Devil’s Knot – Fino a Prova Contraria, la recensione

La sera del 5 maggio 1993, John Byers, patrigno di Christopher Byers, denunciò alla polizia di West Memphis la scomparsa del figlio e degli amichetti Stevie Branch e Michael Moore, tutti di otto anni. Le ricerche condurranno al raccapricciante ritrovamento, nel torrente presso Robin Hood Park, dei loro corpicini straziati, legati con i lacci delle scarpe. Questo triplice assassinio è all’origine della vicenda giudiziaria e mediatica nota come il caso de i Tre di West Memphis; etichetta che allude ai tre presunti assassini: Damien Echols (James Hamrick), Jessie Misskelley (Kristopher Higgins) e Jason Baldwin (Seth Meriwether), accusati di praticare riti satanici e condannati alla pena capitale. Si tratta di tre adolescenti detestati ed emarginati dalla comunità bigotta e provinciale a causa del loro look poco rassicurante e del loro interesse per l’occulto. Le dinamiche del massacro, però, sono più astruse e meno ovvie di quanto la cittadina, ansiosa di immolare alla giustizia il suo capro espiatorio, non vorrebbe… Sarà l’inizio di un vero e proprio calvario giudiziario, fatto di testimonianze incoerenti e prove deboli, tanto per i tre imputati quanto per il detective Ron Lax (Colin Firth), che offre il suo aiuto pro bono agli avvocati della difesa, e per Pam Hobbs (Reese Witherspoon), madre devastata di una delle tre vittime. E’ infatti difficile, per questi ultimi, non accorgersi della sospetta tendenza della polizia ad insabbiare particolari importanti e trascurare, ad esempio, il fatto che il DNA dei tre giovani non sia stato rintracciato nel bosco né sul corpo delle vittime. Questo e altri numerosi dettagli, emersi in seguito, hanno bollato la sentenza, emessa troppo alla leggera, come una delle peggiori macchie sul sistema giudiziario americano degli ultimi vent’anni.

Pam Hobbs (il Premio Oscar Reese Witherspoon) è pronta a tutto pur di scoprire cosa è davvero successo al suo bambino.

Pam Hobbs (il Premio Oscar Reese Witherspoon) è pronta a tutto pur di scoprire cosa è davvero successo al suo bambino.

La scelta del regista Atom Egoyan di dirigere una sceneggiatura adattata, a sua volta, dal libro della giornalista Mara Leveritt, si colloca in coda a una gremita serie di documentari, articoli e programmi televisivi dedicati a I Tre di West Memphis. Egoyan indaga, con piglio alquanto freddo a onor del vero, sulle labili declinazioni della verità, offrendo ben quattro punti di vista: abbiamo, da una parte, la gente di provincia, determinata a espellere il ‘diverso’ e a condannare a cuor leggero in nome di sterili pregiudizi; ci sono, poi, le famiglie dei bambini, rappresentate da Pam Hobbs: una Reese Witherspoon dimessa e incisiva al tempo stesso, che si cimenta nella performance struggente di un personaggio conturbante per la sua disperata forza; i tre sospetti, in primis il glaciale Damien, esprimono con gelida lucidità e rassegnazione le proprie ragioni, pur consapevoli che la comunità e la legge, in cuor loro, li hanno già condannati; infine, il detective Lax, nel doppio ruolo di osservatore e narratore. Quest’ultimo, ha l’aplomb di un Colin Firth elegante ma insolitamente piatto e monocorde, anche a causa della marginalità del suo ruolo nell’economia del racconto. La sua presenza di uomo frustrato dai propri insuccessi personali, determinato a perseguire la giustizia e salvare i tre ragazzi da una sentenza ingiusta, si identifica piuttosto con lo sguardo immobile e riflessivo dello spettatore che, al suo fianco, raccoglie indizi, tenta di ricomporre un enigmatico puzzle e riflette sulle conseguenze di sentimenti negativi come vendetta e moralismo provinciale.

Il detective Ron Lax (Colin Firth) segue in tribunale il processo a I Tre di West Memphis.

Il detective Ron Lax (Colin Firth) segue in tribunale il processo a I Tre di West Memphis.

Devil’s Knot – Fino a Prova Contraria mira senza dubbio proprio a suscitare spunti di riflessione, più che a generare suspance, e a stimolare il senso critico del pubblico attraverso una vicenda esemplare della cecità della giustizia e dell’impersonalità dei sentimenti. Il risultato, tuttavia, sebbene interessante e funzionale nel suo minimalismo registico e narrativo, stenta a coinvolgere ed appassionare. L’estrema lentezza con la quale si dipana la vicenda e l’accavallarsi di domande e di perché rischia spesso, invece di calamitare l’attenzione dello spettatore, di lasciar posto a una placida noia, cullata dalla vana attesa di risposte che non arriveranno. Per quanto riguarda la scrittura dei personaggi, come si è già accennato, l’unica interpretazione degna di nota è quella di Reese Witherspoon, che traspone sullo schermo con notevole intensità drammatica la disperazione di una madre, privata di ogni punto di riferimento e incapace di fidarsi di chiunque, e il suo percorso di crescita interiore, animato da sincera spiritualità e dalla determinazione a reagire al proprio dolore. Segnaliamo anche un piccolo ma sinistro ruolo per la star in ascesa Dane DeHaan, nei panni del misterioso Chris Morgan.

Il ritratto, tracciato da Egoyan, di un mondo inquietante e inconcludente, di fronte al quale non possiamo fare altro che osservare impotenti il perpetrarsi delle ingiustizie, convince dunque solo in parte, lasciando lo spettatore, al termine della proiezione, preda di un vago ma opprimente senso di angoscia e di uno strano languore inappagato.
Devil’s Knot – Fino a Prova Contraria, distribuito da Notorius Pictures, è nelle sale italiane dall’otto maggio.

Chiara Carnà

PRO CONTRO
  • Prodotto ben confezionato.
  • Ottima performance di Reese Witherspoon.
  • Propone senza retorica significativi spunti su cui riflettere.

 

  • La lentezza della sceneggiatura stenta a coinvolgere.
  • Il moltiplicarsi di punti di vista e indizi potrebbe far perdere il filo.

 

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