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La vita bugiarda degli adulti, recensione della serie Netflix tratta dal romanzo di Elena Ferrante
Elena Ferrante è una scrittrice affermata in tutto il mondo. I suoi romanzi sono letti da milioni di persone e adattati per il grande schermo da registi importanti. Come non ricordare, infatti, Mario Martone che nel 1995 ha diretto L’amore molesto, tratto dal suo omonimo romanzo d’esordio, fino ad arrivare alla quadrilogia televisiva de L’amica geniale, la nota serie diretta da Saverio Costanzo, e La figlia oscura, il film che ha segnato l’esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal, presentato in concorso alla 78ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Ora tocca a La vita bugiarda degli adulti, l’ultimo romanzo della scrittrice partenopea, che è diventato una miniserie in sei episodi diretta da Edoardo De Angelis (Perez, Indivisibili, Il vizio della speranza), disponibile sul catalogo Netflix dal 4 gennaio.
Natale in Casa Cupiello, la recensione
L’operazione messa in atto da Picomedia e RaiFiction non era tra le più semplici perché confrontarsi con un capolavoro riconosciuto, che appartenga esso al mondo del cinema, della letteratura, della musica o del teatro, come in questo caso, è sempre rischioso. Rischioso perché si ha a che fare con qualcosa di molto alto e difficilmente replicabile con i medesimi risultati qualitativi, rischioso perché, nel pensar comune, è quasi un sacrilegio “rifare” quello che qualcuno ha già fatto (molto) bene. È un po’ quello che è avvenuto con Natale in Casa Cupiello, capolavoro di Eduardo De Filippo con cui hanno voluto “rischiare” Edoardo De Angelis e il suo team per la prima trasposizione filmica della pièce teatrale del grande Eduardo.
Natale in Casa Cupiello: regista e cast parlano del film tratto dalla commedia di De Filippo
RaiFiction e Picomedia presentano Natale in Casa Cupiello, prima trasposizione filmica del capolavoro teatrale di Eduardo De Filippo, composto nel 1931 e diventato ormai un classico della commedia teatrale italiana. Il film è diretto da Edoardo De Angelis, già autore di Indivisibili e Il vizio della speranza, e interpretato da Sergio Castellitto, Marina Confalone, Adriano Pantaleo, Pina Turco, Tony Laudadio, Alessio Lapice e Antonio Milo. Il film sarà trasmesso in prima visione assoluta il 22 dicembre alle 21:25 su RaiUno.
Tra degrado ed emancipazione: Il vizio della speranza disponibile in dvd
Vi avevamo parlato de Il vizio della speranza lo scorso novembre, in occasione della tredicesima Festa del Cinema di Roma dove quest’ultima fatica di Edoardo De Angelis si è aggiudicata il premio del pubblico BNL. Un’operazione tanto particolare quanto delicata, quella condotta da De Angelis, che con questo suo quarto lungometraggio (se escludiamo la co-regia della commedia Vieni a vivere a Napoli) porta avanti quel singolare discorso tra degrado ambientale/morale e voglia di emancipazione iniziato nel 2016 con il bellissimo Indivisibili. Dopo un’uscita nelle sale non particolarmente incisiva, Il vizio della speranza arriva in DVD con Medusa e Warner Bros Entertainment.
Il vizio della speranza, la recensione
Nel 2016 Edoardo De Angelis si era assicurato un posticino di tutto rispetto nell’Olimpo dei giovani registi italiani da “tenere d’occhio” grazie al bellissimo Indivisibili, storia neo-realista e allo stesso tempo surreale di due gemelle siamesi cantanti che sognano la libertà. Prima di quello c’era un percorso di tutto rispetto fatto di cortometraggi e lungometraggi dal sapore sia leggero (Mozzarella Stories) che noir (Perez.), ma sempre incredibilmente coerente nel raccontare la periferia campana e Napoli con un occhio fuori dal comune, lontano dagli stereotipi a cui l’industria culturale e la cultura popolare ci hanno abituato.
Oggi con Il vizio della speranza De Angelis continua imperterrito per la sua strada calcando la mano sul binomio tra degrado ambientale e voglia di emancipazione. Il risultato è un film estremamente affascinante, una fiaba nera tanto cruda e dura quanto ricca di luce e di speranza, un’opera sicuramente non “per tutti”, complessa e stratificata e, proprio per questo, incredibilmente avvincente.
Indivisibili, la recensione
Viola e Dasy sono due gemelle siamesi, attaccate per il bacino, che hanno da poco compiuto diciotto anni. A Castel Volturno, comune in provincia di Caserta, sono delle vere e proprie star della canzone neomelodica e vengono chiamate per esibirsi di continuo a matrimoni o feste di compleanno. Con le loro esibizioni, Viola e Dasy danno da mangiare a tutta la famiglia, composta da un padre/manager attaccato al guadagno immediato, una madre etilista e due zii che insieme al parroco del paese, Don Salvatore, stanno convincendo la comunità che le due cantanti – grazie alla loro particolarità genetica – siano in grado persino di portare fortuna. Le cose vanno bene fino a quando, grazie ad un incontro fortuito con il Dott. Fasano, le due ragazze scoprono di potersi dividere con un intervento nemmeno troppo pericoloso. Da questo momento tutto cambia. Dasy inizia a desiderare una vita “normale” con una propria individualità, Viola teme di perdere il legame con la sorella e Peppe – padre delle due – sa che non potrà più continuare a lucrare sulle sue figlie nello stesso modo.