Night Swim, la recensione

Frutto di un accordo produttivo tra la Blumhouse di Jason Blum e la Atomic Monster di James Wan, che avevano già lavorato in sinergia per M3GAN, Night Swim rappresenta l’ulteriore passo che ha portato le due case di produzione specializzate in horror e fantastico a fondersi a inizio di quest’anno. Due realtà che hanno trovato la formula per raccontare con efficacia l’orrore del terzo millennio e che hanno dato vita a prodotti fino ad ora molto apprezzati dal pubblico. Night Swim segue l’orma degli high concept movies, ovvero film basati su un’idea di partenza molto forte e caratteristica, ma non riesce a tenere il passo per tutti e 100 i minuti di durata mostrandosi come un prodotto sì discreto ma che sicuramente avrebbe potuto dare di più in quanto a orrore e coinvolgimento.

Il campione di baseball Ray Waller è affetto da sclerosi multipla e ormai i campi da gioco sembrano un nostalgico ricordo, per questo motivo decide di prendere casa dove potersi curare e stabilirsi definitivamente con la sua famiglia che, fino ad ora, è stata costretta a frequenti trasferimenti per seguire la carriera sportiva di Ray. I Waller trovano l’abitazione ideale in una villa con piscina ceduta a buon prezzo ignorando che, proprio in quella casa, nel 1992 è scomparsa una bambina. Utile per seguire la sua terapia, Ray passa molto tempo in piscina e comincia a trarne un miracoloso beneficio, allo stesso tempo, sia sua moglie che i figli si fanno protagonisti di inquietanti episodi che hanno sempre nella piscina un insolito contesto.

Ispirato al suo omonimo cortometraggio del 2014 co-diretto con Rod Blackhurst, Bryce McGuire amplia in maniera inevitabilmente drastica il soggetto per renderlo adatto a una storia dall’ampio respiro. Così quella che era “solamente” una inquietante nuotata notturna si trasforma in un’articolata vicenda di malattia, speranza, desideri, spettri e possessioni. [Potete vedere il cortometraggio Night Swim direttamente qui sotto]

L’introduzione ambientata nel 1992, con la misteriosa scomparsa della bambina, è tanto classica quanto efficace, così come viene ben gestita la più canonica delle situazioni da film horror: una famiglia che si trasferisce in una nuova casa. Questa volta, a fare la differenza è il dramma che i Waller stanno affrontando, ovvero la malattia di Ray, campione del baseball che sta vedendo progressivamente la sua salute deperire: le gambe irrigidirsi, le mani tremare e quel futuro che sembrava roseo ormai sfumare. Bryce McGuire riesce a gestire con la giusta empatia e l’adeguata attenzione questa caratteristica della storia in modo da far uscire i suoi personaggi al di fuori dagli stereotipi creando anche la giusta pastura per gli sviluppi futuri.

Tra frequenti nuotate in piscina di tutti i membri della famiglia Waller e sporadiche apparizioni spettrali, Night Swim si trascina però in maniera ripetitiva e anche noiosa per tutto il primo atto e mezzo dimostrando che l’autore ha la giusta mano per creare la tensione (il gioco del vedo-non vedo con inquadratura da dentro l’acqua è notevole e ben utilizzato) ma anche che il film avrebbe necessitato di una sforbiciata proprio in questo macro-frangente introduttivo.

Dopo la scena madre del party in piscina, che poteva sicuramente offrire di più in quanto a enfasi orrorifica, Night Swim ha il vero twist che gli dona una gran personalità. Grazie all’inquietantissima e sottilmente malsana sequenza che vede protagonista Eve Waller (interpretata da una bravissima Kerry Condon) in visita ai precedenti proprietari della casa. Da quel momento, Night Swim acquista quella personalità che sembrava non avere a causa di troppi indizi che lo avevano già fatto bollare come “ghost story”, rivelandosi altro. Nulla di eclatante, parliamoci chiaro, ma un’idea originale dietro c’è.

Palese l’omaggio a The Amityville Horror che, a mano a mano, si fa sempre più evidente (sappiamo che il produttore James Wan è un grande fan del film di Stuart Rosenberg, già doverosamente omaggiato in The Conjuring – Il canso Enfield) e c’è una scena in particolare che ricorda tantissimo IT, ma lasciamo a voi il piacere di individuare questi easter eggs.

Nel cast, oltre alla già citata Kerry Condon, si distingue Wyatt Russell nel ruolo di Ray e Amélie Hoeferle in quello di sua figlia Izzy, vista di recente in Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente.

Insomma, se vi aspettate da Night Swim grandi emozioni e brividi a palate potreste rimanete delusi perché il ritmo – almeno nella prima metà – latita e al netto di una buon atmosfera generale non ci sono scene horror che entreranno nella storia. Allo stesso tempo, non è neanche quel disastro che si poteva evincere dalla percentuale bassissima su Rotten Tomatoes (il 22% ad oggi), ma un discreto horror estivo di quelli che fino a una ventina di anni fa erano simbolo delle rare e tardive uscite cinematografiche italiane raschia-barile di fine giugno o metà agosto.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Una piacevole e inattesa svolta finale.
  • Buone scene di tensione generate da una regia attenta.
  • Una prima parte lenta e ripetitiva.
  • Alcuni momenti dichiaratamente horror non hanno la forza di superare quel limite utile a farsi ricordare.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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