It’s showtime, folks! L’ultima volta di Saul Goodman

La saga di Slippin’ Jimmy/James McGill/Saul Goodman/Gene Takovic arriva al termine e con essa finisce anche (secondo le dichiarazioni del creatore Vince Gilligan) il mondo narrativo di Breaking Bad che ci ha accompagnati per 14 anni e che ha sconvolto il mondo delle serie TV con la sua qualità narrativa e la sua eccezionale capacità di creare personaggi indimenticabili.

L’episodio finale di Better Call Saul, Saul Gone (o “It’s all gone”, riprendendo il gioco di parole da cui nasce il nome Saul Goodman) non ha l’esplosività del finale di Breaking Bad, ma è il finale perfetto per chiudere il cerchio narrativo del personaggio di James McGill e delle sue varie identità.

Attenzione! L’articolo contiene importanti rivelazioni sul finale della serie Better Call Saul.

Nel primo episodio della serie, James racconta ai due skater che coinvolge in un tentativo di truffa ai coniugi Kettleman la leggenda di Slippin’ Jimmy, il genio delle truffe e degli inganni. Dall’inizio della serie, Jimmy cerca di redimersi agli occhi del fratello da questa immagine e dopo l’arresto per aver eseguito un “Chicago Sunroof” (ovvero defecare attraverso il tettuccio apribile di un’auto) e la seconda possibilità datagli da Chuck, il percorso di James nelle prime stagioni di Better Call Saul è proprio quello di un uomo che cerca di rigare dritto, di fare le cose nel modo giusto.

Ma anche quando cerca autenticamente di comportarsi seriamente, aiutando quotidianamente il fratello Chuck (che soffre, o meglio crede di soffrire, di una forma di elettrosensibilità), lavorando pro bono, rinunciando ai soldi rubati dei Kettleman e cercando di aiutare gli anziani truffati nella casa di riposo del Sandpiper Crossing, nulla sembra soddisfare le esigenze del fratello Chuck, per cui Jimmy resterà sempre e comunque Slippin’ Jimmy. E sarà proprio questo sentimento del fratello Chuck uno dei momenti cardine per la trasformazione di James McGill in Saul Goodman. In una profezia che si auto-adempie, l’incapacità di Chuck di vedere nel fratello qualcosa oltre a Slippin’ Jimmy causerà proprio il ritorno di Slippin’ Jimmy e infine la sua evoluzione in Saul Goodman.

Incapace di soddisfare il fratello nonostante il proprio impegno, James, frustrato dalla inutilità dei suoi sforzi e sconvolto dalla morte dell’amico e compagno di truffe Marco (di cui da allora porta l’anello al mignolo che abbiamo sempre visto in Breaking Bad e che accarezza prima di confermare a Mike, nel finale della prima stagione, che quello che gli ha impedito di tenersi i milioni rubati dei Kettleman non lo fermerà mai più) torna a mentire, a truffare, alle spese anche del fratello Chuck.

Fino all’ultimo episodio James/Saul non si era mai preso la colpa del suicidio di Chuck, attribuendola invece in diverse occasioni ad Howard Hemlin e usandola come giustificazione per l’operazione di character assassination complottata con Kim ai suoi danni e che, involontariamente come nel caso di Chuck, porterà alla sua morte. Se in merito al fratello, però, la posta in gioco era non poter più esercitare come avvocato e il “cattivo” sembrava essere Chuck, nel caso di Howard l’obiettivo era banalmente ottenere la quota di denaro del caso Sandpiper Crossing, con la falsa coscienza di poter aiutare i più deboli con quei soldi, trasformando Jimmy e Kim nei “cattivi”.

Le estreme conseguenze dei loro gesti portano alla fine della loro relazione e a un processo opposto nei due personaggi: se Kim, infatti, si sente colpevole e cambia vita rinunciando ad essere un avvocato e vivendo una vita semplice e banale lontana da Albuquerque, Jimmy McGill si trasforma definitivamente nel Saul Goodman che abbiamo visto in Breaking Bad, la versione criminale matura del piccolo e simpatico truffatore “Slippin’ Jimmy” che il fratello Chuck lo ha sempre accusato di essere.

