L’ultimo viaggio, la recensione

Berlino. Il novantaduenne Eduard (Jῠrgen Prochnow) vede la vita della moglie Hilde spegnersi lentamente; il giorno stesso in cui la donna viene sepolta, prepara abiti e bagagli e si dirige verso la stazione, deciso a raggiungere Kiev senza motivare questa sua scelta. Seguito da sua nipote Adele (Petra Schmidt-Schaller), che tenta di dissuaderlo dall’intraprender questa impresa di cui non conosce ragione, Eduard parte mantenendo sempre un alone di mistero che avvolge la decisione di fare questo viaggio lungo e inatteso.

Le vicende continueranno dapprima sul treno e successivamente sullo sfondo di un’Ucraina in piena guerra civile.

La pellicola tedesca firmata da Nick Baker Monteys è una storia del passato che diviene la storia di un futuro, più precisamente il passato di un ‘eroe’ sempre al confine tra la suddetta definizione e quella di ‘antieroe’ e il futuro della sua famiglia. L’opera cinematografica infatti divide il suo focus su due orizzonti: da una parte una storia ‘nella storia’, dall’altra la ricerca di un’identità familiare, in modo particolare tra Eduard e sua nipote.

Jῠrgen Prochnow se la cava benissimo nel ruolo del vecchio burbero e riesce a mascherare le emozioni proprie del personaggio che interpreta fino all’ultimo momento. Nonostante questo, sa trasmettere allo spettatore un senso di malinconia man mano che la storia avanza.
Un po’ meno credibile Petra Schmidt-Schaller. Al contrario, Tambet Tuisk, nel ruolo del ragazzo russo-ucraino Lew, riesce a penetrare nell’animo dello spettatore col suo solo sguardo.

Questo drammatico road-movie centra sicuramente il bersaglio con gli spettatori più sensibili, sebbene sia caratterizzato da una certa lentezza in corso di narrazione degli eventi.


Sicuramente non parliamo di un film adatto allo spettatore medio, ma indirizzato in particolare a chi apprezza contenuti più ricercati.

L’Ultimo Viaggio è distribuito in Italia da Satine Film e arriva nelle sale cinematografiche a partire dal 29 marzo.

Luca Lobuono

PRO CONTRO
  • Ottima analisi storica sullo sfondo della guerra civile che vede battersi Ucraina e separatisti pro-russi.
  • Racconta una storia toccante con risvolti a volte inaspettati.
  • L’imprevedibilità del protagonista maschile.
  • Focus sui legami familiari.
  • Un po’ sottotono Petra Schmidt-Schaller.
  • La narrazione è piuttosto lenta.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Valutazione: +1 (da 1 voto)
L'ultimo viaggio, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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