La prima volta di mia figlia, la recensione

Alberto è un papà separato da dieci anni, lavora come medico della mutua ed è un uomo dalla vita perfettamente organizzata. Attento, puntiglioso e metodico. Al centro della sua vita c’è Bianca, la figlia quindicenne, una ragazzina sveglia ed educata che agli occhi del papà non può che essere ancora una bambina. Un giorno come tanti altri, per puro caso, Alberto si ritrova a leggere il diario segreto di Bianca e finisce per apprendere una sconvolgente verità: Bianca sta per fare sesso per la prima volta. Sconvolto da questa notizia, Alberto organizza al volo una cena fuori con sua figlia e con la sua migliore amica, Marina, ginecologa al consultorio. Lo scopo della cena è quello di far capire a Bianca che non è ancora pronta per certe esperienze o, quanto meno, farle capire come eventualmente dovrebbe essere fatto. Alla cena a tre si aggiunge inaspettatamente Giovanni, l’inopportuno marito di Marina, e Irene, una psicologa che Alberto detesta. Tra situazioni imbarazzanti ed improbabili racconti circa “la prima volta” di ognuno di loro, la cena finirà per essere una grande terapia di gruppo destinata a cambiare per sempre il rapporto tra padre e figlia.

La prima volta di mia figlia è anche la prima volta di Riccardo Rossi dietro la macchina da presa. Il famoso attore e conduttore televisivo romano, molto attivo sulla scena dalla metà degli anni ’80 e conosciuto per aver preso parte – tra le altre cose – al fortunato telefilm I ragazzi della 3° C o per essere stato il testimonial degli spot dell’acqua Ferrarelle, dopo una lunga carriera in cui non si è fatto mancare nulla tra cinema e tv decide di compiere il grande passo ed aggiungere un’ulteriore qualifica alla sua eclettica personalità artistica: quella di regista cinematografico. Questo passo gli è possibile grazie a Matteo Rovere che, con la sua Ascent Film in co-produzione a Dean Film e l’immancabile Rai Cinema, gli permette di realizzare una commedia molto garbata che si affida alla convenzionale tematica del “sesso” per imbastire un racconto persino sperimentale.

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L’elemento più interessante del film, infatti, è senza ombra di dubbio la struttura decisamente atipica se paragonata alla gran parte delle commedie italiane di oggi. Forse spinto dall’esigenza produttiva di contenere il budget, o forse no, Riccardo Rossi decide di dare alla sua commedia un’impostazione da pièce teatrale, ambientando la vicenda quasi unicamente in una sola location e riducendo al minimo l’azione. Per lo più, cinque attori seduti attorno la tavola di un ristorantino radical-chic che, attraverso una divertente costruzione a flashback, ricordano il loro primo rapporto sessuale con la speranza di far riflettere la figlia adolescente del protagonista.

Affinché un film del genere possa funzionare è necessario avere una buona sceneggiatura con personaggi interessanti e dialoghi accattivanti. In questa cosa, La prima volta di mia figlia funziona molto bene. Riccardo Rossi, che oltre a scrivere e dirigere il film si ritaglia anche il ruolo di protagonista, risulta sicuramente efficace nei panni del papà disperato e in cerca di aiuto così come lo è tutto il resto del cast, dall’onnipresente Anna Foglietta al simpaticissimo Stefano Fresi, passando per una brava Fabrizia Sacchi e la convincente Benedetta Gargari nel ruolo della giovane Bianca. Se i personaggi, a conti fatti, godono tutti di una caratterizzazione un po’ dozzinale e con qualche cliché di troppo ci pensano gli attori a “colorarli” e ci pensa soprattutto la sceneggiatura, ricca di dialoghi veloci e frizzanti capaci di strappare più di qualche sana risata.

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In cabina di regia, Rossi si dimostra piuttosto sicuro di se e non si fa mancare intuizioni registiche interessanti pur facendo trapelare, di tanto in tanto, qualche piccola leggerezza comune a molte opere prime. La volontà di mantenere costantemente un linguaggio sobrio e mai volgare è indubbiamente apprezzabile, così come lo è la scelta di voler toccare toni un tantino grotteschi e demenziali nel momento in cui si ricorre al flashback con i racconti dei protagonisti circa le loro prime scappatelle amorose.

Se fino a ieri era un simpatico volto del cinema e della televisione italiana, oggi Riccardo Rossi dimostra di essere anche all’altezza di prendere posto dietro la macchina da presa. L’opera prima è andata a segno ma ci auguriamo di rivedere presto il commediante romano con una nuova storia, perché “la prima volta non si scorda mai”…ma anche la seconda non lascia indifferenti!

 Giuliano Giacomelli

Pro Contro
  • Una commedia dalla struttura atipica.
  • Pochi attori ma di qualità.
  • Dialoghi agili e divertenti.
  • Qualche nota grottesca e demenziale sita al punto giusto.
  • La caratterizzazione dei personaggi è un po’ risaputa.
  • Qualche ingenuità tipica di molte opere prime.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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