Tutti per 1 – 1 per tutti, la recensione
Esattamente due anni fa esordiva sul grande schermo I Moschettieri del Re – La penultima missione, singolare commedia mascherata da cappa e spada che traeva molto liberamente ispirazione da I tre moschettieri e Vent’anni dopo di Alexandre Dumas. Si trattava di un vero e proprio blockbuster, scritto e diretto da Giovanni Veronesi con un grande cast che annoverava Pierfrancesco Favino, Rocco Papaleo, Valerio Mastandrea, Sergio Rubini e Margherita Buy, un vero e proprio esperimento di generi per il cinema italiano che però non riscosse lo sperato successo e fu stroncatissimo dalla critica. Eppure, nonostante tutto e perfino in barba a un colpo di scena finale che lasciava ben poche possibilità di continuare la storia, arriva un sequel, Tutti per 1 – 1 per tutti, con stesso cast tecnico e artistico ma un distacco ben più netto dall’opera letteraria di partenza e una curiosa virata verso il fantasy per famiglie.
Tutti per 1 – 1 per tutti è anche il primo film Sky Original, benché prodotto da Vision Distribution e Indiana Production per il cinema, ma destinato in extremis ad esordire il 25 dicembre su Sky Cinema in anteprima esclusiva e on demand su Now Tv, per ovviare alla persistente chiusura delle sale imposta dal DPCM di fine ottobre.
Se il finale de I Moschettieri del Re ci svelava che tutta l’avventura a cui avevamo assistito nel corso delle due ore era solo l’immaginazione di un bambino, Tutti per 1 – 1 per tutti prende il via proprio da una scolaresca pronta a salutarsi prima del lockdown che favorirà la didattica a distanza, tra i bambini ce n’è uno riccioluto in particolare che appare molto triste perché non potrà più vedere la bambina di cui ha una cotta e che è prossima a partire per far ritorno in Inghilterra. Prima di tornare a casa, il bambino si ferma al parco a leggere il libro che il maestro gli ha assegnato e, da questo momento, ci troviamo dentro il romanzo animato dalla fantasia del bambino. Si tratta di un proseguimento de I tre moschettieri, e il piccolo protagonista si trova a fare da apprendista agli invecchiati moschettieri, ormai rimasti in tre dopo la morte di Aramis, che vengono richiamati dalla Regina Anna d’Austria per un’ultimissima missione: dovranno scortare la piccola Principessa Ginevra, figlia di Enrichetta d’Inghilterra, verso l’Olanda dove dovrà sposarsi in un matrimonio combinato tra reali. Ovviamente il viaggio sarà pieno d’insidie.
Completamente scollato dai romanzi di Dumas, Tutti per 1 – 1 per tutti intraprende anche il rischioso tentativo di cambiare tono in confronto al precedente film e la commedia avventurosa si contamina pesantemente con il fantasy per ragazzini. Purtroppo, però, come di sovente accade nel cinema italiano, fare un film fantasy per ragazzi non significa andare davvero incontro ai gusti dei ragazzini di oggi, ma dar vita a un ibrido figlio della visione (distorta) che hanno le persone (anziane) che vi lavorano di quello che secondo loro può piacere a un ragazzino. Il risultato, ovviamente, è un “mostro” completamente fuori da ogni logica produttivamente vincente, un’opera sgangherata e straniante che finisce per essere infantile e stupidotta per un adulto ma anche noiosa e cringe per un ragazzino di oggi.
Tutti per 1 – 1 per tutti finisce esattamente in questa (evitabilissima) trappola e il risultato è imbarazzante, un interminabile polpettone male assemblato che vorrebbe far ridere ma non ci riesce, vorrebbe creare il senso dell’avventura ma annoia, vorrebbe fare il verso all’azione all’americana ma ha coreografie goffe e vorrebbe stimolare la fantasia ma adotta solo soluzioni datate e stupide.
Andando al sodo. I moschettieri, prima di partire per la missione, vanno da Cherì, una sorta di Q di James Bond (interpretato da Luis Molteni) che li rifornisce di marchingegni e tra questi consegna loro Tomtom, una sorta di veggente dall’aspetto di una ragazza selvaggia (è interpretata da una irriconoscibile Giulia Michelini) che saprà guidarli per raggiungere la destinazione. Ovviamente il riferimento è al celebre navigatore satellitare per automobili e, se non si fosse capito, il personaggio si esprime anche con la tipica voce del tomtom. Veronesi e i co-sceneggiatori Nicola Baldoni e Giulio Calvani, puntano tantissimo su questa “geniale” trovata tanto da intessere una pseudo storia romantica tra Tomtom e Portos, ma vi assicuro che è tutto talmente anacronistico in questa scelta da suscitare quasi fastidio. E poi c’è l’anima di Aramis reincarnata in un lupo che parla al giovane protagonista (con la voce di Sergio Rubini, che non ha potuto partecipare per impegni pregressi) come nei b-movie americani con animali parlanti, c’è Cyrano De Bergerac (interpretato da Guido Caprino) a capo di una carovana di malvagi freaks che sembrano usciti dal Pinocchio di Garrone… insomma, capirete che si tratta di un minestrone davvero indigesto in cui la fantasia che dovrebbe animare i nobili intenti dell’operazione sembra piuttosto il risultato di scelte casuali tirate fuori dal bussolotto del bingo dagli sceneggiatori.
In questo trambusto di situazioni slegate tra loro e scene d’azione impacciatissime, c’è spazio per i tre moschettieri di Favino, Mastandrea e Papaleo che, alla fine, sono la cosa migliore del film perché simpatici e ben caratterizzati, con un Atos stanco e in preda di frequenti blackout, Portos più sagace del solito nel risolvere le situazioni e D’Artagnan con l’improbabile parlata maccaronica che dà vita a esilaranti giochi di parole condotti benissimo da un Favino in perfetta forma comica.
Ecco, se il film fosse stato tutto affidato ai tre attori senza condirlo di fesserie e brutte derive family friendly, staremmo qui a parlare di riuscito leggero intrattenimento, invece dobbiamo confrontarci con un prodotto mal focalizzato, troppo lungo e scritto in maniera incredibilmente approssimativa. Quello che ci rimarrà di Tutti per 1 – 1 per tutti probabilmente è la cornice ambientata ai giorni nostri, in cui i bambini indossano mascherine chirurgiche ricollegandosi direttamente alla triste realtà di questo 2020, ben diversa dalla libera spensieratezza della fantasia di un ragazzino.
Roberto Giacomelli
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