Archivio tag: matteo rovere

Settembre, la recensione

La normalità è un sistema davvero complesso.

E la felicità lo è ancora di più.

In un microcosmo qualunque, si muovono le vite infelici di Francesca, Debora, Sergio, Guglielmo e Ana. Anime insofferenti alla ricerca di un riscatto emotivo che non riescono nemmeno ad identificare.

Da troppo tempo Francesca non sta più bene con suo marito Alberto. Si sente trascurata, non amata e pian piano si sta convincendo che dietro quelle continue partite a carte, tutte le notti in casa di amici, ci sia in realtà una relazione clandestina. Un giorno si arma di coraggio e confida a Debora, la sua migliore amica, tutta la sua infelicità e le sue paure. A sua volta, però, scopre che la stessa Debora è in crisi con il marito per motivi decisamente analoghi ai suoi. Poi c’è Sergio, il figlio adolescente di Francesca, un ragazzo sveglio intento a dare lezioni di sesso alla compagna di classe Maria, prossima ad avere il suo primo rapporto con il migliore amico di Sergio. Guglielmo invece, ginecologo di Francesca nonché uomo maturo con un triste divorzio alle spalle, non fa altro che colmare la sua solitudine notturna con Ana, una giovanissima prostituta croata. Tutto cambia quando Ana confessa a Guglielmo di essersi innamorata di Matteo, il panettiere del minimarket in cui lei va a fare la spesa ogni giorno.

Le vite di Francesca, Debora, Sergio, Maria, Guglielmo, Ana e Matteo sono destinate ad incrociarsi per uscirne cambiate, stravolte, all’insegna di una quotidiana felicità che in fin dei conti è la rivoluzione più grande.

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Marilyn ha gli occhi neri, la recensione

Diego è un cuoco rinomato di mezza età, un vero perfezionista nel suo lavoro ma affetto da una sconfinata serie di disturbi comportamentali: ossessivo compulsivo, balbuziente cronico e soprattutto incapace di contenere le sue frequenti frustrazioni e scatti d’ira. Tutte queste imperfezioni caratteriali lo hanno condotto a perdere prima la famiglia e poi il lavoro. Ora Diego frequenta un centro di riabilitazione forzata ed è seguito da uno psichiatra che ha come obiettivo quello di placare le sue nevrosi e indirizzarlo verso il controllo dei suoi disturbi. Una delle attività del centro riabilitativo è quella di tenere impegnati i pazienti con servizi socialmente utili e così Diego, insieme ai suoi “compagni di riabilitazione”, si trova presto a dover gestire una piccola mensa che offre occasionalmente cibo agli anziani del quartiere. All’interno della brigata di cucina c’è anche Clara, mitomane e bugiarda cronica, pericolosamente instabile nelle relazioni interpersonali e convintissima di assomigliare a Marilyn Monroe. Tra Diego e Clara scatta subito una bizzarra sintonia e in breve tempo i due si convincono che possono trasformare la mensa sociale in un clandestino ristorante gourmet completamente gestito da personale affetto da disturbi psichiatrici.

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Shadows: arriva in DVD il thriller sci-fi diretto da Carlo Lavagna e prodotto da Matteo Rovere

È disponibile da pochi giorni sul mercato home video Shadows, thriller psicologico dalle sfumature sci-fi e horror diretto da Carlo Lavagna e presentato nell’ambito di Alice nella città durante la scorsa edizione della Festa del cinema di Roma. Una coproduzione Italia-Irlanda che vede coinvolta, nella quota italiana, la Ascent Film di Matteo Rovere, il quale continua a confermarsi come punto di riferimento per l’attuale cinema di genere italiano. Costretto a rinunciare all’uscita in sala per motivi ormai ovvi, lo scorso novembre Shadows ha fatto il suo debutto su Amazon Prime Video sotto il marchio Vision Distribution. Adesso il film di Carlo Lavagna arriva anche sul mercato home video – purtroppo solo su supporto DVD – grazie ai canali distributivi CG Entertainment.

