The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro, la recensione

La seconda volta di ogni supereroe non si scorda mai.

Sembra ormai una regola quella che sancisce la superiorità qualitativa dei numeri due nelle saghe cinematografiche dedicate ai supereroi fumettistici. Accade spesso e ne abbiamo avuto molte dimostrazioni, più o meno recenti, che vanno da Batman – Il ritorno di Tim Burton a Blade II di Guillermo Del Toro, toccando anche X-Men 2 di Bryan Singer, Spider-Man 2 di Sam Raimi, Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, Thor – The Dark World di Alan Taylor e Captain America: The Winter Soldier dei fratelli Russo. In realtà non si fatica molto a capire il perché di questa superiorità dei secondi episodi, che va ricercata soprattutto in un più strutturato e compatto impianto narrativo che può esularsi dall’obbligo di raccontare le origini, fardello ingombrante di ogni primo capitolo di una saga. Ed è esattamente quello che sta accadendo con questo reboot sull’Uomo Ragno.

Quando nel 2012 fu annunciato che Spider-Man sarebbe tornato al cinema con un nuovo numero 1, lo scetticismo avvolse un po’ tutti e infatti The Amazing Spider-Man di Marc Webb, per quanto fosse obiettivamente un buon film, aveva quell’alone di spudorata inutilità ad ammantarlo. A nulla serviva ispirarsi alla saga fumettistica Ultimate, porre come nemico il Dr. Connors, aka Lizard, accennare un passato complottistico con protagonisti i genitori di Peter Parker e dare un tono più dark al tutto, se poi, alla fin fine, si trattava di un remake relativamente fedele di un film ancora fin troppo vivido nella mente dello spettatore. Con The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro, scrollatosi di dosso il peso di dover raccontare per la seconda volta le sfighe e le cotte di Peter Parker e la genesi dell’Uomo Ragno, si passa a una storia tutta nuova, con nemici (quasi) inediti e un impianto narrativo certosino e invidiabilmente armonioso.

spiderman

Al timone c’è ancora una volta Marc Webb, che avendo esordito nel 2009 con l’ottima commedia (anti)sentimentale 500 giorni insieme, ha ora trovato una dimensione perfetta nella direzione delle scene d’azione, che sono uno dei maggiori fiori all’occhiello di questo sequel, così come lo erano già per il suo predecessore. Vedere Spider-Man volteggiare tra i palazzi di New York, esibirsi in funamboliche acrobazie e intento a scontrarsi con i criminali è un qualche cosa di altamente spettacolare, accentuato da un uso del 3D mai così funzionale e ottimamente sfruttato per rendere immersiva l’esperienza di visione. Ma The Amazing Spider-Man 2 non è solo spettacolarità e belle coreografie, piuttosto riesce anche a portare la storia del simpatico “ragno di quartiere” a un livello successivo, incanalando eventi di una certa importanza, colpi di scena e fondamentali villains con sagacia e armonia.

La sceneggiatura di Alex Kurtzman, Roberto Orci e Jeff Pinkner comincia mostrandoci un evento del passato riguardante la triste sorte dei coniugi Parker, andando così a ricollegarsi all’incipit e ai flashback del film precedente. Da qui passiamo direttamente all’azione, con uno scatenato Aleksei Sytsevich, interpretato da un Paul Giamatti estremamente gigione, che getta nel caos il centro di New York prima di essere fermato da Spider-Man. Già da questa sequenza d’apertura troviamo quel tono scanzonato che ha sempre caratterizzato i fumetti dell’Uomo Ragno e che era stato efficacemente colto da Sam Raimi nei suoi film sul supereroe e che invece mancava colpevolmente dal primo capitolo di Marc Webb. Già da questa scelta si capisce che The Amazing Spider-Man 2 è destinato a far breccia nei cuori dei fan e si continua su questa lunghezza d’onda, introducendo il personaggio di Max Dillon, a breve Electro. A dire il vero, la caratterizzazione di Dillon, interpretato con evidente divertimento da Jamie Foxx, è assolutamente fumettistica ma fin troppo stereotipata, anche se in seguito alla trasformazione in Electro ci troviamo dinnanzi a un cattivo di quelli che sanno farsi ricordare. C’è poi la famiglia Osborn, che, a parte il quasi cammeo di Chris Cooper nel ruolo di Norman, è rappresentata dall’ottimo Dane DeHaan in quello di suo figlio Harry, futuro Goblin. Ecco, se c’è un difetto in The Amazing Spider-Man 2 è la fretta con cui Harry passa da amico a rivale di Peter Parker e da umano a mutante; quel che accade segue un preciso e ordinato iter, ma si ha l’impressione che ci sia stata fretta nel giungere a conclusione di questo cambiamento in Harry Osborn. Fortunatamente, però, stavolta si riesce ad evitare quella sensazione di sovraffollamento che si era riscontrata, per esempio, in Spider-Man 3, dal momento che Electro è il villain principale, tutto il resto è una porta aperta verso il futuro.

The amazing spiderman 2_Electro

E proprio di prospettive future vive The Amazing Spider-Man 2, dal momento che agli immancabili cliffhanger che ormai accomunano i capitoli di queste saghe ad episodi di una serie tv, ci sono molti riferimenti nascosti al futuro del franchise. Se i Sinistri Sei sono annunciati a gran voce con fugaci apparizioni dei tentacoli di Octopus e le ali di Avvoltoio, oltre che dall’ormai certo spin-off in pre-produzione, più o meno nascosti nella folla ci sono anche Alistair Smythe e Felicia Hardy, alias Gatta Nera.

Il risultato complessivo di cui gode The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro è davvero ottimo, confermando l’andamento positivo dei più recenti film sui super-eroi iniziato con Thor: The Dark World e proseguito con Captain America: The Winter Soldier. Si tratta di un film completo e complesso, anche se ampiamente fruibile anche da chi di fumetti non ne mastica. Il giusto compromesso tra umorismo e toni nerissimi, che fanno capolino soprattutto nel finale, si unisce a un uso superbo della musica, vera protagonista di molte macrosequenze, come la spettacolare furia di Electro a Time Square.

Ai già citati DeHaan, Giamatti e Foxx, che formano il trio dei cattivi, si confermano le ottime performance di Andrew Garfield nel ruolo di Peter Parker/Spider-Man, assolutamente aderente al personaggio ancor più che nel primo film, ed Emma Stone, che è una Gwen Stacy adorabile.

Se vi è piaciuto The Amazing Spider-Man probabilmente adorerete questo sequel, se invece quello non vi aveva convinto, potrete sicuramente apprezzare la volontà di correggere i difetti e di portare a uno stadio più maturo e successivo la saga.

Altamente consigliato ai cinecomix addicted.

Roberto Giacomelli  

PRO CONTRO
  • Ricco e complesso senza risultare confuso e sovraffollato.
  • Porta avanti la storia con intelligenza.
  • Scene d’azione veramente spettacolari.
  • Uso del 3D ottimo.
  • Cast affiatato e ben assortito.
  • Migliore del primo capitolo.
  • Il personaggio di Harry Osborn è gestito con un po’ di fretta.
  • Spesso l’effetto speciale ruba la scena all’impiianto narrativo.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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