Archivio tag: stefano fresi

Tutti a bordo, la recensione

Dopo aver diretto nel 2019 Attenti al gorilla, il regista napoletano Luca Miniero ritorna al cinema con il suo undicesimo lungometraggio dal titolo Tutti a bordo, il remake della commedia francese Attention au départ di Benjamin Euvrad, anche se per la versione italiana si è avvalso di alcune sostanziali modifiche. Il film, prodotto da Indiana Production e Medusa Film, racconta il viaggio in treno di sette bambini in giro per l’Italia.

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Lasciarsi un giorno a Roma, la recensione

Tommaso e Zoe sono una coppia da ormai dieci anni. Una coppia collaudata, affermata, affiatata. Una di quelle coppie a cui, ormai, non serve nemmeno il matrimonio per potersi definire marito e moglie. Zoe (Marta Nieto) è una donna in carriera a capo di un’importante azienda che progetta videogame mentre Tommaso (Edoardo Leo) è uno scrittore alle prese con la sua ultima pubblicazione, un romanzo al quale deve cambiare il finale poiché considerato troppo triste dall’editore. Costretto dalle circostanze a redigere di nascosto una posta del cuore, Tommaso inizia a spacciarsi profeta d’amore sotto il nickname Marquez fino a quando, un giorno, riceve una lettera proprio da Zoe che chiede aiuto su come poter lasciare il suo compagno dopo una convivenza lunga dieci anni. Il problema? Lei non lo ama più! Tommaso, al pari di una doccia ghiacciata, scopre così che la sua relazione perfetta è in piena crisi e adesso non può fare altro che sfruttare la copertura di Marquez per poter recuperare il rapporto con Zoe prima che sia troppo tardi.

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Il grande passo: disponibile in DVD la commedia con Giuseppe Battiston e Stefano Fresi

Lo scorso agosto, tra i pochi film che hanno avuto la fortuna di approdare nelle sale cinematografiche prima del decreto che imponesse la nuova chiusura dei cinema, c’è stata l’opera seconda di Antonio Padovan, Il grande passo. Una commedia assolutamente fuori dagli schemi preimpostati del nostro cinema, un film molto minimale che riesce a parlare di “speranza” in modo decisamente originale e strizzando l’occhio a certo cinema sci-fi. Giuseppe Battiston e Stefano Fresi vengono chiamati da Padovan per interpretare due fratelli tanto simili nell’aspetto quanto diversi caratterialmente, due uomini che incarnano rispettivamente il “sogno” e il “razionale”. Distribuito da Tucker Film, Il grande passo è disponibile da poco in DVD grazie ai canali distributivi di CG Entertainment.

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Tris di commedie italiane in DVD: Il regno, Si muore solo da vivi, Paradise – Una nuova vita

Nelle ultime settimane, tre commedie tutte italiane si sono affacciate sul mercato dell’home video dopo aver fatto i conti, lo scorso anno, con una pandemia che ha modificato completamente i loro piani distributivi. Parliamo de Il regno, Si muore solo da vivi e Paradise – Una nuova vita. I primi due hanno saltato a piè pari la sala trovando rifugio direttamente sulle piattaforme VOD mentre il terzo, forte anche di un’anteprima al 37° Torino Film Festival, ha potuto far affidamento su una fugace apparizione in sala proprio nei giorni antecedenti la chiusura dei cinema lo scorso ottobre. Tre piccole commedie dal forte sapore autoriale, tre opere prime, tutte accomunate da una tematica ben precisa: la voglia di ricominciare una nuova vita anche quando tutto sembra ormai definito. I tre film, prodotti e distribuiti da Fandango, arrivano in DVD grazie ai canali distributivi CG Entertainment.

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Figli, la recensione

Sara e Nicola sono una coppia come tante. Vivono e lavorano nel quartiere Testaccio di Roma, sono sposati e innamorati e hanno una bambina di sei anni, Anna. Qualche bisticcio ogni tanto, come accade a tutti, ma possono tranquillamente definirsi una coppia felice. Tutto cambia drasticamente con l’arrivo del secondo figlio, Pietro, un bebè pronto a sconvolgere l’equilibrio della coppia e della famiglia. Tra pianti a tutte le ore del giorno, nonni che non hanno nessuna intenzione di collaborare, amici che deprimono anziché incoraggiare e baby-sitter improbabili…Sara e Nicola si preparano a vivere la prima, vera, grande sfida della loro vita. Riusciranno a tenere saldo il loro matrimonio?

