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Miami Vice e Broken Flowers: due cult dei primi anni duemila rivivono oggi in blu-ray
Come ormai è noto a tutti, CG Entertainment è sempre molto attenta nel proporre e riproporre sul mercato home video alcuni film del passato (più o meno recente) di cui è bene che non se ne perda la memoria. Molte volte, nei casi più felici, la label si è preoccupata di editare questi titoli per la prima volta su supporto ad alta definizione blu-ray. E parzialmente è anche quello che è accaduto questa volta. Nelle scorse settimane, infatti, CG Entertainment ha arricchito il proprio listino con due film ormai cult usciti in sala nei primi anni duemila, due film diversissimi fra loro e che portano la firma di rinomati autori come Michael Mann e Jim Jarmusch.
I due film in questione sono Miami Vice, l’action introspettivo interpretato da Colin Farrell e Jamie Foxx, e Broken Flowers, ovvero la deprimente dramedy interpretata da Bill Murray. Solo nel caso del film di Jim Jarmusch, si tratta di un titolo che approda per la prima volta sul mercato italiano in edizione blu-ray disc.
The French Dispatch, la recensione
Wes Anderson ha colpito ancora. Il più hipster friendly dei registi di Hollywood è tornato a raccontare il suo mondo surreale, garbato ed elegante con The French Dispatch che, dopo la bellissima parentesi in stop motion de L’isola dei cani, racchiude in un solo film tutta l’essenza del Wes Anderson più (stra)ordinario.
Selezionato dal 74° Festival di Cannes, The French Dispatch è un film a episodi che racconta alcuni eventi poi ripresi in altrettanti articoli del French Dispatch, appunto, un immaginario supplemento settimanale francese del quotidiano statunitense Evening Sun.
I morti non muoiono, la recensione
Lo zombi è uno dei “mostri” postmoderni più affascinanti e complessi perché è riuscito con efficacia a raccontare la società, a farsi metafora del malessere, dell’omologazione, del capitalismo imperante che porta al consumismo, della futilità della vita e dei beni attorno a cui tutto ruota. Inoltre, lo zombi è riuscito a svecchiarsi, rinnovarsi, contaminarsi, celebrarsi rimanendo costantemente sulla cresta dell’onda del panorama horror internazionale e facendosi protagonista di successo al cinema, sui fumetti, nei videogiochi e in televisione.
Anche i sassi sanno che il papà putativo dello zombi come lo conosciamo oggi è George A. Romero, giustamente celebrato in ogni dove e dal quale siamo tristemente orfani, che ha saputo donare (a suo dire inconsapevolmente… all’inizio) nuovi significati e una mitologia originale all’immagine del morto vivente slegandolo dalla tradizione religiosa. Da allora – e parliamo del 1968, anno d’uscita del capolavoro La notte dei morti viventi – il nuovo archetipo dello zombi è stato utilizzato da altri, citato, smembrato, ricomposto e riciclato, rimanendo sempre vivo nell’immaginario popolare, grazie anche a prodotti di successo come il serial fumettistico-televisivo The Walking Dead.
Confermato il cast di Ghostbusters 3! Bill Murray ci sarà?
È probabilmente il sequel/reboot più controverso degli ultimi dieci anni. Tutti ne parlano, ma nessuno sa effettivamente che pesci prendere. Alludiamo, naturalmente, al terzo capitolo della saga dei Ghostbusters che, contro ogni aspettativa, sta davvero prendendo forma, tra perplessità, polemiche e anche una buona dose di curiosità.
St. Vincent, la recensione
A volte ci rendiamo conto come basti un attore per rendere un film diverso da quello che sarebbe potuto essere. Parafrasando un neanche troppo vecchio tormentone lanciato da Adriano Celentano, c’è chi è lento e chi è rock. St. Vincent è lento, Bill Murray è rock, il che trasforma, per estensione, St. Vincent in rock.
La deliziosa commedia agro-dolce di Theodore Melfi è fatta dagli attori e, in particolare, dall’Attore, quel Bill Murray qui protagonista che difficilmente non riesce ad elevare con la sua presenza un film.
St. Vincent: Bill Murray cool e sportivo nei tre poster
Ghostbusters festeggia 30 anni con due mesi di eventi italiani
Sono passati ormai trent’anni da quando Ghostbusters – Acchiappafantasmi è approdato nelle sale di tutto il mondo. Era il 7 giugno 1984, infatti, quando il capolavoro di Ivan Reitman aveva la sua prima ad Hollywood. Ora la magnifica fanta-comedy con Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson e il compianto Harold Ramis si prepara al suo tour per il trentennale anche in Italia, con due mesi si eventi legati a uno dei franchise cinematografici più amati di sempre.
Bill Murray sarà l’orso Baloo… ma solo con la voce!
Il Libro della Giungla torna al cinema in un adattamento live action firmato Disney. Tutti abbiamo nel cuore il cartoon del 1967, ispirato alla serie di racconti firmati da Rudyard Kipling; immaginare cosa aspettarsi in più da questo nuovo progetto è davvero difficile! La notizia del giorno, tuttavia, non potrà fare a meno di strappare qualche sorriso di approvazione: il mitico e inossidabile Bill Murray presterà la voce al personaggio, altrettanto amato dal pubblico internazionale, dell’orso Baloo.
The Grand Budapest Hotel, la recensione
Il buon vecchio Wes è finalmente tornato sui nostri schermi con l’attesissimo The Grand Budapest Hotel, ricompensando la pazienza dei suoi numerosissimi estimatori italiani. La fortunata pellicola, prima di approdare nella Penisola, ha infatti viaggiato per tutta l’Europa (e non solo, riscuotendo critiche per lo più positive e portando a casa soddisfazioni di un certo livello, quali il Gran Premio della Giuria alla 64° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Dopo visione del lungometraggio, non è affatto difficile comprendere la ragione di tanto entusiasmo. Wes Anderson, regista di gioielli quali I Tenenbaum e Moonrise Kingdom, cultore del dettaglio e artista dell’atmosfera, colpisce ancora una volta il bersaglio, portando sul grande schermo una vicenda squisitamente confezionata, dal sapore vintage e dal retrogusto noir, nella quale lo spettatore viene introdotto a poco a poco, con la meticolosa cautela dell’esploratore e l’eccitante curiosità del lettore, attraverso uno sfizioso gioco di scatole cinesi.