Copenhagen Cowboy: il noir in tinta neon di Nicolas Winding Refn

Disponibile dal 5 Gennaio su Netflix dopo essere stata presentata fuori concorso alla 79^ Mostra del Cinema di Venezia, Copenhagen Cowboy è la nuova serie del regista danese Nicolas Winding Refn, noto ai più come regista di film culto quali Bronson e Drive.

Ambientato nella capitale danese, Copenhagen Cowboy vede Miu, una giovane donna, venduta a una famiglia di criminali di origine Est Europea. Il motivo della sua vendita è cheviene vista come una sorta di portafortuna: si crede che la donna sia dotata di poteri magici che facciano realizzare i desideri delle persone. Tenuta in cattività dalla famiglia mafiosa, Miu verrà a stretto contatto con la realtà criminale di questa famiglia serba. Giri di prostituzione, racket, traffico di droga e lotte con altre mafie internazionali rivali si mescoleranno in un turbine di violenza che avvolge tutto il tono della serie, in pieno stile Refn.

La politique des auteurs si esprime anche per tematiche ed è chiaro come Refn, anche in questa serie, tratti il tema della criminalità, già affrontato in opere come il già citato Drive o come il più recente Solo Dio perdona. Nella serie, Refn decide di andare ben oltre la semplice rappresentazione della criminalità, sviscerando il profondo maschilismo che questi personaggi attuano nei confronti delle donne che abitano le inquadrature. Molte delle donne di Copenaghen Cowboy sono vittime della prostituzione, trattate come merci di scambio e mero oggetti di piacere usabili secondo le proprie necessità. C’è un netto contrasto tra il maschile e il femminile in cui la sessualità ha un ruolo cardine per tutta la serie.

Interessante come nella serie le donne siano in un primo momento impotenti, vittime di un potere patriarcale che non le permettere di compiere scelte rispetto alla propria vita. Miu è il simbolico contraltare di questa rappresentazione. Capace di contrastare le famiglie criminali ed essere angelo custode delle donne costrette a prostituirsi. Vendetta e catarsi si fondono in pieno dramma greco.

Capace di mettere al centro della scena il fascino del male attraverso inquadrature lente e colori al neon in un metodo quasi maniacale, Copenaghen Cowboy è una serie particolare e complessa e proprio per questo assolutamente accattivante nella sua natura. Inquadrature che riescono a trasmettere un’immensa suggestione nella loro lunga durata quasi fotografica catturano paesaggi urbani tinti al neon. I volti e le azioni dei personaggi riempiono lo schermo facendoli quasi parlare solo attraverso le immagini che mettono più di ogni altra cosa al centro del nostro interesse la violenza e l’ossessione.

Piccola perla passata quasi in sordina, la serie di Refn traghetta il genere noir verso tinte rossastre e violacee che parlano con stilemi e pragmatismi tipici del genere, cambiando i dettami figurativi e adattandoli a una visione contemporanea più consona.

Emanuele Colombo

VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.