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U.S. Palmese, la recensione

Ci sono film brutti e poi ci sono film che fanno arrabbiare. U.S. Palmese appartiene miracolosamente ad entrambe le categorie.
Vi dico la verità, non mi aspettavo molto, conoscendo il cinema dei Manetti Bros., e il trailer già tradiva le debolezze strutturali del film. Ma mai avrei immaginato un risultato così sciatto e visivamente raffazzonato. La cosa più sconcertante è che, se solitamente le carenze narrative emergono su una base tecnica solida, qui la bruttezza visiva e produttiva oscura persino i problemi di scrittura.
Follemente, la recensione della nuova commedia surreale di Paolo Genovese

Eros, Romeo, Valium e Professore. Costantemente arrapato il primo, tenero e sognante il secondo, cinico e paranoico il terzo ed estremamente razionale l’ultimo. Ma ci sono anche la sensuale e istintiva Trilli, la dolce Giulietta, la determinata Alfa e la ribelle e imprevedibile Scheggia. Non sono otto persone reali, bensì le personalità che vivono nella mente di Piero e di Lara, entrambi single, reduci da brutte esperienze relazionali ma ora decisi a rimettersi in gioco sentimentalmente. Quando Piero accetta l’inaspettato invito a cena a casa di Lara, tutto lascia immaginare una notte di sesso e divertimento. Ma quando i due si ritrovano faccia a faccia si scoprono impacciati e goffi, si incartano di continuo. Si piacciono da morire ma non riescono a trovare le parole giuste, anzi i pensieri giusti, per confessarsi a vicenda. Anzi, non riescono a confessarlo nemmeno a loro stessi. Si, perché come in ogni primo appuntamento, nella loro testa regna il caos, generato proprio da tutte quelle personalità che non smettono mai di parlare nelle rispettive teste, dando consigli giusti o sbagliati. Piero e Lara, nel corso della sera, dovranno trovare il modo di mettere a tacere tutti quei pensieri discordanti e trovare un punto d’incontro per trasformare quell’improbabile cena in un vero primo appuntamento. Il loro primo appuntamento.
I peggiori giorni: in DVD il secondo film antologico diretto da Edoardo Leo e Massimiliano Bruno

L’anno cinematografico 2023 si apriva con l’uscita in sala di I Migliori Giorni, ovvero una commedia al vetriolo diretta da Edoardo Leo e Massimiliano Bruno che intendeva mettere alla berlina vizi e virtù degli italiani riesumando la formula (un tempo molto amata dalla commedia all’italiana) del film a episodi. Purtroppo, però, il risultato non è stato dei migliori e il film diretto dai due talentuosi artisti appariva fiacco, poco ispirato sul fronte dell’ilarità e schiacciato da un buonismo e una retorica che non dovrebbero di certo appartenere ad una commedia di questo tipo. Lo scorso ferragosto, tuttavia, Edoardo Leo e Massimiliano Bruno c’hanno riprovato con I Peggiori Giorni, bizzarro sequel del precedente film girato back-to-back e ancora una volta interessato a deridere gli italiani osservandoli durante alcune delle festività più importanti del nostro calendario. Con un cast gigantesco che vede coinvolti nomi come Anna Foglietta, Renato Carpentieri, Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Battiston, Claudia Pandolfi, Neri Marcorè, Ricky Memphis, Rocco Papaleo e Giovanni Storti, I Peggiori Giorni è da poche settimane disponibile in DVD grazie ai canali distributivi di CG Entertainment.
Romantiche e Scordato: Pilar Fogliati e Rocco Papaleo all’insegna della nuova commedia all’italiana

Che sorte bizzarra che è toccata alla commedia all’italiana. Quando pensiamo alla nostra commedia del passato, quella degli anni d’oro, non possiamo fare a meno di farci venire alla memoria nomi illustri quali Alberto Sordi, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi o Vittorio Gassman. Certo, ma anche registi come Vittorio De Sica, Dino Risi, Mario Monicelli, Luciano Salce o Nanni Loy (giusto per citarne alcuni). Spesso ci si piange addosso perché la commedia all’italiana, a partire dagli anni ’80, non è più riuscita a coltivare nuovi caratteri davvero di spessore. Ma la verità – e questa è la cosa veramente grave – è che la nuova commedia all’italiana non è più riuscita a coltivare veri autori. Non ci sono più registi capaci di fare la differenza e di portare la loro personalissima visione della società. Oggi, con sempre maggior frequenza, la regia delle commedie viene messa nelle mani degli attori stessi così da generare, di conseguenza, una spersonificazione artistica piuttosto importante. Ne sono una testimonianza anche le due commedie di questo lotto, Romantiche e Scordato. Il primo segna il debutto dietro la macchina da presa della simpaticissima Pilar Fogliati mentre il secondo è la quarta regia cinematografica di Rocco Papaleo. Entrambi i titoli sono disponibili da poco in DVD grazie a Vision Distribution e ai canali distributivi CG Entertainment.
Tutti per 1 – 1 per tutti: il regista e il cast raccontano la lavorazione del film

