Liberami, la recensione

Da diversi anni a questa parte il cinema italiano sta vivendo un nuovo periodo d’oro grazie al documentario, un filone da sempre un po’ snobbato e di non facile fruizione per il pubblico medio, ma in grado di entrare in territori che il cinema di finzione non sarebbe in grado di approfondire più di quanto non abbia già fatto all’interno dei suoi confini narrativi. Un esempio lampante di ciò che stiamo dicendo è Liberami di Federica Di Giacomo, vincitore della sezione Orizzonti all’ultima Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, che racconta un mondo tanto inquietante quanto interessante e ricco di contenuti sociologici come quello dell’esorcismo e il rapporto fra i fedeli e il demonio.

Il film segue la vita di Padre Cataldo, un prete esorcista siciliano dai modi bizzarri e poco convenzionali e dei suoi fedeli che partecipano ai suoi riti per scacciare il diavolo che è dentro di loro. Ma è tutto vero o solo credenze popolari? Questo è l’interrogativo che la Di Giacomo cerca di sviscerare nel suo ottimo documentario.

Liberami 2

Liberami, dunque, è un film di carattere antropologico, quasi una ricerca scientifica portata sullo schermo che però risulta molto godibile, fluida e scorrevole. Questo avviene grazie alla bravura della regista di non intromettersi mai nel racconto, neanche con voci fuori campo o didascalie, e lasciare sempre che a parlare siano i protagonisti e le immagini delle messe, che in realtà hanno più il sapore di terapie di gruppo. In queste sequenze, infatti, si assiste ad improvvisi malori, contorcimenti in stile Esorcista, urla sovrumane e altri gesti che in realtà sembrano anche un po’ preparati ed enfatizzati, cosa che a tratti rovina lo spirito di partenza del documentario.

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Inevitabile poi che le fondamenta del racconto reggano sulle spalle di Padre Cataldo, autentico mattatore del film e personaggio che sembra fuoriuscito da un’altra epoca, un uomo alla mano ed in grado di trasmettere calma e serenità anche a persone che vivono un difficile momento con sé stessi e la vita in generale. Un carattere così non poteva non far scaturire diverse sequenze di irresistibile comicità involontaria, su tutte quella dell’esorcismo telefonico al termine del quale il prete augura un sereno natale alla moglie della persona posseduta.

Liberami 3

Ciò che ne viene fuori, in conclusione, è un perfetto ritratto di una società che per certi versi sta tornando indietro di decenni e decenni e che sente il bisogno di aggrapparsi alla fede in Dio per superare le difficoltà della vita e dare una spiegazione ai propri problemi di salute.

Ottimo lavoro dunque per una regista che alla sua terza opera pare aver trovato la giusta maturità artistica.

Liberami è nei cinema italiani dal 29 settembre distribuito da I Wonder Pictures.

Vincenzo de Divitiis

PRO CONTRO
  • Ottimo ritratto di una realtà intrisa di fede e paura del demonio.
  • Padre Cataldo è un personaggio forte e carismatico.
  • La regista decide saggiamente di non interferire mai con la storia.
  • I gesti e le urla degli indemoniati trasmettono un leggero senso di finzione.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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