La vita bugiarda degli adulti, recensione della serie Netflix tratta dal romanzo di Elena Ferrante

Elena Ferrante è una scrittrice affermata in tutto il mondo. I suoi romanzi sono letti da milioni di persone e adattati per il grande schermo da registi importanti. Come non ricordare, infatti, Mario Martone che nel 1995 ha diretto L’amore molesto, tratto dal suo omonimo romanzo d’esordio, fino ad arrivare alla quadrilogia televisiva de L’amica geniale, la nota serie diretta da Saverio Costanzo, e La figlia oscura, il film che ha segnato l’esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal, presentato in concorso alla 78ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Ora tocca a La vita bugiarda degli adulti, l’ultimo romanzo della scrittrice partenopea, che è diventato una miniserie in sei episodi diretta da Edoardo De Angelis (Perez, Indivisibili, Il vizio della speranza), disponibile sul catalogo Netflix dal 4 gennaio.

La protagonista è Giovanna, interpretata da un’ottima Giordana Marengo, una ragazza borghese della Napoli bene, cresciuta al Vomero, figlia di una coppia di insegnanti colti e raffinati. Un giorno, quasi per caso, ascolta una conversazione tra i suoi genitori in cui suo padre sembra scorgere una certa somiglianza fisica con la sorella Vittoria (Valeria Golino), una donna con cui ha interrotto qualsiasi tipo di rapporto da anni e che non ha mai visto di buon occhio. Quell’accostamento a una zia mai conosciuta, misteriosa e dal passato complicato, porterà Giovanna a fare la conoscenza della donna che vive in una zona di Napoli abbastanza difficile, Poggioreale e segnerà in modo indelebile il suo passaggio dall’adolescenza all’età adulta.

Napoli è una città perfetta per descrivere le differenze sociali. Lo si vede nei romanzi di Elena Ferrante e quest’ultimo non fa eccezione. La sceneggiatura scritta dalla stessa Ferrante insieme a Laura Paolucci, Edoardo De Angelis e Francesco Piccolo è fedele al romanzo, senza mai fare nessun riferimento al contesto sociale e politico dell’epoca in cui la vicenda è ambientata, siamo nel 1994. Ma è fortemente presente la differenza culturale tra due zone di Napoli, il Rione Alto dove vive Giovanna con i suoi genitori in un bellissimo appartamento e quella di Poggioreale con l’umile casa di zia Vittoria. Due facce di una Napoli misteriosa e completamente diversa da oggi, visto che sono passati quasi trent’anni dalle vicende che vedono protagonista Giovanna Trada.

Non è un caso che la regia dell’opera sia stata affidata a Edoardo De Angelis, un regista che di Napoli se ne è intende e che ha vissuto quegli anni. La Napoli dei quartieri alti (Vomero, Chiaia, Posillipo) passando per quelli bassi (Poggioreale, Quartieri Spagnoli, Pascone) e i centri sociali. La Napoli dei 99 Posse, degli Almamegretta, gruppi musicali che si possono ascoltare nella meravigliosa colonna sonora composta da Enzo Avitabile fino ad arrivare ai Massive Attack e a Peppino Di Capri.

Il ritratto veritiero di una Napoli dei primi anni Novanta visto attraverso gli occhi di una ragazzina che si affaccia con grande innocenza nel mondo spietato degli adulti e lo fa entrando in punta di piedi. L’incontro con zia Vittoria che la conduce in un mondo completamente diverso da quello che lei ha vissuto fino a poco tempo prima, segnando in modo indelebile il suo passaggio da bambina a donna.

Elena Ferrante si è sempre contraddistinta per la sua grande capacità di descrivere l’animo femminile e di sottolineare ogni sottile sfumatura, avendo cura di non tralasciare mai nessun dettaglio. Non possiamo che elogiare l’ottimo cast di attori, in primis l’esordiente Giordana Marengo, che si rivela una Giovanna perfetta, capace di mostrarci le debolezze e la fragilità di una giovane ragazza, e di Alessandro Preziosi e Pina Turco nei panni dei genitori di Giovanna e una sorprendente Valeria Golino. L’attrice partenopea ritorna a lavorare dopo svariati anni nella sua città con un ruolo complesso come quello di Vittoria, frutto di un lavoro minuzioso sullo studio del personaggio e del dialetto napoletano. La sfida è vinta in partenza perché il personaggio di Vittoria le sembra cucito addosso.

La regia calibrata di Edoardo De Angelis ci restituisce con grande credibilità una Napoli dalle mille sfaccettature, capace di immergere lo spettatore nella realtà campana, ambiente a cui lui è avvezzo; non dimentichiamoci, infatti, che tutti i suoi lungometraggi sono ambientati nell’hinterland partenopeo.

Insomma, De Angelis riesce a centrare appieno il suo ultimo lavoro regalandoci uno spaccato di vita, reso ancora più autentico dalla sua immensa capacità di tradurre per immagini un romanzo complesso come quello della Ferrante.

Giovanna Asia Savino

PRO CONTRO
  • Valeria Golino e Giordana Marengo si rivelano due attrici eccezionali, capaci di donare anima e corpo ai loro personaggi.
  • La capacità di saper raccontare magistralmente una Napoli degli anni Novanta.
  • La regia calibrata di Edoardo De Angelis si sofferma su ogni minimo dettaglio, confermandosi ancora una volta un autore in grado di saper padroneggiare la macchina da presa.
  • La colonna sonora composta da Enzo Avitabile che comprende numerosi brani di artisti degli anni Novanta.
  • Potrebbe non piacere a chi non ama Elena Ferrante e il suo ultimo romanzo.
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La vita bugiarda degli adulti, recensione della serie Netflix tratta dal romanzo di Elena Ferrante, 8.0 out of 10 based on 1 rating

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