Archivio tag: venezia 73

La La Land, la recensione

Essere un film d’apertura non è un compito affatto facile. È necessario riprodurre l’anima di un festival e portare l’attenzione del pubblico verso qualcosa di completamente innovativo; bisogna costruire un ponte cinematografico fra vecchio e nuovo.

Tra cinefilia e intrattenimento, musiche che hanno già un posto libero nell’Ipod e regia magistrale, Damian Chazelle dirige una vera e propria lezione di cinema con il suo La La Land, film d’apertura della 73esima Mostra del Cinema di Venezia.

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Arrival, la recensione

Attorno all’invasione aliena sulla terra si è ormai creata un’antologia cinematografica vecchia ormai di decenni e fonte inesauribile di capolavori senza tempo come La Cosa, Ultimatum alla Terra, Incontri ravvicinati del terzo tipo, Independence Day, solo per citarne alcuni. Tutti titoli che per la maggior parte avevano come obiettivo quello di rappresentare una guerra tra uomo e alieno, cercare di scoprire le tecnologie delle entità venute dallo spazio oppure tentare di immaginare un’ipotetica interazione tra le due razze. Denis Villeneuve, invece, si pone il problema di raccontare il come comunicare con i visitatori dallo spazio e quale linguaggio possa unire due esseri viventi così lontani e così diversi. Questo e molto altro accade nel suo nuovo thriller fantascientifico Arrival, presentato alla 73° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che in realtà utilizza soltanto gli elementi cardine dello Sci-fi per raccontare una storia molto più aderente alla realtà di quanto si possa pensare.

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Il più grande sogno, la recensione

La Mostra Internazionale d’arte Cinematografica di Venezia ha da sempre rappresentato anche un territorio per nuove proposte ed esordienti che, almeno nelle intenzioni, dovrebbero apportare una ventata di novità, idee fresche sia dal punto di vista narrativo che stilistico. Ma non sempre è così, purtroppo, e in alcuni casi il nuovo che avanza è ancora più vecchio di chi lo precedeva.

È questo il caso del giovane regista Michele Vannucci che con la sua opera prima, intitolata Il più grande sogno, propone un lavoro nel complesso mediocre, inconcludente e popolato da personaggi già visti e rivisti, protagonisti oltretutto di una storia debole e poco appassionante.

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Il cittadino illustre, la recensione

E’ stato il primo film in concorso per il Leone d’Oro alla 73^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia a ricevere un applauso unanime da parte della Sala Darsena. Infatti ha stregato proprio tutti Il cittadino illustre, la pellicola argentina firmata da Mariano Cohn e Gaston Duprat, che racconta il ritorno nella piccola cittadina di Salas da parte del suo cittadino più illustre, il premio Nobel per la Letteratura Daniel Mantovani.

E se qualcuno si chiedesse come sia stato possibile conquistare una critica che nell’ultima settimana non ha risparmiato nessuno, ebbene la risposta risiede nella semplicità.

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Animali Notturni, la recensione

“Lo stile deve servire la sostanza”, questo è il mantra di Tom Ford che torna al Lido di Venezia (dopo la presentazione della sua opera prima, A Single Man), con Animali Notturni, un thriller angosciante circondato dallo stile di una passerella di Gucci.

Al centro del film vi è Susan, affermata mercante d’arte, che un giorno riceve un pacco dal suo ex-marito con all’interno il suo ultimo romanzo. La tragica storia di un uomo e della sua famiglia comincia sulle strade del Texas e prenderà vita davanti agli occhi di Susan portandola a mettere in discussione il suo presente e le scelte prese in passato.

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Piuma, la recensione

Che cosa è esattamente un film da concorso?

Passeggiando per il lido, tutti (o quasi) sembrano avere la risposta pronta quando affermano: “Piuma non è certamente un film degno del concorso”. Il film, diretto da Roan Johnson e secondo titolo italiano presentato in concorso alla 73^ Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, è stato accolto con applausi e qualche fischio dalla critica; si ha l’impressione che analizzare un film in concorso a Venezia voglia dire dimenticarsi cosa significa godere della pellicola al di là di distinzioni, categorie e generi di ogni tipo. Ci si dovrebbe domandare in primis: Piuma è un’ottima commedia?

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Caffè, la recensione

Dire “globalizzazione” non è mai semplice: una parola lunga, dal suono complesso e dalle molte Z, mette paura anche quando dovrebbe dare sicurezza. Per tutti questi motivi, il regista Cristiano Bortone decide di sostituirla con un termine più semplice e immediato come Caffè, titolo del suo ultimo film presentato alle Giornate degli Autori al 73esimo Festival del Cinema di Venezia.

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Pets – Vita da animali, la recensione (CONTRO)

Che cosa fanno i giocattoli quando non c’è nessuno in casa?

A questa domanda ha risposto Toy Story nell’ormai lontano 1995 portando alle lacrime grandi e piccoli di tutto il mondo. Ma si sa, se l’idea è buona, rivederla in altri film è solo una questione di tempo. Pets riprende il detto “quando il gatto non c’è i topi ballano” e lo muove dai giocattoli verso gli animali domestici.

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Indivisibili, la recensione

Viola e Dasy sono due gemelle siamesi, attaccate per il bacino, che hanno da poco compiuto diciotto anni. A Castel Volturno, comune in provincia di Caserta, sono delle vere e proprie star della canzone neomelodica e vengono chiamate per esibirsi di continuo a matrimoni o feste di compleanno. Con le loro esibizioni, Viola e Dasy danno da mangiare a tutta la famiglia, composta da un padre/manager attaccato al guadagno immediato, una madre etilista e due zii che insieme al parroco del paese, Don Salvatore, stanno convincendo la comunità che le due cantanti – grazie alla loro particolarità genetica – siano in grado persino di portare fortuna. Le cose vanno bene fino a quando, grazie ad un incontro fortuito con il Dott. Fasano, le due ragazze scoprono di potersi dividere con un intervento nemmeno troppo pericoloso. Da questo momento tutto cambia. Dasy inizia a desiderare una vita “normale” con una propria individualità, Viola teme di perdere il legame con la sorella e Peppe – padre delle due – sa che non potrà più continuare a lucrare sulle sue figlie nello stesso modo.

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Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Liberami, la recensione

Da diversi anni a questa parte il cinema italiano sta vivendo un nuovo periodo d’oro grazie al documentario, un filone da sempre un po’ snobbato e di non facile fruizione per il pubblico medio, ma in grado di entrare in territori che il cinema di finzione non sarebbe in grado di approfondire più di quanto non abbia già fatto all’interno dei suoi confini narrativi. Un esempio lampante di ciò che stiamo dicendo è Liberami di Federica Di Giacomo, vincitore della sezione Orizzonti all’ultima Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, che racconta un mondo tanto inquietante quanto interessante e ricco di contenuti sociologici come quello dell’esorcismo e il rapporto fra i fedeli e il demonio.

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