Assassinio sul Nilo, la recensione

Gli elementi che contraddistinguono il cosiddetto genere “giallo” sono precisi e ripetuti, quasi meccanici, e prevedono un crimine attorno al quale si sviluppa un intreccio popolato da personaggi, vittime e carnefici, e un’indagine che ne porta alla risoluzione. Quello che (solo) in Italia ha assunto questo particolare nome per merito del colore delle copertine della collana di pubblicazioni letterarie che per prima li raccolse, i “gialli Mondadori”, a partire dal 1929, è un genere che dall’ambito prettamente letterario si è poi esteso ad altri media, il cinema e il fumetto in primis, ma con una tale fedeltà alle “regole” che ne fa forse il genere più impostato di sempre. Un bene? Forse, visto il successo che riscuote da oltre un secolo. Un male? Anche, dal momento che diventare esperti fruitori del genere rende sempre più complicato esserne realmente stupiti. Kenneth Branagh e il suo sceneggiatore Michael Green, quindi, che fanno in Assassinio sul Nilo? Avendo tra le mani uno dei più grandi classici letterari di Agatha Christie, già trasposto in lungo e in largo, nonché fondante sul disvelamento di colpevole e movente, rimangono sì fedeli, ma si concentrano su altri elementi, quelli che sulla carta erano sullo sfondo e altri che invece sono del tutto inediti.

Assassinio sul Nilo

Dopo l’incredibile successo di Assassinio sull’Orient Express, che nel 2017 riuscì a incassare 350 milioni di dollari nel mondo, 20th Century Studios e Kenneth Branagh hanno optato per proseguire al cinema le avventure di Hercule Poirot, il grande investigatore belga nato dalla fantasia di Agatha Christie nel 1920 e diventato una delle grandi icone del genere giallo. Da qui nasce il progetto di trasporre Assassinio sul Nilo, che vide pubblicazione nel 1937, tre anni dopo Assassinio sull’Orient Express, e al cinema era già stato portato con grande successo nel 1978 da John Guillermin.

Branagh aveva annunciato una nuova avventura di Hercule Poirot già in chiusura del primo film, alludendo a un caso al quale l’investigatore era stato chiamato a indagare in Egitto, ma – apparentemente – Assassinio sul Nilo tradisce la connessione alla precedente avventura presentandoci un Poirot all’ombra delle piramidi che casualmente si imbatte (di nuovo) nell’amico Bouc, già direttore dell’Orient Express, e da questo viene invitato alla festa di nozze dei neosposi Linnet Ridgeway e Simon Doyle, che si svolge a bordo del Karnak, sul fiume Nilo.

Assassinio sul Nilo

Lei è un’ambita ereditiera che ha sottratto lui, dongiovanni impenitente, all’amica d’infanzia Jacqueline de Bellefort che, rancorosa, sta facendo di tutto per rovinare le nozze dell’amica e dell’ex, nonostante non sia stata invitata. Alla crociera partecipano anche la zia di Linnet e la sua infermiera, il dottor Bessner ex fidanzato di Linnet, il cugino della donna che è avvocato e gestore delle sue finanze, la fidata cameriera francese, una cantante blues e la sua nipote manager, cara amica di Linette e, infine, l’amico di famiglia Bouc e la sua possessiva madre Euphemia. Quando Linnet viene trovata morta, uccisa da un proiettile alla tempia, Poirot, che era stato segretamente ingaggiato da Linnet e Simon per tener lontana Jacqueline, comincia a indagare sul caso e, a quanto pare, tutti gli ospiti del battello avevano almeno un buon motivo per desiderare la morte della bella e facoltosa sposa.

Branagh e Green approcciano con estremo rispetto il lavoro di Agatha Christie, come avevano già fatto in Assassinio sull’Orient Express, solo che Assassinio sul Nilo ha un intreccio giallo molto più “classico” e una risoluzione ben più prevedibile che porta lo sceneggiatore a concentrarsi giustamente anche su altri aspetti non strettamente legati al giallo.

Assassinio sul Nilo

Il film si apre con una suggestiva sequenza bellica, ambientata nella trincea francese durante la Prima Guerra Mondiale, splendidamente fotografata con un bianco e nero nitidissimo e incentrata su un “giovane” Hercule Poirot, soldato alle prese con una strategia d’attacco. Un prologo che ci è utile, oltre a scoprire l’origine dei singolari baffi del futuro investigatore, a introdurre il tema dell’amore, inquadrato da un punto di vista tormentato e struggente. E infatti è proprio il sentimento amoroso, in ogni sua accezione, a muovere tutta la storia di Assassinio sul Nilo: l’amore che diventa ossessione, rancore, passione, gelosia, un amore che si consuma in segreto e che si manifesta platealmente, insomma “L’amor che move il sole e l’altre stelle” per citare il Sommo Poeta.

Assassinio sul nilo

Kenneth Branagh, con un’attenta e ricercata mano per le inquadrature che confondono la fisionomia dei personaggi dietro vetrate striate ed oggetti, ritarda il più possibile l’innesco del giallo dedicando una buona metà del film alla descrizione minuziosa dei personaggi e al modo in cui le loro vite sono correlate tra loro. A differenza di Assassinio sull’Orient Express, che era più focalizzato sull’indagine anche per ovvi motivi che giocavano sulla natura delle identità dei passeggeri del treno, Assassinio sul Nilo presta più attenzione alle storie pregresse dei partecipanti alla crociera, al loro passato, intessendo un poco alla volta una rete di elementi che possa portare Poirot a sospettare davvero di tutti, perfino del suo caro amico Bouc che ha ancora una volta il volto di Tom Bateman.

Nonostante la palese volontà di differenziarsi, quasi contrapporsi, al precedente film, volontà sottolineata anche da scelte fotografiche prevalentemente incentrare su colori caldi, Assassinio sul Nilo finisce però per replicare la struttura di Assassinio sull’Orient Express confermando così la comfort zone nella quale si adagia il giallo.

Assassinio sul Nilo

Con un ritmo sempre molto alto, un sagace senso dell’intrattenimento e un approfondimento costante del personaggio di Poirot – che ci suggerisce anche la volontà annunciata di costruire un universo cinematografico attorno a questo protagonista – Assassinio sul Nilo non delude certo gli appassionati di gialli cinematografici, un genere purtroppo sempre meno praticato sul grande schermo.

Nell tradizione dell’adattamento da Agatha Christie abbondano i grandi nomi coinvolti nel cast e, oltre a Branagh, lascia senza dubbio il segno la sempre splendida Gal Gadot nel ruolo di Linnet Ridgeway, affiancata da un Armie Hammer perfetto per il ruolo, Emma Mackey di Sex Education, Annette Bening, Letitia Wright di Black Panther, Russell Brand, la candidata all’Oscar Sophie Okonedo de La ruota del tempo e Leslie Rose di Game of Thrones.

Dopo numerosi rinvii causati dalla pandemia, Assassinio sul Nilo arriva finalmente al cinema il 10 febbraio 2022 distribuito da 20th Century Studios.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • C’è un gran cast che sicuramente nobilita l’intera operazione.
  • Aggiunte e approfondimenti in confronto al romanzo della Christie.
  • Il senso del ritmo e l’intrattenimento sono molto alti.
  • È Assassinio sul Nilo, quindi se si conosce il materiale di partenza o si ha molta familiarità col genere giallo, il gioco dell’investigatore sarà davvero facile.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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