Natale in Casa Cupiello: regista e cast parlano del film tratto dalla commedia di De Filippo

RaiFiction e Picomedia presentano Natale in Casa Cupiello, prima trasposizione filmica del capolavoro teatrale di Eduardo De Filippo, composto nel 1931 e diventato ormai un classico della commedia teatrale italiana. Il film è diretto da Edoardo De Angelis, già autore di Indivisibili e Il vizio della speranza, e interpretato da Sergio Castellitto, Marina Confalone, Adriano Pantaleo, Pina Turco, Tony Laudadio, Alessio Lapice e Antonio Milo. Il film sarà trasmesso in prima visione assoluta il 22 dicembre alle 21:25 su RaiUno.

Natale in Casa Cupiello è stato presentato questa settimana alla stampa e abbiamo avuto modo di scambiare alcune parole con il regista Edoardo De Angelis, gli interpreti Sergio Castellitto, Pina Turno e Adriano Pantaleo, il direttore di RaiFiction Maria Pia Ammirati e il produttore di Picomedia Roberto Sessa.

“Natale in casa Cupiello è una grande celebrazione, un evento in occasione dei 120 anni dalla nascita di Eduardo De Filippo e dei 90 anni dalla prima di questa opera teatrale, avvenuta nel 1931 al Teatro Kursaal”. Ha spiegato Maria Pia Ammirati. “Siamo di fronte ad uno dei più grandi autori della drammaturgia italiana riconosciuto a livello mondiale. Un grande classico, un regalo per tutti gli italiani. Una sfida da servizio pubblico, portare in televisione nel prime time di RaiUno il teatro e in particolare il teatro di Eduardo. E insieme la sfida sul piano del linguaggio, un lavoro affidato al regista Edoardo De Angelis che non solo conosce Napoli ma ha dato prova di essere una delle voci più originali del cinema italiano. Infine, una grande interpretazione di Sergio Castellitto e Marina Confalone. Rivisitare il teatro di Eduardo è un impegno dovuto, una memoria da custodire e rinnovare, portando al grande pubblico generalista e alle nuove generazioni l’opera di uno dei caposaldi del 900 teatrale italiano”.

E conclude:

È difficile portare il teatro in televisione e lo stesso Eduardo c’era riuscito con successo pur avendo molta riluttanza in questo processo. De Angelis ha utilizzato primi piani, una fotografia bellissima e straordinari attori e io, guardando il risultato, ho avuto immediatamente il ricordo di quando, alle scuole elementari, mi portarono a vedere per la prima volta la commedia al teatro.

Natale in Casa Cupiello

Prende la parola il produttore Roberto Sessa.

Abbiamo preso un’opzione di tutte e 25 le commedie di Eduardo così da farne film evento da dare agli spettatori durante l’anno. Con Natale in Casa Cupiello siamo andati lisci perché si poteva girare durante il lockdown. La proposta di Castellitto come Luca Cupiello mi è sembrata molto interessante ma è stata anche una sfida visto che ha un ruolo così “napoletano”. È una delle cose più interessanti!

Poi aggiunge dettagli sul “progetto De Filippo” nel suo complesso:

Abbiamo già consegnato la sceneggiatura di Non ti pago che sarà il secondo film di una trilogia, tutti diretti da De Angelis e interpretati da Castellitto. Il terzo titolo lo andremo ad annunciare entro la fine di dicembre, non lo abbiamo ancora individuato, possiamo pescare su tutte le opere del Maestro ma vogliamo dare un senso a questa trilogia; al momento abbiamo 3 titoli sul tavolo e ne dobbiamo scegliere uno. L’idea è di dare al pubblico un altro film proprio in questo periodo dell’anno prossimo.

Natale in Casa Cupiello

Il primo a prendere la parola tra gli interpreti è Sergio Castellitto.

Non mi sono confrontato con Eduardo De Filippo, lui è inarrivabile; ho fatto l’attore, quindi ho solo recitato un ruolo, preso per mano da Edoardo De Angelis, che ha fatto un miscuglio straordinario tra comicità e dramma, un percorso che ogni personaggio fa in questa storia. Io non ho mai avuto paura di recitare Luca Cupiello, lui è il più vecchio ma anche quello che riesce a conservare l’innocenza di un bambino, ogni anno cerca di ricomporre i pezzi emotivi di questa famiglia, che oggi diremo disfunzionale, composta da una madre/moglie che cerca di nascondere sotto un tappeto i problemi di questa famiglia piccolo borghese. Luca, invece, attraverso il presepe cerca di ricomporre la nostalgia dell’amore, questo accade grazie alla messa in scena di Edoardo De Angelis che per la prima volta fa un film di una trasposizione teatrale di Eduardo. Lui ha preso questo testo, ne ha rispettato l’archeologia e ci ha nascosto dentro una novità assoluta: la nevrosi, l’introspezione. Il cinema, così, si è dimostrato il linguaggio ideale per raccontare questa storia.

