The Whale, la recensione
The Whale, il nuovo film di Darren Aronofsky presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, è stato uno dei migliori film della 79esima edizione ed è stato candidato a 3 premi Oscar, tra i quali quello per migliore attore protagonista.
Basato sulla sceneggiatura teatrale di Samuel D. Hunter, il film ha come protagonista Charlie, interpretato da Brendan Fraser, un uomo obeso e con serie difficoltà di movimento che si mantiene insegnando corsi online in cui nasconde la sua situazione fisica. La vicenda si svolge nel corso una settimana, per lo più in una stanza, dal momento in cui le condizioni fisiche di Charlie stanno ulteriormente peggiorando e lui è aiutato da Liz (Hong Chau), sua infermiera e amica. Temendo stia per arrivare la fine, l’uomo cercherà quindi di riallacciare i rapporti con la figlia Ellie (Sadie Sink, ovvero Max in Stranger Things), avuta da una relazione precedente.
Nonostante porti la firma di Aronofsky, The Whale è un film narrativamente molto lineare: non ci sono le criptiche allegorie di Madre!, la follia di Pi – Il teorema del delirio, l’epica drammatica di Requiem for a Dream o la destrutturazione narrativa di Noah, ma il film mantiene l’approccio teatrale della sceneggiatura originale. Rimangono tuttavia alcuni temi fondamentali del cinema di Aronofsky, tra cui soprattutto il rapporto con il divino e l’esistenza di Dio, oltre che una storia di riscatto genitoriale che ricorda il bellissimo The Wrestler.
Uno dei temi principali è infatti quello della salvezza, una salvezza fisica o spirituale che i diversi personaggi cercano di attuare verso gli altri: Charlie cerca di salvare la figlia Ellie, ribelle e scontrosa, cercando di rimediare ai suoi errori e aiutandola a scuola; Liz cerca di salvare Charlie standogli vicino e aiutandolo quando ne ha bisogno; Thomas (Ty Simpkins) cerca di salvare Charlie vendendogli una nuova fede e promettendogli la salvezza eterna. Ma l’unico oggetto che sembra salvare realmente Charlie più volte è una tesina su Moby Dick, scritta in modo semplice ma brutalmente onesto, che diventa il centro metaforico dell’immaginario di The Whale.
La regia di Aronofsky eccelle nel rendere il film incredibilmente dinamico e pieno di ritmo, nonostante tutto si svolga per lo più in una singola stanza con un protagonista che può a malapena muoversi. The Whale però non è affatto un film statico: fin dai primi minuti si è sommersi dal ritmo e immersi nella narrazione e nonostante gli spazi limitati e l’immobilità del protagonista, attraverso il montaggio e l’entrata di più personaggi il film è in continuo movimento.
La figlia Ellie, l’amica Liz, il misterioso Thomas che cerca di convertire Charlie a una chiesa/setta dal nome New Life, i vari personaggi ruotano attorno a Charlie interagendo con lui e dando continuo movimento alla narrazione, che riesce a strappare qualche sorriso nonostante la situazione drammatica del protagonista del film.
Tra gli elementi di forza c’è sicuramente la impressionante interpretazione di Brendan Fraser, che è stato un serio candidato per la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile a Venezia, poi vinta da Colin Farrell per Gli spiriti dell’Isola, riuscendo a essere convincente, commovente, dolce, divertente, ansioso e sempre realistico nei difficili e sofferti movimenti. Impossibile non menzionare quindi i truccatori e gli effetti prostetici utilizzati per rendere realistica e imponente la massa di Charlie.
Da citare, inoltre, anche l’interpretazione di Sadie Sink, ribelle figlia adolescente di Charlie, piena di rabbia e sarcasmo.
Con una fotografia desaturata che rende il film ben riconoscibile e una colonna sonora di Rob Simonsen che a volte ricorda un monster movie (in particolare nelle scene in cui l’enorme massa del protagonista si alza), The Whale è un film commovente su un uomo dolce e solo che cerca di rimediare ai suoi errori. Probabilmente siamo difronte a uno dei migliori film di sempre a trattare il tema dell’obesità, per cui vale sicuramente la pena recuperare The Whale, che sarà nei cinema italiani a partire dal 23 febbraio distribuito da I Wonder Pictures.
Mario Monopoli
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