Hotel Transylvania 2, la recensione

Ah, i mostri! I cari vecchi mostri!

I ragazzini di un tempo crescevano con il mito di Dracula, Frankenstein e L’uomo lupo e stravedevano per loro. Quelle creature nate per spaventare e impersonate al cinema da Bela Lugosi, Boris Karloff e Lon Chaney Jr. sono diventate ben presto icone pop, immagini goliardiche, personaggi di e con cui ridere. Dai ripoff Universal con Gianni e Pinotto ai gloriosi Munsters, fino a tutta una serie di prodotti che hanno fatto merchandising con i caratteristici mostri classici: giocattoli, magliette, costumi di Halloween e perfino dolciumi e cereali! Non stupisce, dunque, che nel terzo millennio inoltrato i mostri più spaventosi della tradizione cinematografica diventino protagonisti di un franchise d’animazione che li rivede in chiave comedy… E che conferma l’appeal che questi simboli del terrore hanno verso un pubblico di bambini, anche oggi.

È quello che accade con Hotel Transylvania, lungometraggio d’animazione in 3D che ha esordito sul grande schermo nel 2012 per mano di Genndy Tartakovsky, ovvero la mente dietro le Superchicche, un cartoon colorato e ipercinetico che mostrava di avere il giusto umorismo e grande personalità. A tre anni di distanza Tartakovsky torna a firmare la nuova avventura che si svolge nell’hotel per mostri e che ci introduce un nuovo simpaticissimo personaggio, il piccolo Danny, figlio della vampirella Mavis e dell’umano Jonathan.

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I due, infatti, si sono sposati e hanno dato alla luce un bambino dall’inconfondibile chioma fulva e riccioluta che però non si capisce se è umano o vampiro. Nonno Drac, ovviamente, spera che possa continuare la tradizione di famiglia e per questo fa di tutto per dimostrare che Danny sia predisposto a trasformarsi in un pipistrellino, anche se tutto sembra remargli contro. Così, quando Mavis e Jonathan si recano in America per andare a trovare i genitori di lui, Drac e i suoi amici mostri decidono di istruire Danny su come si fa ad essere un mostro d.o.c.

La trama suggerisce sufficienti spunti per dar vita a un sequel pienamente riuscito, cosa che puntualmente accade. Anzi, Hotel Transylvania 2 sa perfino superare il prototipo per il numero di gag e per il ritmo alto ma non così frenetico come nel primo film.

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Se Hotel Transylvania basava il suo appeal sui simpaticissimi mostri e sulla sensazione di meraviglia mista a straniamento dell’umano Jonathan, Hotel Transylvania 2 dà questo, giustamente, per assodato e allora punta tutto sulla new entry, il bebè. Mavis e Jonathan passano in secondo piano, anche se è interessante notare il drastico cambiamento caratteriale della vampira, da adolescente timida a mamma protettiva e responsabile, a differenza del compagno che, malgrado lo status di papà, rimane il solito svampito. Tutta l’attenzione è concentrata sul piccolo Danny e su suo nonno Drac, il loro interagire esilarante e la cocciutaggine di un “vecchio mostro” che vuole negare l’evidenza. A far da spalla al leader dei vampiri ci sono gli amici di vecchia data: il licantropo Wayne con la sua immensa cucciolata di lupacchiotti, la mummia Murray, che qui fa il filo a una mummietta super sexy e mostra i suoi poteri faraonici, l’uomo invisibile Griffin, con l’altrettanto invisibile (ma immaginaria) fidanzata e Frank, la creatura di Frankenstein con la fobia del fuoco. Più spazio anche per Blob, l’ammasso gelatinoso alieno che nel primo film compariva appena, ma c’è anche Vlad, il temibile padre di Drac, che vive recluso in un castello isolato in compagnia della sua orda di famelici vampiri.

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Insomma un bestiario ampio di mostri simpaticissimi che si scatenano in un film dalla trama articolata e capace di mettere realmente di buon umore, come accade nell’esilarante sequenza ambientata nel campeggio per mostri.

Il 3D è funzionale e ben sfruttato e il doppiaggio italiano si affida a voci collaudate e di giusta presa come il sempre bravissimo Claudio Bisio, che da voce a Drac, e Cristiana Capotondi, che è Mavis. Peccato per l’infelice scelta di far doppiare l’anziano Vlad a Paolo Villaggio, che purtroppo rende le battute quasi incomprensibili dando al personaggio un’inappropriata cadenza fantozziana che stona davvero.

Se vi è piaciuto Hotel Transylvania amerete questo sequel!

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Trama ben architettata ricca di gag riuscite.
  • Ottima l’idea di dare spazio ad alcuni personaggi secondari (Blob) e incentrare la storia sulla riuscita new entry Danny.
  • 3D funzionale.
  • A tratti supera anche il prototipo.
  • Il doppiaggio italiano di Paolo Villaggio.
  • I personaggi principali del primo film qui passano troppo in secondo piano.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Hotel Transylvania 2, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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