Corro da te, la recensione

Gianni è un importante uomo d’affari, dirigente di una grande azienda che produce scarpe sportive. Ma Gianni, uomo di mezz’età attraente e carismatico, è anche un seduttore seriale che si diverte a seminare conquiste con il solo scopo di appagare il proprio ego. Un giorno, a seguito di una serie di bizzarre circostanze, Gianni viene preso per paraplegico da Alessia, giovane e bella vicina di casa. Per l’uomo si affaccia all’orizzonte una nuova conquista e così, senza farsi troppi problemi, decide di stare al gioco e fingersi costretto sulla sedia a rotelle. Ma Alessia, convinta davvero della disabilità dell’uomo, pensa bene di presentare Gianni a sua sorella Chiara, una bellissima donna realmente paraplegica. Quello che per Gianni era iniziato come un gioco si trasforma presto in una sfida sempre più difficile da portare avanti: quando si innamora davvero di Chiara e delle sue fantastiche doti artistiche e sportive, tutto diventa estremamente complicato. Come può, adesso, dichiarare i suoi veri sentimenti e rivelare la menzogna che si nasconde dietro la sua disabilità?

Eccoci, ci risiamo.

Continua inarrestabile questo trend del cinema italiano di portare la moderna commedia all’italiana a produrre remake su remake con una ritmica tale che mai si era vista nella nostra cinematografia. Ormai, infatti, sono sempre più frequenti le commedie italiane “non originali”, ossia rifacimenti di piccole commedie estere poco conosciute sul nostro mercato se non del tutto inedite. Una moda, questa, iniziata ormai molti anni fa e che ha portato all’esistenza di film spesso dimenticabili come Un fidanzato per mia moglie (remake dell’argentino Un novio para mi mujer), Ti presento Sofia (remake dell’argentino Se permetti non parlarmi di bambini), L’agenzia dei bugiardi (remake del francese Alibi.com), Cambio tutto! (remake del cileno Sin Filtro) e il più recente Una notte da dottore (remake del francese Chiamate un dottore!).

corro da te

Si aggiunge alla lista Corro da te che, ancora una volta, prende di mira il cinema francese e, nello specifico, la fortunata commedia Tutti in piedi (2018) scritta, diretta e interpretata da Franck Dubosc.

Ma questa volta l’operazione sembra esser condotta con maggior intelligenza da Riccardo Milani che, dopo il dittico sulla periferia romana Come un gatto in tangenziale e Come un gatto in tangenziale: ritorno a Coccia di Morto, ancora una volta prende di petto tematiche sociali e le sviscera con il linguaggio della commedia nostrana.

Prodotto da Vision Distribution e Wildeside, questa ennesima operazione “remake” sembra funzionare più del solito e le ragioni sono facili da individuare: prima fra tutte, il fatto che il materiale alla base del soggetto (dunque il plot del già citato Tutti in piedi) si confà molto alla tradizione della nostra commedia del passato.

corro da te

Corro da te, infatti, soprattutto nel primo atto, è ammantato da un cinismo e una cattiveria tale da essere perfettamente in linea con la commedia all’italiana dei tempi d’oro. Gianni, il protagonista del film, è un uomo arrivista, sessista e scorretto come pochi, specchio di una società marcia che nel benessere ha saputo perdere qualunque valore. Anche quello più basico. Un bambino egoista nel corpo di un adulto di potere e, di conseguenza, un personaggio che non avrebbe assolutamente sfigurato in quella carrellata di Mostri che registi come Dino Risi o Mario Monicelli hanno saputo farci amare. Con il suo cieco narcisismo o il suo continuo scommettere sulle donne da portare a letto, il Gianni di Corro da te non è assolutamente diverso dall’orribile Alberto Sordi de I nuovi mostri che, nella parvenza di una sinistra astuzia, lascia l’anziana madre alla casa di riposo durante una soleggiata domenica pomeriggio.

