Non violentate Jennifer, la recensione del film shock

Jennifer Hills, una scrittrice in cerca della calma adeguata per scrivere il suo prossimo romanzo, si trasferisce in un’isolata casa in campagna. La ragazza è solita prendere il sole in riva al fiume e aggirarsi in vesti succinte nel giardino di casa sua, ma un giorno viene adocchiata da un gruppo di balordi, che la fanno salire con la forza sul loro motoscafo e la portano in un luogo isolato dove la violentano in quattro. Creduta morta, Jennifer viene abbandonata ma, dopo un periodo di degenza e una visita in chiesa per chiedere assoluzione per ciò che sta per fare, la ragazza cerca vendetta verso i suoi aguzzini. Una vendetta particolarmente cruenta…

Uno dei più famosi rappresentanti del filone Rape & Revenge e film maledetto per eccellenza (vietatissimo per molti anni in numerosi Paesi del mondo tra cui Canada, Nuova Zelanda, Norvegia, Irlanda, Inghilterra), Non violentate Jennifer appare ancora oggi un’esperienza piuttosto disturbante per lo spettatore. Se accostato ad altri film del medesimo filone, Non violentate Jennifer (che in originale ha il titolo ad effetto I Spit on Your Grave) risulta tra i più efferati, vantando una parte centrale, cioè la parte dello stupro ai danni della protagonista, di una lunghezza esasperante (quasi 30 minuti): in questo lungo frangente di tempo la giovane scrittrice viene umiliata, malmenata e stuprata in maniera inimmaginabile, rendendo la visione di durissimo impatto per qualsiasi spettatore.

non violentate jennifer

La parte finale, quella dedicata alla vendetta, appare dunque come una vera e propria liberazione, non solo per la povera Jennifer, con cui si crea un’empatia assoluta, ma anche per chi assiste alla vicenda: si sviluppa un crescendo di violenza chiaramente votato alla legge del contrappasso con una scena di evirazione che non si dimenticherà facilmente.

Il regista di questo film, Meir Zarchi, riesce a rendere nel modo più realistica e disturbante possibile l’intera vicenda, grazie ad un tono semi documentaristico, comunque caratteristico dell’intero filone del Rape & Revenge, accentuato dall’assenza di una colonna sonora (a parte il motivetto suonato all’armonica da uno dei quattro balordi) e da una fotografia naturalistica.

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Il cast è quasi totalmente composto da sconosciuti che vantano nel loro curriculum questa unica prova recitativa, ad eccezione della magnifica Camille Keaton, l’attrice che interpreta Jennifer, che si era già fatta conoscere per ruoli rilevanti soprattutto in pellicole italiane d’inizio anni ’70 come Cosa avete fatto a Solange?, Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale Europea e Il sesso della strega.
In molti, negli anni, hanno tentato di boicottare Non violentate Jennifer facendo appiglio sull’amoralità e sulla presunta misoginia della pellicola, ma è doveroso tenere conto che molti degli elementi “incriminabili” in questo film sono topoi ricorrenti in tutti gli esponenti di questo filone, elementi indispensabili per la delineazione di una struttura di base che, in fin dei conti, è ancorata proprio alla ricerca di una morale.

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Anche l’accusa di misoginia che il film di Zarchi si è visto più volte muovere è altamente criticabile da una mente capace di riflettere, dal momento che le umiliazioni a cui Jennifer è sottoposta trovano una rivincita da parte della vittima nella seconda parte del film e la donna si trasforma in reattiva giustiziera, mostrando perfino il potere che il sesso femminile riesce ad esercitare sugli uomini: in fin dei conti, anche il titolo di lavorazione del film – Day of the Woman – è esplicativo in questo senso. Se poi si considera la buona performance degli attori, con menzione speciale per l’intensa Camille Keaton, e la sapiente direzione di Zarchi, nonché la sensazione di estremo realismo, si può tranquillamente considerare questo film un’opera del tutto riuscita e fondamentale per il genere a cui appartiene. Insomma, dietro uno shock-movie epocale c’è molto, molto di più.

Non violentate Jennifer è sicuramente sconsigliato agli spettatori più impressionabili.

Non violentate Jennifer

Esiste anche un sequel del 1993 diretto da Donald Farmer dal titolo Savage Vengeance con Camille Keaton nel ruolo di Jennifer Hills. Un ulteriore sequel, in cui torna dietro la macchina da presa Meir Zarchi e Camille Keaton riprende il suo ruolo, è I Spit on Your Grave: Deja vu, del 2019; mentre nel 2010 è stato realizzato un remake, conosciuto anche in Italia con il titolo originale I Spit on Your Grave diretto da Steven R. Monroe e interpretato da Sarah Butler, a cui hanno fatto seguito I Spit on Your Grave 2 (2013) e I Spit on Your Grave 3: Vengeance Is Mine (2015).

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Una vicenda molto intesa realizzata con crudo realismo e una grande partecipazione.
  • Camille Keaton è magnifica e il suo ruolo fisicamente ed emotivamente complicatissimo.
  • Se vi piacciono i film efferati, questo va oltre.
  • È molto disturbante, di conseguenza non è un film per tutti.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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