Parlando, invece, del suo primo incontro con l’opera di De Filippo:

Da studente di arte drammatica andavo con la tessera sconti all’Eliseo di Roma e lì vidi per la prima volta Natale in Casa Cupiello. Ricordo questa persona esile ma autoritaria che si muoveva su palco e io mi sentivo privilegiato a stare lì, anche se ero nella postazione poco vantaggiosa dello studente. Io già so che sentirò nostalgia di questo film, anche se un attore non ha nostalgia di tutto quello che fa. Questo poi è un regalo per tutta la mia famiglia, che amava vedere Eduardo anche in tv, un artista che metteva insieme popolo colto e popolo semplice, emotivo e razionale. Le mie sorelle aspettano questo evento, dicono “mamma mia, mio fratello che dice ti piace o presepe”.

Natale in Casa Cupiello

Interviene il regista Edoardo De Angelis.

Eduardo mi appartiene, non solo è un punto di riferimento letterario e teatrale ma ha rappresentato il mondo così come oggi lo conosciamo, ha reinventato la lingua e ha ridefinito i rapporti sociali e famigliari.

Per realizzare questo film bisognava fare tabula rasa di quello che è stato Eduardo attore e lavorare sulle sue parole, la scommessa è stata proprio dimostrare quanto queste parole vibrano ancora oggi di questa potenza. È stata un’operazione dall’esito liberatorio, il grande patrimonio di Eduardo sono stati i suoi testi che si possono usare nel teatro della vita.

Adriano Pantaleo, che nel film interpreta il figlio minore Tommasino, dice la sua sul lavoro svolto e sul rapporto con l’opera originaria. Partendo però da una domanda: Nennì, te piace o’presepe?

Da bambino mi mettevo con mio zio Carmine a fare il presepe, ci mettevamo mesi, iniziavamo a ottobre e andavamo a prendere i materiali a San Gregorio Armeno, una tradizione che a casa mia sia era un po’ persa ma quest’anno è tornata la voglia con questa situazione particolare, infatti ho fatto con mia figlia un piccolo presepe.

Questo è il classico ruolo che un attore ambisce a fare, quando me lo hanno proposto mi sono sentito onorato e l’ho fatto con un regista di cui ero fan da spettatore e ora lo sono anche a livello lavorativo e professionale. Sul set si respirava un’aria di gratitudine perché eravamo appena usciti dal lockdown e quindi avevamo una grande voglia di fare; per me è stata come una rinascita e potete immaginare per un attore napoletano quanta importanza e che bagaglio ha questo ruolo, quest’opera. È venuto fuori un Tommasino che ha sfumature un po’ diverse in confronto all’originale, ci ho lavorato con Sergio Castellitto e abbiamo restituito un personaggio su cui ci siamo impegnati molto.

Natale in Casa Cupiello

Il giro di considerazioni generali arriva a Pina Turco, che nel film interpreta la figlia maggiore di Luca Cipiello, Ninuccia, causa di tutti i conflitti che portano la vicenda a degenerare in tragedia.

Eduardo teneva molto a questo personaggio, lo ha detto nei suoi carteggi, e ha scritto Ninuccia pensando alla figlia che aveva perso da piccola, immaginandola come sarebbe potuta essere da grande. Lei è il motore dell’azione, è la maglia che si allenta e si porta tutto il vestito dietro, citando il maestro De Filippo. Ma al centro c’è un altro ingenuo che non si rende conto di cosa accade e quello che genererà, Luca. Io ho amato molto l’interpretazione di Lina Sastri, che fu l’ultima ad entrare nella commedia di Eduardo, ma ho tentato di dare un’interpretazione mia al personaggio, di non imitare la Sastri, anche se ho avuto la tentazione.

Edoardo De Angelis spiega perché nel film è stata spostata temporalmente l’ambientazione dai primi anni 30 ai primi anni 50:

Il 1950 è un anno emblematico per Napoli, presentava ancora le ferite della guerra, che ho voluto mostrare scenograficamente nelle pareti distrutte di casa Cupiello, e anche le prime luci della rinascita attraverso la famiglia borghese protagonista della vicenda. È stato un anno che, dal mio punto di vista, somiglia molto a questo 2020.

Poi continua e conclude spiegando in che modo hanno lavorato sull’adattamento.

Nella trasposizione c’è una differenza linguistica fondamentale ma ho cercato di capire in che modo alcune soluzioni teatrali potessero trasformarsi al cinema, innanzitutto se considerare il fuoriscena un fuoricampo oppure, nel caso una cosa doveva essere vista, l’abbiamo mostrata. Con il linguaggio del cinema possiamo esplorare il presepe, sentire i cocci che si rompono, il cambio di linguaggio ci ha offerto molte possibilità. Con lo sceneggiatore Massimo Gaudioso, che stimavo per altre opere, abbiamo fatto un lavoro delicato permeato da un amore profondo ma che non doveva accecare il nostro operato. Eduardo ha costruito una lingua che ha creato un paradigma e le nuove battute sono state scritte pensando proprio a questo paradigma e i fan di De Filippo lo capiranno. Poi, con le musiche di Enzo Avitabile abbiamo cercato di rimanere in questo paradigma con strumenti e note molto particolari che si adattassero alla sensibilità del linguaggio.

A cura di Roberto Giacomelli

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