Il plot originale, così tanto vicino alla nostra cultura cinematografica, ha messo gli sceneggiatori e il regista in una confort-zone tale che non c’è stato alcun bisogno di dover ricorrere a chissà quale stravolgimento narrativo per adattare l’opera al nuovo Paese di destinazione. E così il film di Milani ha potuto affrontare il remake nella sua funzione squisitamente etimologica: ossia ri-fare il film originale. Questo però significa, molto semplicemente, che se si affronta la visione di Corro da te avendo già visto Tutti in piedi, le sorprese saranno davvero ridotte all’osso.

corro da te

Un altro enorme merito di Corro da te che lo mette nella posizione di elevarsi nei confronti dei tanti altri “colleghi remake” è il cast di estrema qualità. Si ricorre a due dei volti più prestigiosi del nostro cinema attuale e, soprattutto, si compie una scelta coraggiosa andando a cercare tra gli attori di livello e non tra i soliti volti facilmente accomunabili alla commedia. La scelta è ricaduta perciò su Pierfrancesco Favino e Miriam Leone, due attori di indiscusso talento e che sembrano trovarsi a loro agio nei ruoli pensati per loro da Riccardo Milani. In modo particolare, tuttavia, è Pierfrancesco Favino a “titaneggiare” su tutto il resto del cast e a rubare la scena a chiunque, in qualsiasi momento. In Corro da te Favino è un moderno Vittorio Gassmann, si dimostra un indiscusso mattatore della scena capace di maneggiare perfettamente i tempi comici. Sembra quasi di riuscire a percepire il divertimento che l’attore ha provato nel fare film, nell’uscire dai suoi più comuni ruoli drammatici per abbracciarne uno più spassoso (c’era anche stata la triste parentesi di Veronesi con il dittico sui Moschettieri del Re, ma quella è meglio dimenticarla).

Se Favino si rivela un protagonista brillante assolutamente eccezionale (ad oggi, fuori discussione che sia il nostro attore più completo), non è troppo da meno Miriam Leone, capace di bilanciare magistralmente l’esuberanza del suo partner di scena così come di ribadire – qualora ce ne fosse bisogno – il suo talento costantemente in crescita.

corro da te

Anche se in piccoli ruoli, funzionano decisamente bene i caratteri secondari come quello di Pilar Fogliati, Pietro Sermonti, Michele Placido e soprattutto la compianta e sempre bravissima Piera Degli Esposti.

Nel suo essere una commedia davvero fatta d’attori, Corro da te funziona molto bene e riesce a convincere sia nel primo tempo, quando il carattere comico fa da protagonista, sia nella seconda parte quando inizia a prevalere l’aspetto da romantic comedy. Nel secondo atto del film, pur non perdendo mai la verve esuberante, Corro da te mette inevitabilmente da parte l’aspetto cinico per affrontare in modo sempre più maturo questioni seriose che vanno dalla serietà in amore ai valori legati alle persone affette da disabilità. Ed è soprattutto sotto quest’ultimo aspetto che il film riesce a sorprendere più del previsto, riuscendo ad evitare abilmente stupidi cliché o ad inciampare in soluzioni narrative spicciole o poco credibili.

corro da te

Insomma, con Corro da te Riccardo Milani firma a sorpresa quello che – a parere di chi scrive – è il suo film più riuscito. Una piacevolissima commedia sentimentale che riesce a far ridere e ad emozionare, ben narrata e confezionata in modo impeccabile. Non siamo dalle parti della nuova commedia d’autore (come potevano esserlo film riusciti del calibro di Marilyn ha gli occhi neri o L’incredibile storia dell’isola delle rose), certo che no, ma quella di Milani è una commedia popolare assolutamente di qualità come ormai se ne fanno di rado.

Promosso senza mezze misure.

Giuliano Giacomelli

PRO CONTRO
  • Una bella commedia popolare, narrata e confezionata benissimo.
  • Due attori protagonisti in assoluto stato di grazia, con Piefrancesco Favino scatenato.
  • Una commedia garbata che riesce a divertire e ad emozionare.
  • In questo film di Riccardo Milani si respira l’odore della commedia all’italiana che abbiamo amato e che ha saputo fare scuola in tutto il mondo.
  • Se avete già visto l’originale francese, le sorprese narrative sono praticamente azzerate.
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