FEFF22. Ashfall, la recensione

L’improvvisa eruzione del vulcano Paektu, posto al confine tra Corea e Cina, causa una fortissima scossa sismica che crea ingenti danni alle zone limitrofe. L’esperto sismologo Kang Bong-rae prevede altre due eruzioni che, oltre una pioggia di lapilli, causeranno altri terremoti di intensità crescente capaci di radere al suolo l’intero Paese. Si decide, così, di optare per una soluzione drastica: piazzare un ordigno nucleare nella zona dell’ultima esplosione vulcanica così da inibirne la portata. Per far ciò, il governo sudcoreano organizza una task force guidata dal capitano Jo In-chang che dovrà intrufolarsi nella zona off-limits della Corea del Nord grazie a una spia sotto copertura, rubare un nucleo di uranio e piazzarlo nel vulcano. Tutto questo in poco più di 70 ore, dopo di ché l’intera penisola coreana potrebbe scomparire dalle cartine geografiche!

Il 2020, cinematograficamente parlando, è l’anno della Corea del Sud grazie ai 4 Oscar portati a casa da Parasite, primo film nella storia degli Academy ad aver vinto l’Oscar sia per miglior film che per miglior film straniero, nonché primo film coreano ad aggiudicarsi una statuetta in questa seconda categoria. Non stupisce, quindi, che la 22^ edizione del Far East Film Festival, celebre kermesse udinese dedicata al cinema dall’Estremo Oriente, abbia scelto proprio un film sudcoreano ad aprire la prima edizione del festival che si svolge interamente online. E non un film qualunque, ma un blockbuster dal grande impatto spettacolare come quelli che si fanno a Hollywood, Ashfall (Baekdusan, in originale).

Ashfall

Con i suoi 17,7 milioni di dollari di budget, il film diretto da Kim Byung-seo e Lee Hae-jun non può minimante competere con i corrispettivi disaster movie hollywoodiani (anche se i costi produttivi USA-Sud Korea sono anche molto differenti), ma a conti fatti non è dissimile da qualsiasi film di questo genere diretto da Roland Emmerich, nei lati positivi e in quelli negativi.

Innanzitutto, Ashfall non si accontenta di essere un semplice disaster movie e nei lunghissimi 129 minuti di durata alterna con una certa efficacia di ritmo momenti degni del miglior film catastrofico con sessioni action di routine che prevedono sparatorie, inseguimenti, scontri corpo a corpo. L’idea di fondere due generi molto vicini tra loro e di condirli con momenti comedy tipici del buddy-movie aiuta tantissimo il film a crearsi un’identità e risultare il più internazionale possibile, compresi i background dei personaggi principali che insistono molto sugli affetti famigliari, proprio come accadrebbe in un film di Emmerich, appunto. Quindi, da una parte abbiamo un uomo che trascura la propria famiglia per il lavoro, dall’altro uno che ha fatto lo stesso errore e adesso se ne pente, aiutando il primo a ricodificare le proprie priorità per il futuro. Insomma, uno spettacolo di buoni sentimenti che punta a un pubblico generalista che più generalista non si può!

ashfall

Molto efficaci le corpose scene spettacolari che risultano perfettamente credibili nell’abbondanza di CGI, un po’ meno credibili alcuni risvolti della trama che fanno sorridere per l’ingenuità quasi fantascientifica (una bomba atomica per limitare i danni di un’eruzione vulcanica?). E, a conti fatti, fa tenerezza anche l’impostazione patriottica che vede i giustissimi sudcoreani arrivare con gran facilità in Nord Corea per prelevare dell’uranio scontrandosi con perfidi militari senza volto (nordcoreani) e ambigui soldati americani. Insomma, tutto perfettamente allineato a quello che nel 1985 avremmo visto in un film americano dove i cattivi erano i sovietici.

ashfall

Ashfall è quindi un onesto pop-corn movie dal sapore molto internazionale che mostra quanto sia viva e vigorosa l’industria cinematografica sudcoreana, capace di produrre eleganti film d’autore, trionfare agli Oscar ma non tralasciare anche il genuino intrattenimento per le grandi masse che porta tanti spettatori in sala.

Ashfall arriverà nei cinema italiani prossimamente distribuito da Minerva Pictures.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Scene spettacolari di grande impatto.
  • Testimonia l’ottima salute del cinema sudcoreano, perfettamente competitivo anche su piano internazionale.
  • C’è molta ingenuità nella scrittura.
  • Sembra molto più lungo di quanto effettivamente duri…
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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