Richard Gere a Roma per L’incredibile vita di Norman: “L’oscar? Mi aiuterebbe per i film indipendenti”

Richard Gere arriva a Roma per L’incredibile vita di Norman (titolo originale Norman) il suo nuovo film in uscita nei cinema italiani il 28 settembre 2017 distribuito da Lucky Red.

Il 18 settembre, nella Capitale il celebre attore ha presentato alla Stampa la pellicola che lo vede protagonista, una performance, secondo alcuni critici d’oltreoceano, in odore di Oscar. Il divo di Ufficiale e Gentiluomo, Pretty Woman e Chicago saluta i giornalisti con un sorriso: “Scusate, soffro ancora il Jet-Lag” dice mischiando italiano e inglese. La trama del film, diretto da Joseph Cedar, racconta le avventure di un faccendiere ebreo di New York alla ricerca dell’occasione per svoltare la vita. Il momento arriva grazie ad un dono fatto da lui a un uomo anni prima, ma non sarà tutto oro ciò che luccica.

Richard Gere interpreta un “imbroglione di cuore” – In camicia azzurra e sorrisi Richard Gere racconta la genesi di Norman, personaggio per il quale ha affrontato una trasformazione fisica, in particolare mostrando, grazie al make up, delle orecchie “a sventola” molto pronunciate: “Norman – spiega l’attore sessantottenne – è un personaggio universale. In ogni ambiente c’è uno come lui che scalpita per entrare nella cerchia di quelli che contano. Lui è un imbroglione, certo, ma ha un buon cuore, si impegna per risolvere problemi e vuole davvero partecipare alla felicità altrui. Un personaggio positivo. Punta al compromesso sempre, del resto questo mondo è basato sulle trattative, sull’agire per avere un proprio ritorno. Abbiamo un Presidente degli Stati Uniti che vuole il compromesso e non è mosso da senso morale. In questo senso ciò può essere positivo per spingerci a essere diversi, per cambiare”.

La volta buona per Richard Gere agli Oscar? Il divo di Philadelphia appartiene a quella folta schiera di nomi celeberrimi del cinema che però non hanno mai vinto un Oscar, anzi non hanno mai ricevuto nemmeno una nomination. Stando alle critiche estere pare però che, con Norman, sia arrivata la volta giusta per Richard Gere. Le carte per un premio di pregio ci sono tutte: una performance drammaticamente robusta, una trasformazione fisica e poi c’è, seppur molto di sfondo, un tema di impegno come la pace in Medio Oriente. Incalzato dalle domande Gere fa sapere che vorrebbe la statuetta per un motivo preciso: “Vincere l’Oscar? Perchè no, mi aiuterebbe per fare più film indipendenti”. In effetti, in questa parte della carriera l’interprete americano sta lavorando per molti autori indipendenti, non solo Norman ma anche Gli Invisibili di Oren Moverman il film sui senzatetto presentato a Roma l’anno scorso. Ricordiamo poi La Frode di Jarecki con lui e Susan Sarandon protagonisti. “Io faccio  gli stessi film – precisa l’attore – sono gli studios che non producono più titoli come Norman, film di basso budget con tempi di riprese veloci, in questo caso trenta giorni”.

Il segreto della Felicità secondo Richard Gere – Norman si propone come una commedia ma poi prende il toni del dramedy, una fusione di commedia e dramma. Il film tocca diversi temi e sfumature esistenziali, tra questi la velocità con la quale le cose cambiano. Nella pellicola, scritta dallo stesso regista Cedar, e che vede nel cast anche Steve Buscemi, Lior Ashkenazi, Charlotte Gainsbourg e Michael Sheen, si fa spesso riferimento alla ruota panoramica per mettere in metafora il concetto: “Nulla è costante – dichiara Richard Gerei problemi arrivano quando pensi che tutto rimanga fermo. La staticità è sofferenza. Quando capiamo che tutto ruota troviamo la felicità vera”.

A cura di Luca Marra

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