TFF33: Keeper

In concorso al Torino Film Festival, Keeper è stato subito notato e ha riempito le sale tramite un inaspettato passaparola. Opera prima di Guillaume Senez, viene direttamente dal Festival di Locarno e sembra un film di Valérie Donzelli.

Keeper vede il ritorno al TFF di Laetitia Dosch, la brava interprete dell’apprezzabilissimo La bataille de Solférino di Justine Triet, in concorso due anni fa proprio al TFF, nei panni della terribile madre di Mélanie.

Due innamorati alle prese con i primi turbamenti sessuali: Maxime e Mélanie, due ragazzi come tanti, colti nel pieno della loro esplosione ormonale. Improvvisamente, Mélanie svela i suoi dubbi a Maxime: ha un ritardo. Passati i primi momenti di dubbi, Mélanie decide di fare un test di gravidanza. Il test conferma i suoi sospetti e i due adolescenti si trovano improvvisamente ad affrontare un problema ben più importante delle piccole cose adolescenziali. Nonostante il parere contrario dei genitori di entrambi, soprattutto l’irascibile madre di lei, Mélanie è decisa a tenere il bambino a tutti i costi. Maxime è dalla sua parte e si preoccupa di tranquillizzare i grandi, promettendo che l’aiuterà. I due ragazzi si trovano così a diventare improvvisamente genitori di un maschietto, vivendo in casa dei genitori di lui e dividendosi tra la maternità/paternità è la scuola.

keeper 2

Ma sono davvero cresciuti? Un figlio è davvero un evento sufficientemente responsabilizzante? Anche quando si è così giovani, quando i propri dissidi interiori non sono ancora scoppiati e quando si trovano a fronteggiare il senso di responsabilità, e allora le decisioni precedentemente prese rischiano di essere messe in discussione?

Keeper è un’opera prima interessante con i classici difetti dell’opera prima, ma niente di più. Ha un buon tema, una scrittura e due interpreti che sembrano usciti da un film dei fratelli Dardenne (e penso in particolare a L’enfant – Una storia d’amore), ma non gioca a dovere le carte che ha in mano: non potenzia alcuni aspetti importanti nella storia che servirebbero a stabilizzare l’attenzione dello spettatore sul film. Così, gli ultimi venti minuti rischiano di essere guardati molto distrattamente. Un’opera buona, ma alla fine un’occasione mancata.

Claudio Rugiero

PRO CONTRO
  • Tema interessante e attuale
  • Buoni interpreti
  • Dialoghi interessanti
  • Ha una regia poco appassionante
  • Nella seconda parte, perde di interesse
  • Non riesce a “slittare”
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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