Mortal Kombat, la recensione

«Get Over Here!». «Finish Him!». «Come Here!». «Flawless Victory!».

Se siete dei videogiocatori, queste battute sicuramente vi saranno familiari dal momento che Mortal Kombat ha fatto la storia del videogioco e, insieme a Street Fighter e Tekken, è il più noto picchiaduro che abbia mai solcato l’uscio delle sale giochi e si sia insinuato nella quotidianità dei videogiocatori tramite le console casalinghe. Quel fantastico e violentissimo mondo creato nel 1992 da due nerd che rispondono al nome di Ed Boon e John Tobias oggi torna al cinema con Mortal Kombat di Simon McQuoid che purtroppo in Italia salta a piè pari la distribuzione cinematografica e arriva direttamente su Sky Cinema e NowTv dal 30 maggio 2021.

Non è la prima volta che i personaggi di Mortal Kombat passano dai pixel alla celluloide dal momento che nel 1995 Paul W.S. Anderson aveva già portato Liu Kang, Shang Tsung, Raiden & co. al cinema con un riuscito e apprezzabile fanta-action che raccolse un’ottima risposta al botteghino tanto da generare nel 1997 un sequel (davvero pessimo, ahinoi!), Mortal Kombat – Distruzione totale che però affossò il franchise. Non è mancata una deludente serie tv composta da una sola stagione nel 1998, Mortal Kombat: Conquest, e un’interessante webserie, Mortal Kombat: Legacy (2011), nata in seguito al buon successo del riuscitissimo cortometraggio Mortal Kombat: Rebirth (2010) di Kevin Tancharoen. Tutto ciò mentre nel mondo dei videogames si susseguivano capitolo dopo capitolo mazzate sanguinolente fino al reboot avvenuto nel 2011 con il nono capitolo ufficiale della saga.

Mortal Kombat

Dopo l’acquisizione da parte di Warner Bros. del brand videoludico e il rinato interesse mediale generato dal corto e dalla webserie, a Hollywood c’era odore di nuovo adattamento cinematografico già da un decennio finché, grazie all’interesse della Atomic Monster, la casa di produzione di James Wan, il nuovo film di Mortal Kombat è diventato realtà.

Con una pre-produzione particolarmente complessa che ha visto la scelta dell’esordiente Simon McQuoid per la regia, Mortal Kombat è stato tra le vittime della pandemia da covid-19 in quanto rimandato di circa un anno e poi rilasciato, in accordo con HBO Max, in forma ibrida cinema/streaming o solo streaming/tv come accaduto in Italia. Una distribuzione abbastanza sacrificata per la portata spettacolare del film che ha scelto una costruzione alquanto bizzarra per introdurre lo spettatore nel violento mondo di Mortal Kombat.

Mortal Kombat

Diciamo fin da subito che il film di McQuoid ha scelto la strada del prequel/quasi-prequel e che il torneo di Mortal Kombat è solo annunciato nell’arco delle quasi due ore di durata ma mai mostrato. Questo accade perché Mortal Kombat versione 2021 è un training al torneo, un “nel frattempo sulla Terra” che si consuma a un passo dall’ultima sfida che potrebbe dare al temibile sovrano di Outworld il dominio su Earthrealm. Consci di questa “particolarità” che tiene lontane le videocamere dalle arene di combattimento, la meccanica da picchiaduro che sta alla base del concept di Mortal Kombat comunque non cambia e il film è un susseguirsi di deathmatch altamente spettacolari e violentissimi che portano a combattere alcuni tra i più celebri lottatori della saga. Ad eccezione di uno, tale Cole Young, new entry appositamente creata per il film che ha l’intuitiva funzione di sovrapporsi agli occhi dello spettatore ed entrare insieme a lui in un mondo fantastico fino ad allora inimmaginabile.

Cole Young è un campione di MMA e porta sulla sua pelle il sigillo del drago che identifica i combattenti più potenti della Terra e, per questo, viene scelto per partecipare all’ultimo dei dieci tornei di Mortal Kombat che, se perso, potrebbe gettare nel caos il pianeta. Ma attenzione! Il film di McQuoid ha un prologo ambientato nel Giappone del XVII secolo che ci introduce due personaggi chiave per la storia del film e per la mitologia di Mortal Kombat: Bi-Han e Hanzo Hasashi, meglio noti come Sub-Zero e Scorpion. Mostrati come acerrimi nemici, proprio come la storia del videogioco ci ha narrato, i due ninja soprannaturali hanno un ruolo cruciale all’interno del racconto e rappresentano un po’ il fulcro di questo film in una storia che parla di origini, vendetta ed eredità famigliare.

La sceneggiatura di Greg Russo e Dave Callaham e i plot twist che genera non sono raffinatissimi ma è lodevole quanta importanza sia stata data alla narrazione e al background dei personaggi in un film che nasce da un videogioco “di legnate”; infatti, se scorriamo l’elenco dei film tratti da vg picchiaduro, il Mortal Kombat 2021 è senz’altro quello narrativamente più articolato e complesso. Ma, ovviamente, nessuno dimentica le origini “di menare” e la centralità del film sono i combattimenti.

La dose di violenza, anche se mai estrema come quella del videogioco, è decisamente elevata, il sangue scorre e si spinge nello splatter con il climax delle celebri “fatality”, spesso mettendo in scena proprio le famose mosse dei videogiochi. I personaggi, ad eccezione del suddetto Cole Young, interpretato dall’artista marziale britannico Lewis Tan, sono molti di quelli che conosciamo e così sfilano Sonya Blade, Jax, Kano, Liu Kang, Raiden, Shang Tsung, Kung Lao, Mileena, Reiko, Nitara, Kabal, Goro oltre che Scorpion e Sub-Zero.

Ci si diverte con Mortal Kombat e questo è l’importante, tra schizzi di sangue, ossa rotte e arti strappati via, cercando di essere fedeli al materiale d’origine e dargli un’impronta cinematografica come mai era accaduto prima con la trasposizione di un picchiaduro. Qualcuno potrà storcere il naso per la mancanza del Mortal Kombat in questo Mortal Kombat, ma nell’ottica da “primo capitolo” di una ipotetica saga cinematografica questo tipo di costruzione narrativa ha un “perché” e dà il giusto afflato ad alcuni personaggi che al cinema, fino ad ora, erano stati un po’ bistrattati.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Si riesce a tirar fuori da un violento picchiaduro una trama sufficientemente complessa e strutturata.
  • Si alza di tanto l’asticella della violenza, per la gioia di tutti noi fan del videogame.
  • Combattimenti molto ben coreografati e spettacolari.
  • Il torneo di Mortal Kombat non c’è!
  • Alcuni personaggi che sui videogame hanno molta importanza qui sono poco più che una comparsa.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Mortal Kombat, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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