CLIP, la recensione

Jasna ha 16 anni e vive nella periferia di Belgrado.

Jasna è ossessionata dall’apparire, al punto tale che si riprende e si fotografa in ogni momento della sua giornata, con particolare predilezione per pose sexy e filmati osé, che puntualmente carica sul web e condivide con i suoi amici sui social network. La situazione famigliare di Jasna non è delle migliori, circolano pochi soldi in casa e suo padre ha un tumore. La ragazza si lega allora a Djole, un ragazzo di due anni più grande di lei che frequenta la sua stessa scuola e con il quale instaura un rapporto basato esclusivamente sul sesso. Djole approfitta della disponibilità di Jasna e i due cominciano ad esibirsi nelle più disparate performance hard, riprendendo sempre tutto con la videocamera del proprio cellulare.   

Benvenuti nella youporn generation”, esclama la tagline italiana di Clip, opera prima della regista di origini serbe Maja Miloš, che si fa portatrice di un ritratto generazionale tanto duro e shockante quanto lucidamente realistico. Infatti Clip ci racconta proprio la generazione degli smartphone, dei social network e degli autoscatti, inquadrandola sotto il punto di vista del degrado psico-morale, una generazione votata all’apparire, al sensazionalismo che scaturisce dall’esibizione di se stessi, del proprio corpo e del comportarsi. Se queste argomentazioni possono sembrare poco originali (qualche anno fa in Italia c’è stato il poco riuscito teen-pulp Albakiara e pochi mesi fa anche Sofia Coppola ha trattato in modo differente la stessa tematica in Bling Ring) e in un certo senso scontate, è il modo in cui la Miloš le mette in scena che colpisce.

Clip si è ammantato dell’alone di “cult” per il suo status di film scandalo, dato da un uso particolarmente esplicito delle immagini che non negano alla visione neanche i particolari più hard della vicenda. Ma la regista non utilizza mai questi elementi in modo gratuito e furbamente scandalistico, bensì riesce ad integrarli nel contesto con una naturalezza tale da lasciare sconcertati. Quella che viene fuori da questo film è la descrizione di una gioventù terrificante nella quale i valori sono legati esclusivamente all’apparire, all’esserci sempre e comunque, al far parlare di se e questo può voler dire gareggiare a ricevere più “mi piace” su Facebook grazie a un selfie particolarmente audace o avere dei contenuti hard da caricare on line per promuovere la propria spregiudicatezza.

Jasna si immortala in un trasgressivo selfie

Jasna si immortala in un trasgressivo selfie

Clip riesce efficacemente a dipingere lo squallore morale di una generazione nata dalle macerie di un Paese che ha vissuto guerre civili e golpi in anni non troppo lontani e ne paga ancora la povertà e l’arretratezza. Certo cinema serbo in questi ultimi anni sembra particolarmente sensibile nel comunicare questo messaggio e così il film della Miloš è un’ulteriore visione di una società che ha vissuto e probabilmente vive ancora un certo malessere. Ce lo hanno detto, in maniera differentemente estrema, anche altri lavori come The Life and Death of a Porno Gang (2009) di Mladen Djordjevic e A Serbian Film (2010) di Srđan Spasojević, in cui la violenza e il sesso erano il frutto della confusione di un Paese senza più identità. Clip è come se ci raccontasse il nascere di quelle situazioni, i primi sintomi che si manifestano negli adolescenti, dove il sesso è sinonimo di autoaffermazione (e più ci si spinge oltre più si guadagnano punti sul proprio ego) e la violenza è una reazione di anarchia e supremazia verso gli altri (i compagni di scuola picchiati sotto l’effetto della cocaina) e le istituzioni (le scorribande nella scuola all’insegna del teppismo)… ovviamente sempre tutto rigorosamente svolto sotto l’occhio della videocamera. Clip è come se ci volesse comunicare che quello che non viene registrato è come se non esistesse. La realtà è tale solo se può essere vista, rivista e mostrata a terzi, immortalata, mandata avanti e indietro su una timeline. Appaio dunque sono.

La capacità della Miloš sta nel non giudicare apertamente ma documentare e questo è chiaro a partire dall’uso massiccio di riprese fatte con cellulari. La sua è una posizione è critica, ma lo squallore con cui la vita di Jasna e dei suoi amici è rappresentata, in fin dei conti, non ci appare troppo romanzata di quanto possa realmente essere: a 16 anni le ragazze si esibiscono in pratiche di fellatio nei bagni delle scuole, si filmano mentre si masturbano, decidono di dedicarsi a pratiche anali per compiacere il proprio partner, si drogano… Clip non ci dice nulla che non accada realmente! E quando troviamo Jasna, interpretata da una bravissima Isidora Simijonović, che alle prese con il tirocinio in un ospedale pediatrico si trova a fare da balia a una bambina che vuole farsi riprendere con il cellulare mentre espone con nonchalance il suo disastroso vissuto, ci troviamo di fronte a un loop di degrado morale dal quale sembra davvero non esserci uscita, a cui si aggiunge il cinismo e il distacco a cui le infermiere vogliono abituare le tirocinanti.

Isidora Simijonovic è la sedicenne Jasna

Isidora Simijonovic è la sedicenne Jasna

Il limite di Clip sta in qualche concessione patetica di troppo nel descrivere la famiglia di Jasna, con padre malato di tumore che fa tanto fiction, andando forse a stonare con il tono iperrealistico e cinico del racconto. Si può notare anche qualche lungaggine di troppo nel raccontare le scorribande sessuali di Jasna, cedendo a tratti il passo alla ripetizione.

In generale, comunque, Clip è un’opera riuscita, disturbante e incredibilmente lucida nel raccontarci una generazione e delle tendenze che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni e che non sono relegate al solo contesto est-europeo. Il finale, poi, è poeticamente terrificante.

Clip inaugura il listino distributivo Il Kino e viene proiettato nel cinema romano Kino in esclusiva il 13 e il 14 dicembre, per trovare poi una distribuzione più capillare nel resto d’Italia nei giorni successivi.

Roberto Giacomelli  

 

PRO CONTRO
  • Ritratto lucido e realistico di una generazione allo sbando.
  • Clip utilizza con cognizione di causa immagini molto forti perfettamente integrate nel contesto.
  • Isidora Simijonović è molto brava nel ruolo della protagonista.
  • Qualche lungaggine di troppo.
  • Eccessiva caratterizzazione patetica della condizione famigliare della protagonista.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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CLIP, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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