Fast and Furious: Hobbs & Shaw, la recensione
Quando nell’ormai lontano 2013 il personaggio di Luke Hobbs fece capolino nella saga di Fast and Furious riscuotendo un enorme favore da parte degli spettatori, avevamo già capito che un nuovo membro si era stabilmente unito alla “famiglia”. Erano i tempi di Fast and Furious 6, a dar corpo allo strabordante agente del DSS c’era un Dwayne Johnson in costante ascesa, e in più momenti l’ex wrestler riusciva anche a rubare la scena ai colleghi più rodati della saga. Deckard Shaw anche entra scena nel sesto film del franchise, un colpo di coda geniale come scena post credits che annunciava la spietata ex-spia del MI6 interpretata da Jason Statham come vendicativa minaccia del film successivo. Ed è infatti in Fast and Furious 7 nel 2015 che Hobbs e Shaw si incontrano e scontrano per la prima volta, delineando una nuova coppia di avversari capaci di catturare l’attenzione per ben due film, ridefinendo anche le priorità di casting all’interno della saga action economicamente più fruttuosa di sempre.
Va da sé, a questo punto, che i nuovi personaggi di successo all’interno di un franchise di altrettanto successo potessero intraprendere una strada autonoma per dar vita a uno spin-off che già odora di saga a sé. Nasce così Hobbs & Shaw, primo spin-off annunciato di Fast and Furious (anche il terzo capitolo, Tokyo Drift, di fatto era uno spin-off, ma si è delineato tale solo a posteriori), che si distacca prepotentemente dalla saga madre per acquistare un’identità propria che si rifà alla tradizione del buddy-movie anni ’80.
È impossibile, infatti, non pensare a tutto quel filone di action-movie tardo reaganiani che hanno fatto la fortuna di Hollywood nella seconda decade ottantiana, dal Tango & Cash con Sylvester Stallone e Kurt Russell a Danko con Arnold Schwarzenegger e Jim Belushi. Testosteronici polizieschi dalle trame improbabili e protagonisti nemici/amici pronti a continui battibecchi, con l’innegabile gusto per l’eccesso che hanno riempito i cinema e i cuori di molti spettatori. Gli elementi di quegli irresistibili film, uniti a un intreccio vagamente bondiano ed elementi hi-tech che sembrano riciclati dai G.I. Joe cinematografici, si uniscono all’ignorante stravolgimento di ogni legge fisica per dar vita a scene d’azione spettacolari, proprio come i Fast and Furious ci hanno abituati, dal capitolo 5 in poi.
E se parliamo d’azione, Hobbs & Shaw si avvale di un nome che è ormai una garanzia dietro la macchina da presa, David Leitch, ex stuntman e quotatissimo regista d’azione, artefice di alcuni dei migliori action degli ultimi anni. Purtroppo, però, Hobbs & Shaw non possiede la classe e la complessità registica/coreografica di John Wick e Atomica bionda, affidandosi invece alla spettacolarità data dagli effetti visivi e dalle roboanti sequenze di distruzione. Insomma, un fuoriclasse chiamato a fare lo shooter che, di fatto, non esprime la sua personalità come in altre occasioni. Ma, ovviamente, l’amante del cinema action avrà di che divertirsi e tra incredibili discese da un grattacielo, inseguimenti nel traffico tra moto futuristiche e macchine sportive, uno scontro tra una catena di fuoristrada e un elicottero e un lunghissimo corpo a corpo in tre sotto la pioggia. Insomma, il marchio Fast and Furious, in questo caso, è davvero evidente.
Inoltre, come è facile aspettarsi, il leitmotiv dominante in tutto il film è quello della commedia, elemento cardine del buddy-movie, costante, forse invasivo ma mai fuori posto nel sottolineare i battibecchi tra i due irruenti protagonisti, costretti a unire le forze nonostante si detestino. Ma a calcare il pedale della comicità ci sono anche le partecipazioni straordinarie di Kevin Hart e, soprattutto, Ryan Reynolds nei panni di un agente della CIA dal fare particolarmente fuori luogo. Poi la commedia è il linguaggio favorito dal film per mostrarci le famiglie dei protagonisti: tradizionale e legata alla propria cultura, invadente ma sempre di cuore, quella di Hobbs; distaccata anche se incredibilmente solidale, calcolatrice e votata ai “guai” con la legge quella di Shaw.
Il terzo protagonista del film è proprio un membro della famiglia Shaw, Hattie, la sorella di Deckard e anch’essa legata all’MI6. Interpretata da una Vanessa Kirby in ottima forma e incredibilmente in parte, Hattie è la quota rosa di Hobbs & Shaw, tostissima action-woman nonché oggetto dell’interesse del super-villain in quanto portatrice sana del virus che minaccia l’umanità e che non deve assolutamente finire nelle mani del perfido Brixton, invincibile soldato chirurgicamente potenziato interpretato da Idris Elba.
Dunque, se siete alla ricerca di un pop-corn movie estivo che non lascia un attimo di tregua tra risate e azione ultra-spettacolare, Fast and Furious: Hobbs & Shaw fa proprio al caso vostro… insomma, è il classico prodotto su cui si va sicuri perché offre esattamente quello che promette.
Se il pubblico risponderà positivamente (e le prime stime ce lo stanno confermando), aspettiamoci una vera e propria saga parallela a Fast and Furious… il finale aperto di Hobbs & Shaw ce lo suggerisce.
Roberto Giacomelli
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