La Città Incantata, la recensione

Nel 2001 usciva al cinema La Città Incantata, uno dei capolavori del celebre Studio Ghibli, scritto e diretto dal maestro Hayao Miyazaki. La pellicola, che vinse numerosi premi in Festival di tutto il mondo – tra cui l’Oscar come miglior film d’animazione nel 2003 – ritornerà in versione restaurata nelle nostre sale il 25, 26 e 27 giugno, curato e distribuito da Lucky Red. È un’occasione da non perdere in attesa di quello che potrebbe essere l’ultimo film di Miyazaki, The Wind Rises (Si alza il Vento), che arriverà in Italia il 13 settembre.
La Città Incantata vede come protagonista Chihiro, una ragazzina pigra e viziata, che si sta trasferendo coi suoi genitori in una nuova casa. Durante il viaggio in macchina, la famigliola si ritrova davanti a un tunnel; i genitori decideranno di esplorarlo con la figlia che, però, li segue riluttante. Si ritroveranno così, a loro insaputa, in una città abitata da spiriti ed esseri magici. Lì, la madre ed il padre verranno trasformati in maiali e la piccola, per salvarli, dovrà rimanere nella città incantata e lavorare duramente, arrivando però a crescere e imparare valori importanti come l’amicizia e la generosità.

Miyazaki

La pellicola, analogamente ad altri film di Miyazaki, è dotata di numerose sfaccettature e intessuta di una narrazione ricca e profonda. Non è un semplice film di animazione, è anche un racconto di formazione: Chihiro, da ragazzina svogliata, diventa determinata e coraggiosa, grazie alle circostanze e all’interazione con personaggi come Haiku, il Senza Volto, Rin e Kamaji. Man mani che si procede con la storia, ci si identifica sempre più con Chihiro e come lei si sgranano gli occhi di fronte agli ospiti che popolano la città termale incantata: spiriti e dèi usciti dall’immaginazione del regista e dalla tradizione religiosa giapponese, che gode di ampio respiro nei lavori di quest’ultimo. È spesso presente, infatti, un sottobosco di creature magiche ed una componente animistica che emerge anche dalle scene di paesaggi e di natura incontaminata (è noto come Miyazaki abbia molto a cuore l’ecologia e la difesa dell’ambiente), come ne Il Mio Vicino Totoro, altro capolavoro dello Studio Ghibli.

Fantasia e realtà si fondono e coinvolgono lo spettatore, piccolo o grande che sia: infatti, il cinema di Miyazaki ha la caratteristica di rivolgersi ad un pubblico anche adulto, grazie ai temi che tocca. Vi sono elementi che arrivano alla sensibilità dell’animo senza scadere nel patetico, dando grandi insegnamenti morali senza essere forzatamente didattici. Chihiro non presenta un carattere ribelle ed un aspetto immediatamente riconoscibile come quello di San, alias La Principessa Mononoke; tuttavia, viene rappresentata in modo tale che lo spettatore si senta incline a parteggiare per lei.
Anche i comprimari, mai scontati, sono degni di nota: la strega Yubaba, una sorta di moderna Circe (è lei a trasformare i genitori della piccola Chihiro in placidi maiali), grande capo della città termale, la cui natura inafferrabile si colloca al confine tra la bontà e la cattiveria; il Senza Volto, che si rende protagonista di alcune sequenze interessanti, come quella in cui regala l’oro agli inservienti dei bagni termali. In scene come queste, si individua un accenno estremamente contemporaneo e una componente di critica sociale contro l’avidità e il finto potere dei soldi (infatti, le pepite d’oro si tramuteranno in carbone).

Miyazaki

Le musiche curate da Hisaishi Joe, compositore ufficiale del maestro da anni, rendono a pieno un ossimoro che si può definire “nostalgia felice”, sentimento che si avverte soprattutto nella scena in cui Chihiro e il Senza Volto prendono il treno, il quale scorre su binari sommersi dal mare.
Tutto è possibile nei film di Miyazaki, dunque: ranocchi parlanti, enormi bebè, draghi e treni che scorrono sul mare; ma soprattutto è possibile la magia del cinema, resa ancor più vivida dalla magnifica versione restaurata di questa pellicola premio Oscar, piccolo grande capolavoro che scalda il cuore.

Giulia Sinceri

PRO CONTRO
  • È un film in grado di coinvolgere adulti e bambini.
  • Chi l’ha già visto ed amato non potrà fare a meno di apprezzarne la versione restaurata.
  • Offre grandi insegnamenti morali e mai scontati.
  • Quali contro?
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Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
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La Città Incantata, la recensione, 9.0 out of 10 based on 1 rating

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