I Spit on Your Grave, la recensione del remake

La giovane scrittrice Jennifer Hills affitta una casa in campagna per scrivere in tranquillità il suo nuovo romanzo. Il primo contatto con gli abitanti del posto non è dei migliori, visto che dopo il tentativo di abbordaggio da parte di Johnny, l’aitante gestore di una pompa di benzina, viene cacciata via in malo modo. Johnny e i suoi due amici però rimangano colpiti da Jennifer e cominciano a spiarla nella sua intimità, finché una notte, i tre ragazzi, insieme al garzone con problemi mentali Matthew e con la complicità dello sceriffo del posto, si intrufolano in casa di Jennifer e la stuprano a turno per tutta la notte. Lasciata moribonda, la ragazza si abbandona alle acque del fiume, scomparendo nel nulla. Ma Jennifer non è morta ed è pronta a tornare per consumare la sua vendetta.

Nel 1978 vedeva la luce un film destinato a far parlare molto di se, Non violentate Jennifer, uno dei più disturbanti e realistici esponenti del filone rape & revenge. Ricordato ancora oggi come il film con la scena di stupro più efferata e lunga della storia del cinema (circa venti minuti di sevizie ai danni della bravissima attrice Camille Keaton), Non violentate Jennifer con il tempo è diventato un cult nel suo genere e si può affermare come a distanza di oltre 40 anni risulti ancora un film duro e sicuramente adatto solamente a stomaci forti. In tempi di remake selvaggio come quelli in cui viviamo vi pare che sarebbe potuto sfuggire alla logica del rifacimento il piccolo cult diretto da Meir Zarchi? La domanda ovviamente è retorica e così anche Non violentate Jennifer ha avuto il suo bel rifacimento anni 2000, proprio come è accaduto ad altri due celebri esponenti del filone rape & revenge come L’ultima casa a sinistra e Cane di paglia.

I Spit on Your Grave

A differenza dei suddetti titoli, però, il remake di Non violentate Jennifer – che nella versione per il mercato italiano è rimasto con il suggestivo titolo originale I Spit on Your Grave – non è realizzato per un grande Studio, al contrario è un prodotto quasi indipendente proprio come l’opera originale del ’78. Questo vuol dire niente compromessi, niente stelline lanciate dalla tv e maggiore libertà nella storia e nella messa in scena. Non sottovalutiamo questi aspetti perché se nelle versioni recenti di L’ultima casa a sinistra e Straw Dogs non si vedeva neanche una “tettina” e chi sarebbe dovuto morire invece si salvava per offrire lo spettacolo appetibile al più ampio pubblico possibile, in I Spit on Your Grave non si scende a compromessi e si getta agli spettatori uno spettacolo crudo e disturbante quasi quanto l’opera degli anni ’70.

I Spit On Your Grave

Steven R. Monroe, che in passato ha diretto il bruttissimo Devil on the Mountain, il trascurabile House of 9 e una marea di filmetti per la tv, non ha una grande personalità registica ma oltre a firmare la sua opera in assoluto migliore, con I Spit on Your Grave riesce comunque a donare al film un look ruvido molto in sintonia con il tipo di film con il quale si sta cimentando. Ma il lato davvero sorprendente di questa operazione di lifting sta nel fatto che I Spit on Your Grave non risulta un remake inutile come gran parte di quelli che affollano il mercato. Il perché è presto detto. Il film di Meir Zarchi poneva indubbiamente enfasi sul momento dello stupro, la fase “rape”, offrendoci quell’insostenibile lunghissima agonia della Keaton posseduta a turno dai quattro balordi. Il film di Monroe, invece, pone maggiore enfasi sulla vendetta di Jennifer, trasformando centrale per la narrazione la fase “revenge”. Ovviamente in I Spit on Your Grave non manca la violenza sulla donna, lunga e intensa anche in questo caso, ma l’attenzione e la fantasia dello sceneggiatore sono indubbiamente catalizzati sulle atroci morti a cui andranno in contro i cinque stupratori (qui se ne aggiunge uno).

I Spit On Your Grave

Si tratta di vendette chiaramente pensate nell’ottica del torture porn di eco jigsawiana, con incredibili marchingegni di morte che pongono un interessante punto di vista sul mutamento dei tempi. Se una volta, infatti, il massimo poteva essere rappresentato da un’evirazione tra la schiuma da bagno, scena terribile ed efficacissima ma che lasciava all’immaginazione gran parte dell’azione, oggi tra scarnificazioni con la soda caustica, bulbi oculari strappati via, peni recisi con cesoie e fatti ingoiare e penetrazioni anali con un fucile a pompa davvero c’è da impallidire. Ovviamente anche la verosimiglianza della vicenda di base tende a cadere e il tutto si riduce a uno spettacolo dell’orrore che gioca a mostrarsi sempre più sadico, uccisione dopo uccisione, lasciando alla sospensione dell’incredulità il grosso del lavoro. Ma non si può negare che alla fine il giochino funziona ed è largamente preferibile questa variante torture porn a un’attualizzazione fotocopia del già bellissimo film d’origine.

I Spit On Your Grave

Sarah Butler nel ruolo della protagonista funziona abbastanza bene, anche se le manca quella fragilità e quel particolare sex appeal che aveva Camille Keaton. Tra i balordi quello che convince di più è Andrew Howard (Una notte da leoni 2; Limitless), sia per la sua capacità recitativa sia per la scrittura del personaggio, sadico tutore della legge e allo stesso tempo amorevole marito e genitore.

In definitiva, con I Spit on Your Grave ci troviamo di fronte a un bel film e un buon remake, capace di esplorare aspetti differenti in confronto all’originale e sondare i tempi attuali restituendo al mercato del cinema dell’orrore ciò che il pubblico oggi chiede, senza mai cedere alle logiche del mainstream.

Il tasso di violenza ed efferatezze di I Spit on Your Grave è estremamente elevato, dunque se siete particolarmente sensibili a scene di violenza, in particolare sulle donne, evitate la visione.

Seguiranno altri due film, scollegati da questo, che riprendono, oltre al titolo, la tematica della violenza su una donna e la sua conseguente vendetta cruenta.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Un remake ben pensato che sa puntare l’attenzione sui giusti elementi per differenziarsi dall’originale.
  • Le scene di cruenta vendetta sono molto efficaci e disturbanti.
  • Assolutamente sconsigliato se siete facilmente impressionabili.
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