Un esempio di quanto James McGill sia diverso da Saul si può vedere proprio nella prima apparizione in Breaking Bad di Saul Goodman nell’ottavo episodio della seconda stagione (dal titolo appunto Better Call Saul), quando confonde distrattamente il reato per cui il suo cliente era stato arrestato, pensando che Mayhew fosse stato fermato per masturbazione in pubblico e non per vendita di meth. Nella prima stagione di Better Call Saul invece vediamo Jimmy scagliarsi con veemenza contro il vice-procuratore distrettuale Bill Okleay (che chiamerà nel finale come suo consulente alla difesa) proprio perché durante una contrattazione aveva confuso tra loro due imputati. Un esempio anche di come questa serie prequel dia una profondità ancora ulteriore a Breaking Bad, anche ai dettagli apparentemente più insignificanti.

Il dialogo con Walter White nell’ultimo episodio di Better Call Saul, ambientato nella parte finale degli eventi di Breaking Bad, rende ancora più chiaro il collegamento tra Slippin’ Jimmy e Saul Goodman. Quando confrontando i reciproci rimpianti Saul afferma di rimpiangere di essersi realmente fatto male durante una truffa da giovane, Walter, giudicandolo con disprezzo, risponde con una sentenza: “So you were always like this“. La predizione di Chuck si è avverata: “You’re Slippin’ Jimmy, you will always be Slippin’ Jimmy!“.

Ed è nell’identità di James/Saul che si gioca tutto l’ultimo episodio di Better Call Saul, ambientato dopo gli eventi di Breaking Bad, in cui Saul (come aveva detto ironicamente nell’ultimo dialogo nella serie madre con Walter White) fa il commesso in un Cinnabon ad Omaha sotto il nome di Gene Takovic. Dopo le introduzioni delle prime 5 stagioni che mostravano Gene come spaventato, nostalgico e inerme, nella sesta stagione torna invece ad essere il criminale Saul Goodman, tanto da riprendere a utilizzare la cuffia bluetooth che usa sempre per le chiamate (tranne nell’ultima chiamata a Jeff mentre è in carcere, tanto che Vince Gilligan stesso ha dichiarato di essersi pentito di non averla usata in quanto ulteriore simbolo del ritorno di Saul).

Se per tutta la serie James McGill ha sempre dichiarato che gli anziani lo adorano, l’arresto di Saul Goodman avviene proprio a causa di un’anziana, quando Marion, madre di Jeff, scopre la sua vera identità e la sua disonestà e capisce il collegamento con l’arresto del figlio, mostrando a Gene le vecchie pubblicità di Saul Goodman su YouTube, che nel bianco e nero degli eventi post Breaking Bad si riflettono a colori sugli occhiali di Gene, come nel primo episodio della serie in cui riguardandole il protagonista si mette a piangere.

Dopo un tentativo di fuga, Gene/Saul viene quindi arrestato mentre era nascosto in un bidone della spazzatura. Nel corso della serie James si era buttato un’altra volta in un bidone della spazzatura, ma in quel caso per cercare i documenti distrutti dalla Sandpiper Crossing, casa di riposo che truffava gli anziani residenti. Se James McGill si gettava perfino nella spazzatura per aiutare quelle persone e cercare di fare carriera come avvocato, Saul Goodman si getta nella spazzatura per nascondersi dalla polizia come uno scarafaggio.

This is how they get you?” Si chiede sconvolto Gene/Saul una volta arrestato. Sembra finita, ma invece è showtime ancora una volta: anche questa volta deve finire con lui “on top, like always“. Mentendo perfino mentre guarda negli occhi Marie Schrader, vedova di Hank, Saul si dichiara vittima di Walter White, riuscendo a portare il governo a patteggiare per soli 7 anni di carcere.