La sera di Natale è stato trasmesso in prima assoluta su SkyCinema ed è tutt’ora disponibile on demand su NOW Tv Tutti per 1 – 1 per tutti, il sequel de I Moschettieri del Re – La penultima missione, che nel 2018 portava Giovanni Veronesi a confrontarsi con il cappa e spada (ma dal sapore comedy) derivato dal capolavoro letterario di Alexandre Dumas. Veronesi torna dietro la macchina da presa e dirige Pierfrancesco Favino, Rocco Papaleo e Valerio Mastandrea di nuovo nei ruoli di D’Artagnan, Atos e Portos, a cui si aggiungono Margherita Buy, Giulia Michelini, Federico Ielapi, Sara Ciocca e Giulio Scarpati, che abbiamo incontrato in conferenza stampa.
Tutti per 1 – 1 per tutti, la recensione

Esattamente due anni fa esordiva sul grande schermo I Moschettieri del Re – La penultima missione, singolare commedia mascherata da cappa e spada che traeva molto liberamente ispirazione da I tre moschettieri e Vent’anni dopo di Alexandre Dumas. Si trattava di un vero e proprio blockbuster, scritto e diretto da Giovanni Veronesi con un grande cast che annoverava Pierfrancesco Favino, Rocco Papaleo, Valerio Mastandrea, Sergio Rubini e Margherita Buy, un vero e proprio esperimento di generi per il cinema italiano che però non riscosse lo sperato successo e fu stroncatissimo dalla critica. Eppure, nonostante tutto e perfino in barba a un colpo di scena finale che lasciava ben poche possibilità di continuare la storia, arriva un sequel, Tutti per 1 – 1 per tutti, con stesso cast tecnico e artistico ma un distacco ben più netto dall’opera letteraria di partenza e una curiosa virata verso il fantasy per famiglie.
Pinocchio, la recensione

Quando è stato annunciato che Matteo Garrone avrebbe lavorato a una nuova trasposizione de Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi la reazione istintiva di qualsiasi cinefilo è stata di perplessità. Una perplessità data non tanto dal nome del regista o dall’opera di partenza, ma dalla difficoltà con cui le due cose si potessero legare insieme senza che l’una stravolgesse l’altra. Perché da una parte c’è la favola italiana più famosa al mondo (grazie a Disney) che ha già solcato l’immaginario di diverse generazioni; dall’altra abbiamo uno dei più talentuosi registi italiani che fino ad oggi ha legato il suo nome ad opere crude, nerissime e violente. Chi ha fagocitato chi?
Moschettieri del Re – La penultima missione, la recensione

Nella Francia del 1600, la Regina Anna teme che il viscido e perfido Cardinale Mazzarino stia tramando contro la Corona e il proprio Paese. Per garantire la libertà ai perseguitati Ugonotti e aver salva la vita del giovanissimo Luigi XIV, la Regina decide di riunire un’ultima volta i quattro Moschettieri per affidare loro quest’ultima – anzi penultima, stando al titolo – missione. Ma i tempi non sono più quelli di una volta e i quattro Moschettieri del Re sono drasticamente invecchiati. Adesso D’Artagnan è un allevatore di maiali con il ginocchio fragile, Athos è affetto da sifilide e costantemente in lite con le sue due mogli, Aramis per sfuggire ai debiti si è riscoperto abate e Porthos, a causa di problemi con l’alcool, ha la memoria fortemente annebbiata. Nonostante lo scetticismo di partenza, fatta eccezione per il sempre esuberante D’Artagnan, i quattro decidono di accettare l’incarico e difendere ancora una volta il Regno.
Bob e Marys – Criminali a domicilio, la recensione

Da pochi anni a questa parte Napoli sembra essere diventata la seconda capitale del cinema italiano, una meta e fonte di ispirazione per tante nuove produzioni che raccontano la città partenopea, ma non solo, attraverso le sue caratteristiche e peculiarità più famose al mondo. Da qui la fioritura di serie tv sulla camorra, commedie spensierate e leggere e finanche film drammatici sulle difficoltà di Napoli che però, al di là della loro qualità, rischiano di somigliarsi troppo tra loro e risultare stereotipati e alla lunga poco credibili.
Una strada nella quale non sembra voler imbattersi Francesco Prisco il quale nel suo nuovo lavoro, dal titolo Bob e Marys – Criminali a domicilio, cerca ispirazione in atmosfere decisamente lontane dal contesto che ci circonda e più vicine al cinema d’oltreoceano. Il risultato è una commedia nera ottima sulla carta e nelle intenzioni, ma nel complesso balbettante nella resa e incapace di prendere una sua strada e identità ben precisa.