Onda su onda, la recensione

Gegè Cristofori è un cantante ormai alla deriva che vive nel ricordo di un passato che per lui non è mai stato glorioso e nella frustrazione di essere ritenuto sempre poco adatto a comparire sotto i riflettori. Ma adesso per Gegè la situazione è arrivata ad un probabile punto di svolta. Una chiamata da Montevideo, in Uruguay, ha rimesso il cantante in carreggiata e ora è diretto lì per tenere un superconcerto in onore dei vecchi tempi.

Sulla nave per Montevideo, Gegè conosce Ruggero, un cuoco solitario con la fobia per la terra ferma e che dunque non scende dalla nave da ben quattro anni. Tra Gegè e Ruggero non scorre buon sangue poiché l’esuberanza e l’egocentrismo del cantante poco si sposano con la riservatezza del cuoco.

A causa di un incidente, la sera prima che la nave sbarchi a Montevideo, Gegè perde la voce ma quel concerto è troppo importante per poter essere annullato. Occorre trovare una soluzione, anche la più improbabile. Quale? Far finta che Ruggero sia Gegè Cristofori e far esibire lui al suo posto.

onda su onda 1

Continua l’attività da regista cinematografico per il simpatico attore/showman Rocco Papaleo che, dopo l’insolito road movie Basiclicata coast to coast e l’agrodolce Una piccola impresa meridionale, firma la sua terza regia che ancora una volta ha il sapore di un malinconico carnevale in cui, al posto dei colorati carri di cartapesta, sfilano amari sentimenti incarnati da personaggi in bianco e nero. Per l’occasione Papaleo rievoca un grande cantautore della nostra musica, Bruno Lauzi, e prende in prestito il titolo di un suo enorme successo per attribuire un nome a questo suo nuovo e amaro carnevale: Onda su Onda.

Anche se “ancora” al suo terzo film, il cinema di Rocco Papaleo dimostra di avere già delle precise caratteristiche, come dovrebbe giustamente fare un ritornello in un componimento musicale, film dopo film definendo una vera e propria melodia nella filmografia registica di questo singolare commediante italiano.

onda su onda 4

Una commedia scritta e diretta da Papaleo, dunque, può essere facilmente individuata tra mille grazie ad una forte personalità artistica pronta a dimostrare che, attraverso i suoi film, Rocco Papaleo sta cercando di portare avanti un discorso ben preciso i cui elementi principali sono i fallimenti umani e la musica. Due elementi, questi, posti alla base di tutti e tre i suoi film ma che, questa volta, smettono di essere tematiche di sottofondo per assumere valore di ossatura portante dell’intera opera.

Rocco Papaleo, che del film è anche protagonista affiancato ancora una volta dal sempre bravo Alessandro Gassman, pone al centro della narrazione due protagonisti che altro non sono che la doppia faccia di una stessa medaglia: il fallimento. Personaggi dalle psicologie indubbiamente complesse ed articolate che, una buona volta, escono fuori dalla quella frustrante bidimensionalità che grava su buona parte delle commedie made in Italy.

onda su onda 2

Papaleo veste i panni del cantante Gegè, un musico fallito che vive costantemente nell’attesa di pregustare i suoi quindici minuti di fama che probabilmente non arriveranno mai e che, proprio come le parole della canzone di Lauzi, onda su onda è destinato ad essere portato dal mare alla deriva in balia di una sorte bizzarra e cattiva. Discorso analogo vale per il coprotagonista Ruggero, un cuoco fobico a causa di un passato oscuro e con un futuro ad attenderlo che di certo non è dei più rosei. Due protagonisti molto interessanti a cui se ne unisce una terza, l’organizzatrice del concerto a Montevideo interpretata da una convincente Luz Cipriota, anch’essa destinata a prendere parte a questo diabolico mosaico i cui tasselli sono le tristi vite dei protagonisti del racconto.

Il problema principale di Onda su Onda è che, pur disponendo di una serie di carte assolutamente vincenti, non riesce mai ad entrare come dovrebbe dentro la storia lasciando costantemente una fastidiosa sensazione di incompiuto. I personaggi posti al centro della narrazione sono interessanti, così come lo è la storia e l’inaspettato colpo di scena che si porta dietro, eppure a fine visione si ha l’impressione che tutto poteva essere raccontato meglio e soprattutto di più.

Si resta in superficie su ogni cosa, le psicologie dei personaggi sono interessanti ma poco sviluppate e allo stesso modo lo sono anche i bizzarri intrecci che si instaurano fra tutti loro. Rocco Papaleo riesuma una formula classica della commedia all’italiana, ovvero lo scambio delle identità, e questa cosa poteva dare il via – mai come in questo caso – a dinamiche davvero interessanti e divertenti. Una cosa però che non accade, o comunque non accade come avrebbe potuto.

onda su onda 5

Poco spazio viene concesso anche alla “risata”, elemento che non è mai apparso come un obiettivo primario nel cinema di Papaleo ma che, soprattutto in questo caso, avrebbe senz’altro giovato all’intera vicenda.

Insomma, questa volta la freccia scoccata dall’arco del simpatico attore potentino non ha fatto centro e Onda su Onda è un film “mancato” pronto a dimostrare che le idee c’erano ma forse, questa volta, l’ispirazione non era abbastanza.

Un film incompiuto.

Giuliano Giacomelli

PRO CONTRO
  • Rocco Papaleo porta avanti la sua idea di cinema continuando ad approfondire tematiche a lui care.
  • Personaggi potenzialmente interessanti all’interno di un contesto non banale.
  • Molto buone le performance attoriali.
  • Tutto è poco sviluppato. Una storia potenzialmente accattivante non esplode mai restando sempre in “superficie”.
  • Un film vagamente simpatico che non riesce mai a divertire come avrebbe dovuto.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Onda su onda, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.