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Villetta con ospiti, la recensione
Ventiquattro ore nella vita di una famiglia borghese che vive una vita agiata in una ricca cittadina del nord Italia. Gente normale impegnata a condurre una vita altrettanto normale, tra effimere chiacchiere seduti ai tavolini dei caffè e l’organizzazione di piccole feste patronali. Tutto normale sotto il sole, finché non cala la notte e quella stessa famiglia si trova accidentalmente coinvolta nel peggiore dei peccati: l’omicidio di un ragazzo entrato furtivamente in casa. Giorgio e sua moglie Diletta, la figlia Beatrice, il commissario di polizia, il parroco del paese e l’ortopedico amico di famiglia. Tutti coinvolti, tutti a loro modo macchiati da un peccato, tutti d’accordo nel far sparire il corpo per uscirne puliti.
Il sindaco del rione Sanità, la recensione
Cinema e teatro sono imparentati, c’è poco da discuterne. Ma qual è il grado di parentela? E soprattutto: può un nonno spacciarsi per suo nipote? Per rispondere a tali quesiti chiamiamo in causa Il Sindaco del Rione Sanità. Che dirimere questioni è il suo mestiere.
Nel 1960 Eduardo de Filippo scriveva una commedia su un capomafia sui generis, Don Antonio Barracano, da lui anche interpretato. Una giornata qualsiasi, colma di contenziosi più o meno gravi, problematiche più o meno personali, che il salomonico Don è chiamato a risolvere. Decenni dopo Mario Martone la rimette in scena, attualizzandola. Il risultato lo soddisfa al punto che dice: perché non farne un film?
Una festa esagerata, la recensione
Una città variopinta e dalla millenaria storia, tradizione e cultura come Napoli, non può non avere tanti artisti che, in diversi campi, hanno saputo raccontarla con un sorriso talvolta malinconico e volto a enfatizzare il calore di un intero popolo. Tra questi c’è senza dubbio Vincenzo Salemme il quale si è ormai affermato come uno degli attori che meglio ha cavalcato la tradizione della comicità classica partenopea (quella di Totò ed Eduardo De Filippo, per intenderci) nella sua lunga attività a teatro prima e al cinema poi. Un connubio, quello tra palco e grande schermo, che sintetizza alla perfezione i due amori del regista nativo di Bacoli e che trova il suo naturale sfogo nel suo nuovo lavoro dal titolo Una festa esagerata, tratto da un’omonima opera teatrale, appunto, scritta dallo stesso Salemme. L’operazione di trasposizione, molto ambiziosa quanto complessa, si rivela riuscita solo in parte e partorisce una commedia nel complesso gradevole e a tratti divertente, ma resa zoppicante da una storia troppo farsesca e telefonata.
Venezia 72. Per Amor Vostro
Nell’ultimo giorno di Concorso al Festival di Venezia, ecco arrivare l’ultimo film italiano, Per Amor Vostro di Giuseppe Gaudino, affermato documentarista napoletano alle prese con il suo secondo lungometraggio. Chi scrive, purtroppo, non ha visto il primo film di Gaudino ma dopo Per Amor Vostro si sente di affermare che forse sarebbe meglio per l’autore non girarne un altro. Grazie a questo film, intanto, Valeria Golino si è vista consegnare la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile, altro premio, giustamente, discusso di questa strana edizione del Festival.