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Il Campione, la recensione

Da quando nel 2016 è uscito nelle sale Veloce come il vento, Matteo Rovere si è imposto come punto di riferimento per tutto quel cinema “giovane” (nelle idee, oltre che per età dei suoi autori) che oggi si contrappone ad un sistema cinematografico che odora di acqua di colonia ma che sembra desideroso di abbracciare uno svecchiamento concettuale ed artistico. Rovere come punto di riferimento, certo, perché in parallelo alla sua attività registica (si pensi al suo ultimo dramma storico sulla fondazione di Roma, Il Primo Re) sta portando avanti un’interessante attività da produttore con la sua società Groenlandia fondata assieme a Sydney Sibilia (la trilogia di Smetto quando voglio). Ora esce nelle sale Il Campione, una dramedy prodotta da Rovere e Sibilia e diretta dall’esordiente Leonardo D’Agostini.

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Croce e delizia, la recensione

I Petagna sono gente semplice: persone umili, dal cuore d’oro, che nella vita hanno sempre messo al primo posto la famiglia e il lavoro. I Castelvecchio, invece, sono l’esatto opposto: narcisisti ed eccentrici, preda di vizi e disuniti. Nel cuore dell’estate, tuttavia, Carlo Petagna decide di portare figli e nuora a trascorrere le vacanze proprio nella lussuosa villa al mare di Tony Castelvecchio. Cosa ci sia ad unire queste due famiglie, tremendamente diverse, lo sanno solo Carlo e Tony che, amanti da più di un anno, hanno finalmente deciso di rivelarsi ed annunciare l’imminente data delle loro nozze. Scioccati dalla notizia inaspettata, Sandro e Penelope, i rispettivi primogeniti di Carlo e Tony, faranno di tutto per cercare di sabotare le sgradite nozze.

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Il Primo Re, la recensione

Se scegliete di entrare in sala a vedere Il Primo Re, nuova opera del giovane regista e produttore romano Matteo Rovere, sappiate che state per assistere a un unicum per il cinema italiano, un qualche cosa che probabilmente non si era mai visto prima e difficilmente si vedrà in futuro.

Rovere, che arriva dal successo di pubblico e critica dell’ottimo Veloce come il vento, decide di raccontare al grande pubblico la storia di Romolo e Remo e della nascita di Roma. Ma lo fa con un piglio insolito, molto autoriale, che davvero nulla ha a che fare con quello a cui noi spettatori di cinema italiano siamo abituati. Questo è un bene, ovviamente, un passo importantissimo nella storia produttiva del nostro Paese, oltre che coraggioso perché le scelte intraprese da Rovere non è detto che siano così popolari, nonostante la storia scelta da raccontare sia di sicuro appeal per il pubblico.

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Veloce come il vento, la recensione

Donne e motori è un’accoppiata da sempre vincente, tanto sulle pareti delle officine dei meccanici quanto sul grande schermo, dal momento che questo assioma ha trovato una sublimazione perfetta nella saga milionaria Fast & Furious, dove il gentil sesso non è un semplice “trofeo” ma parte attiva dell’azione. Pur ponendosi come cosa altra in confronto ai film con Vin Diesel, l’italianissimo Matteo Rovere coglie proprio quell’aspetto del cinema automobilistico mettendo al centro dell’azione una giovanissima pilota di GT.

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La prima volta di mia figlia, la recensione

Alberto è un papà separato da dieci anni, lavora come medico della mutua ed è un uomo dalla vita perfettamente organizzata. Attento, puntiglioso e metodico. Al centro della sua vita c’è Bianca, la figlia quindicenne, una ragazzina sveglia ed educata che agli occhi del papà non può che essere ancora una bambina. Un giorno come tanti altri, per puro caso, Alberto si ritrova a leggere il diario segreto di Bianca e finisce per apprendere una sconvolgente verità: Bianca sta per fare sesso per la prima volta. Sconvolto da questa notizia, Alberto organizza al volo una cena fuori con sua figlia e con la sua migliore amica, Marina, ginecologa al consultorio. Lo scopo della cena è quello di far capire a Bianca che non è ancora pronta per certe esperienze o, quanto meno, farle capire come eventualmente dovrebbe essere fatto. Alla cena a tre si aggiunge inaspettatamente Giovanni, l’inopportuno marito di Marina, e Irene, una psicologa che Alberto detesta. Tra situazioni imbarazzanti ed improbabili racconti circa “la prima volta” di ognuno di loro, la cena finirà per essere una grande terapia di gruppo destinata a cambiare per sempre il rapporto tra padre e figlia.

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