MEDIANERAS – Innamorarsi a Buenos Aires, la recensione

A Buenos Aires, tra 3 milioni di abitanti, si svolgono le vite solitarie di Martin (Javier Drolas) e di Mariana (Pilar Lòpez de Ayala), che abitano vicini ma non si sono mai accorti l’uno dell’altra. Ognuno dei due protagonisti ha le sue fobie e trova come unico rifugio il proprio appartamento. A volte provano ad uscire, ad andare a degli appuntamenti, ma l’incantesimo non avviene mai. Incontrano sempre una barriera di incomunicabilità con le altre persone. Eppure, forse, Martin e Mariana sono destinati ad incontrarsi…
Come spesso succede nei film, anche la città stessa di Buenos Aires diventa protagonista, lo si capisce subito dalla lunga premessa che la mostra in diverse inquadrature, mentre la voce fuori campo di Martin spiega, di volta in volta, l’architettura dei palazzi e dei grattacieli che scorrono nelle immagini. Sebbene sia un antefatto leggermente tirato per le lunghe, può essere importante per far prendere familiarità allo spettatore con questa metropoli straniante (almeno per i due protagonisti).

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Martin, infatti, non esce mai di casa volentieri, si definisce un “fobico in via di guarigione”: lavora su internet (disegna siti web), circondato da tipici oggetti da nerd, come la spada laser di Star Wars, e fa la spesa online… perché dovrebbe uscire e ritrovarsi ancora più solo in mezzo alla folla?
Mariana, invece, si rifugia sempre nel suo appartamento perché sembra essere il suo unico punto fermo dopo la fine di una lunga relazione. Vive nel disordine e in mezzo ai suoi amati manichini (allestisce vetrine), per lei veri e propri surrogati di persone. I due, tuttavia, tendono verso la vita vera, provano ad incontrare “l’anima gemella”… Il problema è che riescono a malapena ad incontrare qualcuno che li capisca! Il vero gesto di amore per se stessi arriva quando decidono di aprire una finestra nella parete cieca del loro palazzo: la luce, allo stesso modo in cui entra nelle loro case, entra anche in loro. E’ un bel messaggio, perché punta sul trovare una soluzione grazie alle proprie forze, non nell’appoggiarsi semplicemente a qualcuno solo perché si ha bisogno di una persona, non importa quanto essa sia sbagliata per noi.

Il problema di “Medianeras” si avverte proprio in uno degli elementi chiave, ovvero la scarsa interazione dei due protagonisti con gli altri personaggi, il che comporta la presenza di pochi dialoghi. Alla lunga, questo può stancare lo spettatore, a causa del gran numero di scene in cui i due attori fissano il vuoto, in una girandola sempre uguale di incomunicabilità. Il pubblico, quindi, non è stimolato, poiché intuisce che i due si incontreranno, nonostante tutto. Già: anche quest’elemento non funziona, è prevedibile sin dall’inizio, senza contare che il tanto agognato incontro si svolge seguendo un meccanismo narrativo poco chiaro. Certamente l’intento di Gustavo Taretto, il regista, era rendere subito palese che i due protagonisti dovessero trovarsi alla fine del film, ma questo toglie in freschezza all’impianto della storia, che si sviluppa in battute che strappano più di una risata e situazioni sì gradevoli ed interessanti, ma fini a se stesse.

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Il tema portante del film, ovvero la difficoltà dei rapporti nell’era di internet e delle metropoli, rimane comunque intrigante ed attuale. Si veda, ad esempio, il recente successo di Her di Spike Jonze, dove il protagonista si innamora di un sistema operativo. I due lungometraggi in questione sono accomunati da personaggi che cercano una via di fuga e, allo stesso tempo, di connessione con qualcuno attraverso la tecnologia: paradossalmente, però, si allontanano sempre di più dal vero contatto umano, finendo per isolarsi. Questo sentimento di emarginazione viene acuito dalle grandi città, che possono sembrare irte di ostacoli, quando il segreto invece sta nell’usarli a proprio vantaggio, come succede a Buenos Aires nel film di Taretto. Un’altra pellicola da citare, come possibile punto di riferimento per il regista, è sicuramente Manhattan di Woody Allen (anche qui, una città come protagonista), di cui Mariana e Martin guardano una scena chiave, in cui si afferma che bisogna dare fiducia alle persone. Un messaggio esemplare per chiunque, ma soprattutto per i nostri protagonisti in Medianeras – Innamorarsi a Buenos Aires, che uscirà il 2 ottobre nelle nostre sale, distribuito da Bolero Film.

Giulia Sinceri

PRO CONTRO
  • Pellicola con spunti interessanti e gradevoli.
  • Tema intrigante ed attuale, che tratta la difficoltà dell’interazione al giorno d’oggi.
  • Ricorrenza di situazioni uguali a se stesse.
  • Eccessiva lentezza in alcuni punti dovuta alla poca presenza di dialoghi.
  • Finale troppo prevedibile.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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MEDIANERAS – Innamorarsi a Buenos Aires, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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