino ai ringraziamenti nella notte degli Oscar, quando vinse la statuetta per il miglior film straniero grazie a La grande Bellezza. Un legame, quello tra Maradona e la città di Napoli, che va oltre il semplice tifo, e che si intreccia in profondità con la vita del giovane Sorrentino. Citando il regista infatti: “A me Maradona ha salvato la vita“.

È stata la mano di Dio, il nuovo film di Paolo Sorrentino presentato in concorso alla 78ª Mostra del Cinema di Venezia, fin dal titolo non nasconde l’elogio del campione argentino, scomparso il 25 novembre del 2020, citando quello storico gol di mano che gli valse l’appellativo “la mano di Dio”. Il film però non è assolutamente una biografia di Maradona, ma un film che racconta la forza del legame tra la città di Napoli e lo stesso Sorrentino alla figura del più grande calciatore della storia.

È stata la mano di Dio è un film molto autobiografico, in cui Sorrentino racconta una parte importante della sua adolescenza nella sua Napoli degli anni ’80 attraverso l’alter-ego di Fabio Schisa, che tutti chiamano Fabietto, interpretato da un intenso Filippo Scotti. Il film si concentra nella prima parte sulla famiglia di Fabietto, in particolare sui suoi genitori, Saverio (Toni Servillo), divertente e provocatorio con tutti, e Maria (Teresa Saponangelo), con la sua incessante voglia di fare scherzi.

I primi minuti del film possono fare pensare alle classiche atmosfere oniriche del regista napoletano, per poi cambiare totalmente registro e trasformarsi quasi in una commedia: Sorrentino ricrea alla perfezione l’atmosfera di quelle riunioni familiari estive tra parenti, tra battute pungenti, suocere brusche e nonni delusi dal mondo che minacciano di uccidersi se Maradona non verrà al Napoli.

Dopo una prima parte in cui quella di Fabietto sembra essere una famiglia perfetta, si scoprono all’improvviso dei celati scheletri nell’armadio, che portano il film verso un tono più drammatico, fino all’evento che sconvolgerà la vita di Fabietto e della sua famiglia, un evento tragico che fa parte della biografia dello stesso Sorrentino, salvato dalla “mano di Dio” e dal Napoli di Maradona.

Il film, infatti, alterna momenti caratterizzati da montaggi frenetici e fiumi di battute, ad altri sospesi, in un continuo alternarsi di toni tra commedia e dramma, il tutto con la maestria e la consapevolezza del grande regista e con una attenzione particolare riservata alla città di Napoli, ritratta in tutta la sua bellezza e unicità.

Fabietto è un giovane di chiara inclinazione letteraria, studia al liceo classico e risponde spesso ai parenti citando opere di cui loro (tranne il padre) spesso ignorano l’esistenza. Un ragazzo timido, pieno di incertezze e dubbi, ma che nel corso del film affronterà un percorso di crescita, un altro dei temi principali dell’opera.

Nel film oltre a Maradona compare anche un altro idolo di Sorrentino, la cui influenza nel suo cinema è evidente: Federico Fellini, il creatore di sogni a cui la realtà non bastava più. Fabietto, infatti, sente sue le parole del regista italiano, e attraverso alcuni incontri importanti, tra cui quello col regista napoletano Antonio Capuano, arriverà a quella consapevolezza di sé che a lungo ha cercato e a quel desiderio di fuga dalla realtà, o meglio al desiderio di poterla creare e definire, di fronte all’insoddisfazione costante verso il reale.

Un altro membro della famiglia particolarmente importante è la zia Patrizia (Luisa Ranieri), considerata pazza dal resto della famiglia, ma che sembra avere qualcosa in comune con il giovane Fabietto. In entrambi, infatti, si cela quel desiderio di andare oltre ciò che appare, oltre il reale, e credere in un mondo diverso, immaginario, ma non per questo meno autentico, a cui infatti Fabietto sembra credere fin dall’inizio del film.

Maradona, Napoli, il Cinema e Sorrentino: È stata la mano di Dio è un film che parla di loro, di un legame che sembra avere qualcosa di sovrannaturale, baciato dal destino, o meglio da un “monachello”, un’apparizione di buon auspicio che simboleggia il desiderio di Fabio (e di Paolo), alla fine sembra essersi realizzato, tornando a raccontare a modo suo la storia che lo ha portato nel mondo del cinema.

È stata la mano di Dio si è aggiudicato alla Mostra del Cinema di Venezia il Gran Premio della Giuria e il Premio Marcello Mastroianni per Filippo Scotti, inoltre è stato selezionato per rappresentare l’Italia agli Oscar 2022 nella sezione del miglior film internazionale.

Il film uscirà in cinema selezionati il 24 novembre e su Netflix il 15 dicembre 2021.

Mario Monopoli

PRO CONTRO
  • Film molto intimo e personale di uno dei più famosi registi italiani.
  • Bellissimo ritratto della città di Napoli e del suo amore per Maradona.
  • Non pervenuti.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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