Le sorelle perfette, la recensione
Katie (Tina Fey) e Maura (Amy Pohler) sono due sorelle molto diverse, la prima è una madre single disoccupata, la seconda una brillante infermiera da poco divorziata.
Accomunate dall’attaccamento alla famiglia e da un’adolescenza a cui non sono mai riuscite a rinunciare, si vedono crollare il mondo addosso quando i genitori annunciano di voler vendere la casa dove sono cresciute.
Le sorelle perfette, in originale semplicemente Sisters, è la commedia-riempitivo del pomeriggio di cui nessuno sentiva il bisogno.
La regia di Jason Moore non lascia il segno in un film che si caratterizza per la ripetitività e banalità delle battute e situazioni, al punto da risultare tremendamente noioso. Forse l’onta peggiore per questo genere.
Per quanto la rilettura al femminile di tematiche solitamente affrontate in un contesto prettamente maschile (inevitabile pensare a cult come Animal House o Hollywood Party), con due protagoniste “a briglia sciolta”, il film soprattutto nella seconda metà risulta pesante e privo d’inventiva.
Una trama che dire povera è un eufemismo, stiracchiata in quasi due ore che sembrano non finire mai, con dialoghi che con poche eccezioni, mancano completamente di brillantezza.
Se non fosse per quanto recita la locandina, verrebbe da pensare che ci sia lo zampino di Boldi e De Sica.
Le due sorelle ultratrentenni che vivono un’adolescenza perenne, sono chiassose ed irritanti, tanto per i due poveri genitori costretti a subirle, quanto per lo spettatore.
È innegabile che la prima metà del film sia nettamente superiore alla seconda, e che in particolare i minuti iniziali che mostrano in parallelo la vita delle sorelle, ci regalino momenti di genuino divertimento. Merita una menzione speciale la conversazione “dello scandalo” via Skype tra Maura e i genitori, che esasperati cercano di fingere una perdita del segnale.
Divertenti anche i riferimenti a popolari show televisivi o film come Il Trono di Spade e Jurassic Park che arricchiscono l’opera di un inaspettato citazionismo.
Non bastano però a risollevare le sorti di una nave che inizia a colare a picco quasi subito a causa delle numerose falle.
Un peccato, perché sappiamo che Tina Fey e Amy Pohler sono due brave attrici comiche e ci sarebbe piaciuto poter godere del loro talento in un’opera più equilibrata, in grado di allentare un attimo la tensione tra una gag e l’altra in modo tale da renderle più attese e sicuramente meno prevedibili.
Il problema principale è che, nonostante tutte le buone intenzioni, Le sorelle perfette sa inevitabilmente di già visto e già sentito.
Di film con battute becere è pieno il mondo e avere come protagoniste due donne di per sé non crea l’innovazione.
Un visione adatta ad una serata senza troppe pretese, per conciliare il sonno.
Susanna Norbiato
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