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L’uomo che comprò la luna, la recensione

Paolo Zucca (Gli angeli di Borsellino, L’arbitro) ce l’ha fatta. Il regista e sceneggiatore cagliaritano, dopo anni di studio e David di Donatello (nel 2009, per il cortometraggio L’arbitro, che poi divenne un lungometraggio) e applausi dalla critica, è riuscito ad allontanarsi dal piccolo gruppo di registi sardi -esemplari Salvatore Mereu (Ballo a tre passi, Sonetàula, Bellas mariposas), Giovanni Columbu (Su Re) e Gianfranco Cabiddu (Disamistade, Il figlio di Bakunin, La stoffa dei sogni) – osannati dalla critica ma sconosciuti al grande pubblico.

Jacopo Cullin (Le ali, Al di là del lago, Angeli e diamanti, L’arbitro, Crushed Lives. Il sesso dopo i figli, Bianco di Babbudoiu, La stoffa dei sogni) ce l’ha fatta. Dopo aver fatto morire dal ridere la Sardegna con i suoi sketch comici nel programma regionale Come il calcio sui maccheroni – indimenticabile il suo personaggio di Salvatore Pilloni, parodia del tipico “gaggio” cagliaritano – si è trasferito a Roma e ha cominciato la sua carriera di attore drammatico, trovando la dovuta visibilità nel ruolo da protagonista in L’arbitro.

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C’è tempo, la recensione

Stefano (Stefano Fresi), precario e un po’ immaturo, vive a Viganella, un paesino di montagna dove svolge due lavori bizzarri: l’osservatore di arcobaleni e il guardiano di uno specchio che riflette i raggi del sole illuminando il paese, dove si è trasferito insieme alla moglie Luciana. Alla morte del padre, straricco e mai conosciuto, Stefano scopre, nel giro di pochi minuti, di avere un fratello tredicenne, Giovanni (Giovanni Fuoco), e di doversi prendere cura di lui, essendo l’unico parente in vita. Un notaio gli affida, quindi, la tutela legale del ragazzino. Stefano, in difficoltà economica, inizialmente accetta l’incombenza della gestione di un minore per ricevere in cambio un generoso lascito.

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La Befana vien di notte, la recensione

Sul finire degli anni ’80 è nato il progetto “Ciak Junior”, iniziativa promossa dal Gruppo Alcuni che si propone di insegnare ai giovani studenti tutte le fasi della produzione audiovisiva, dalla scrittura alla produzione vera e propria di cortometraggi, realizzati da ragazzini per ragazzini. Chi, come me, ha superato da almeno un lustro i 30 anni, ricorderà che questi corti venivano proposti su Canale 5 la domenica mattina (è probabile che ci siano ancora nel palinsesto Mediaset visto che l’iniziativa è ancora viva, non ho indagato) e si trattava di prodotti modesti ma apprezzabili soprattutto per il nobile scopo che si prefiggevano. Ora nei cinema arriva un film per ragazzi, interamente italiano, che si intitola La Befana vien di notte: non c’entra nulla con Ciak Junior e il Gruppo Alcuni, sia ben chiaro, ma a guardarlo torna immediatamente alla mente quel tipo di prodotti pedagogici e poco più che amatoriali che Canale 5 mandava in onda per scopi puramente promozionali.  

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Sconnessi, la recensione

“Nomofobia” è un neologismo che indica la paura incontrollata di rimanere sconnessi dal contatto con la rete di telefonia mobile: una diagnosi fredda e scientifica che sintetizza al meglio la dipendenza che ormai tutti noi, chi più chi meno, abbiamo dagli smartphone e i social network. Un argomento molto attuale che il cinema sta trattando in tutte le salse e che torna al centro dell’attenzione in Sconnessi, il nuovo film dell’attore e regista Christian Marazziti. Quest’ultimo, al suo secondo lavoro dietro la macchina da presa dopo E-Bola, propone una commedia che sfrutta solo in parte il buon potenziale di partenza dal momento che la pellicola risulta simpatica e gradevole in alcuni sketch, ma piuttosto deludente e incerta per via di un lavoro di scrittura non sempre coerente e ben strutturata.

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La casa di famiglia, la recensione

Nonostante il successo ormai evidente agli occhi di tutti di altri generi come il thriller e i gangster movie, il cinema italiano continua imperterrito a puntare sulla commedia, come dimostrano i numeri relativi alla produzione e distribuzione di film di questo tipo e la tendenza a far esordire giovani registi ancora affascinati da questo genere. L’ultimo nome in ordine di tempo è quello di Augusto Fornari il quale, dopo una lunga attività di attore e autore teatrale, fa il suo esordio alla regia con  La casa di famiglia. Un battesimo bagnato in maniera sufficiente grazie ad una commedia che stenta a prendere quota e ritmo, ma che in fin dei conti si rivela riuscita, divertente e caratterizzata da un buon lavoro sui personaggi e su una storia che sa strappare più di qualche risata sana e divertita, nonostante difetti evidenti e fisiologici dati dall’inesperienza di Fornari.

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