Archivio tag: venezia 74

Le fidèle, la recensione

Per una curiosa casualità, due fra i più significativi noir europei di questa stagione cinematografica provengono dal Belgio: da un lato, l’orgia visiva frenetica e psichedelica della coppia Cattet/Forzani con Laissez bronzer les cadavres, dall’altro un film completamente diverso, Le fidèle (2017) di Mickaël R. Roskam, presentato alla Mostra di Venezia del 2017.

Il regista conclude così un’ideale trilogia dedicata a diversi milieu criminali, iniziata con Bullhead – La vincente ascesa di Jacky e proseguita con The Drop – Chi è senza colpa.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: +1 (da 1 voto)

L’affido – Jusqu’à la garde, la recensione

Vincitore del Leone d’Argento per la miglior regia e del premio Opera Prima Luigi de Laurentiis alla 74esima edizione della Mostra dell’Arte Cinematografica di Venezia, Jusqu’à la garde (che in Italia è diventato L’affido) del regista Xavier Legrand è un film che trae la sua forza da una storia tanto potente quanto tristemente comune. Narrata attraverso una regia che raramente si vede così incisiva e forte.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Mektoub, My Love: Canto Uno, la recensione

Il cinema di Abdellatif Kechiche ha ormai segnato un nuovo stile di realismo, che avvolge i corpi dei propri protagonisti, si focalizza sui loro volti e li segue ovunque, nella quotidianità più banale e banalmente esasperante. Chiaramente legato a un’idea moderna di nouvelle vague, che si rifà tanto a Éric Rohemer quanto a Jacques Rivette, Kechiche torna a raccontare la gioventù francese dopo il grande successo internazionale di La vita di Adele. E se quel film, che si è aggiudicato la Palma d’oro a Cannes nel 2013, trasponeva la graphic novel di Julie Maroh, Mektoub, My Love è liberamente ispirato al romanzo di François Bégaudeau La ferita, quella vera.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Il dubbio – Un caso di coscienza, la recensione

Tra i titoli più interessanti presenti della 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, non è passato certo inosservato Il dubbio – Un caso di coscienza (il cui titolo inglese è No Date, No Signature), vincitore di due premi nella sezione Orizzonti (migliore regia e miglior attore a Navid Mohammadzadeh).

Diretto dall’iraniano Vahid Jalilvand, già regista dell’interessante Un mercoledì di maggio, il film sembra muoversi in parte dalle stesse premesse giudiziarie del libanese L’insulto. Ma la chiave di lettura qui non è politica o storica. Il regista preferisce infatti concentrarsi sull’umanità dei suoi personaggi traendo quindi esplicitamente ispirazione dal suo ben più noto connazionale Asghar Farhadi (Il cliente e Una separazione), autore dalla scrittura impeccabile e di cui Jalilvand finisce per regalarci all’incirca le stesse emozioni.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Charley Thompson, la recensione

Prova superata a ottimi voti per Andrew Haigh, che con Charlie Thompson dà immagine al romanzo di Willy Vlautin.

Charlie Thompson è un ragazzo quindicenne, orfano di madre e con un padre alcolizzato che cambia fidanzata molto spesso. Mentre quest’ultimo è occupato a spassarsela con la nuova collega di lavoro del supermercato, il ragazzo è costretto a badare a sè stesso e alla casa con i pochi dollari che gli vengono dati dal genitore. Una notte, però, il padre viene pestato a sangue dal fidanzato della cassiera, un samoano vendicativo che lo getta contro una vetrina. In seguito a questo episodio, una scheggia di vetro si conficca nell’intestino dell’uomo e Charlie è chiamato a farsi bastare il nuovo lavoro di addetto alla manutenzione di cavalli da corsa.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Hannah, la recensione

Al suo secondo lavoro (il primo era Medeas, nel 2013), il regista trentino Andrea Pallaoro racconta la storia di una settantenne il cui unico legame con la propria famiglia è rappresentato dalla lontananza del marito, di recente chiamato alla galera, e che nulla può (e nulla sembra voler fare) davanti alla depressione di Hannah, donna con un forte legame esclusivo con André, ragazzino disabile nella cui casa lei lavora come domestica.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 2 voti)

La forma dell’acqua – The Shape of Water, la recensione

Presentato in concorso alla 74esima edizione della Mostra dell’Arte Cinematografica di Venezia, The Shape of Water – La forma dell’acqua del regista Guillermo Del Toro ha conquistato il cuore del Festival.

Elisa (Sally Hawkins) lavora come addetta alle pulizie in una sede della NASA nei primi anni Sessanta. Orfana e muta fin da bambina, presumibilmente a causa di un trauma subito che non ricorda (ma che l’ha lasciata con tre misteriose cicatrici sul collo), vive una vita semplice ma felice in un piccolo appartamento sopra una vecchia sala cinematografica. Ama ballare, cucinare uova sode e ha due grandi amici, il vicino di casa Giles (Richard Jenkins), artista pubblicitario in declino a causa dell´avanzare della tecnologia fotografica, e la collega di lavoro Zelda (Octavia Spencer), donna energica ed esuberante. 

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 10.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: +1 (da 3 voti)

Madre!: la folle visionarietà di Aronofsky in Blu-ray Disc

Il grande talento di Darren Aronofsky, che ci ha portato film di grandissimo pregio come Requiem for a Dream, The Wrestler e Il cigno nero, torna a deliziarci con un film molto discusso, Madre!, un’opera che si lascia tanto odiare quanto amare. Dopo una fugace comparsa al cinema a settembre, Madre! è ora disponibile in home video grazie a Paramount Pictures, in versione DVD e in alta definizione Blu-ray Disc.

VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: +1 (da 1 voto)

Downsizing – Vivere alla grande, la recensione

La scienza fa passi da gigante, ogni giorno. Quello che ieri ci sembrava impossibile oggi è realtà.

E così accade anche nel mondo che Alexander Payne dipinge in Downsizing – Vivere alla grande, film d’apertura della 74^ Mostra del Cinema di Venezia.

In un futuro che potrebbe arrivare da un momento all’altro, un gruppo di scienziati norvegesi studia come risolvere il sovraffollamento del nostro pianeta: siamo troppi, e ben presto le risorse finiranno portando alla conseguente estinzione del genere umano. E un giorno la soluzione arriva, semplice quanto singolare. Viene scoperta una procedura attraverso la quale un essere umano può essere rimpicciolito a 12 centimetri o poco più.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 2 voti)

My Generation, la recensione

Presentato fuori concorso alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia My Generation è il nuovo documentario, diretto da David Batty, sulla Gran Bretagna degli anni ’60, tra rock’n’roll, cinema e rivoluzione culturale. Arriva nelle nostre sale il 22 gennaio, come appuntamento/evento delle I Wonder Stories, prezioso format realizzato e distribuito da I Wonder Pictures.

A farci da Virgilio, tra gironi e canti della swinging London è, niente poco di meno che, Sir Michael Caine che, tra Piccadilly Circus e Carnaby Street, ricorda i suoi ventisette anni, ci spiega come ha cambiato il suo nome per arrivare a recitare e ci racconta la nascita della rivoluzione culturale nella capitale inglese: la Beatlemania, le minigonne, la pop art, i fotografi famosi, registi e creativi pubblicitari.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 2 voti)