Ma quando cerca di vendere la verità sul finto suicidio di Howard Hemlin, ucciso in realtà da Lalo Salamanca (personaggio che continua a terrorizzare Saul, collegandosi al primo incontro in Breaking Bad con Walter e Jessie, confusi per sicari di Lalo, a cui dice di essere “amigo del cartel“), Saul scopre che Kim ha rivelato già tutta la verità dopo la loro ultima telefonata, anche a rischio di perdere ogni cosa. Questo momento è fondamentale per la scelta finale di Jimmy/Saul. Continuare a mentire, fare soli 7 anni di prigione e rimanere Saul Goodman perdendo Kim per sempre, oppure dire finalmente la verità, tornare James McGill e riconciliarsi con Kim ma passare il resto della vita in prigione?

Nel suo discorso al processo, l’ultimo “Showtime” della serie, inizialmente riprende parola per parola ciò che ha detto per discolparsi e cercare di patteggiare, mostrando la falsità e la recita del tutto. Per poi finalmente dire la verità. Solo all’inizio era spaventato, ma quello che ha visto in realtà era un’opportunità. Qui Jimmy spiega anche il percorso opposto tra il suo e quello dell’ex moglie: Kim è andata via e ha rinunciato a essere un avvocato ma in realtà lei ha avuto il fegato di ricominciare e andare avanti, mentre lui è fuggito, prendendo la strada più facile, restando e diventando un criminale. Se all’inizio del processo chiede di essere imputato come Saul Goodman, dopo aver detto tutta la verità chiede di essere chiamato di nuovo James McGill.

L’arco del personaggio è concluso: dal truffatore Slippin’ Jimmy, al James McGill che cerca di costruirsi una vita onestamente, al criminale Saul Goodman, al fuggitivo Gene Takovic, al ritorno di Saul Goodman e infine, liberandosi ma finendo i suoi giorni in prigione, al ritorno di James McGill e al definitivo addio a Saul. Appunto, “Saul Gone“, come il titolo di quest’ultimo episodio.

Un ritorno, quello di James McGill, comprensibile però solo al protagonista e a Kim, che nel penultimo episodio della serie incontra casualmente Jessie Pinkman fuori dell’iconico ufficio di Saul, e alla domanda se Saul fosse “any good” (che nell’ambiguità dell’inglese può tradursi sia come “in gamba” che come “buono”) risponde “Quando lo conoscevo, lo era“. E nel finale, con la scelta di confessare, torna finalmente il Jimmy che Kim conosceva e amava. Per tutti gli altri però, memori delle pubblicità e della sua fama, James McGill rimane comunque Saul Goodman, tanto che nella strada per la prigione i detenuti nel camion con lui riconoscendolo iniziano ad urlare in coro “Better Call Saul!” e anche nelle scene successive in prigione tutti continuano a chiamarlo Saul.

È indicativo che le uniche volte che Jimmy cerca di essere brutalmente onesto con una giuria sono anche le uniche volte in cui finisce male. Quando cerca di riavere la licenza da avvocato nella quarta stagione, James risponde onestamente, ma scopre che vogliono negargli la licenza in quanto non era sembrato a loro sincero perché non aveva citato il fratello Chuck. Nel finale della quarta stagione decide quindi di mentire e onorare Chuck per riavere la licenza, nonostante ormai lo odi, dichiarando di voler tenere alto il nome McGill per poi, nella scena immediatamente successiva, chiedere il form per esercitare da avvocato sotto un altro nome, e rispondendo allo sguardo sconvolto di Kim con il gesto delle pistole e la frase “It’s all good, man!“.

Gesto che nel finale della quinta stagione sarà invece Kim a rivolgere a Jimmy mentre discutono dell’idea di incastrare Howard Hemlin per ottenere i soldi del patteggiamento della Sandpiper Crossing, per confermargli la sua serietà a riguardo.

Nell’ultima scena Kim visita James in prigione (dichiarandosi il suo avvocato, mentendo per l’ultima volta), condannato per 86 anni invece che i 7 precedentemente concordati con la menzogna, e i due fumano una sigaretta che si scambiano reciprocamente, per l’ultima volta, come nel parcheggio della HHM nel finale del primo episodio della serie, ma con la luce inclinata dal lato opposto. I due infine si guardano, lontani, separati da due file di reti del carcere. Saul rifà il gesto delle pistole per salutarla.

It’s all good, man“. Per l’ultima volta.

Mario Monopoli

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