Non mi uccidere: abbiamo incontrato Alice Pagani, Rocco Fasano e gli ideatori del film
Dal 21 aprile abbiamo fatto la conoscenza dei sopramorti, affascinanti e letali creature della notte nate dalla fantasia della scrittrice Chiara Palazzolo e protagonisti di Non mi uccidere. A curare la regia dell’adattamento cinematografico del primo romanzo della trilogia è Andrea De Sica, che ha presentato alla stampa il film insieme agli attori protagonisti Alice Pagani e Rocco Fasano e i comprimari Silvia Calderoni, Sergio Albelli, Giacomo Ferrara, Anita Caprioli. Noi abbiamo incontrato il regista, i due attori protagonisti e il co-sceneggiatore Gianni Romoli… ed ecco cosa ci hanno raccontato!
“Ho cercato di raccontare una storia d’amore – esordisce Andrea De Sica – dove l’innamoramento ha dei contorni sfumati e ci si innamora di qualcosa che fa parte del mondo della notte, rimettendo in discussione la propria vita e gettandosi in una dimensione ignota. Possiamo definire il film anche una favola nera”.
A prender subito la parola è Gianni Romoli, co-sceneggiatore del film insieme allo stesso De Sica e al collettivo GRAMS, che aveva già firmato la sceneggiatura della serie Netflix Baby. Romoli, invece, ha una carriera quasi quarantennale e tra le sue opere ricordiamo la serie Fantaghirò di Lamberto Bava, gran parte dei film di Ferzan Ozpetek, Trauma di Dario Argento e soprattutto Dellamorte Dellamore di Michele Soavi.
Nel 2005 ho letto il romanzo della Palazzolo, la contattai e le chiesi i diritti per farne un film. Era da tempo che non facevo horror, da Dellamorte Dellamore, e avevo voglia. Con Chiara ci siamo subito scambiati pareri su come trasformare il film ma lei non voleva partecipare perchè era consapevole che avremmo fatto un film pop, molto meno filosofico del romanzo; ma per lei l’importante era che rimanesse integra la metafora del passaggio tra età adolescenziale e adulta. Non siamo riusciti a fare il film perché i produttori italiani non credevano nel cinema horror e dicevano che costava meno comprarne uno americano che girarlo da zero in Italia. È stato Andrea De Sica a riprendere il progetto pochi anni fa e a crederci, incoraggiato dal successo di Lo chiamavano Jeeg Robot che ha ridato fiducia ai produttori nel cinema di genere. Io avevo scritto la sceneggiatura di Non mi uccidere già diverse volte ed ero rimasto intrappolato in una visione precedente del film ma a dare una vera svolta e far sì che venisse fuori quello che vedete ora hanno contribuito molto sia De Sica che gli amici del collettivo Grams.
Poi interviene di nuovo il regista, chiamato a rispondere sulla presunta somiglianza tra il suo film e Twilight, stando all’iniziale strategia di marketing adottata dalla distribuzione che accostava idealmente le immagini di Mirta e Robin a quelle di Bella e Edward. Inoltre, fa riferimento alla dimensione femminile e adolescenziale del film.
Non ci siamo mai dati Twilight come reference per scrivere questo film, già il romanzo aveva una storia d’amore centrale nella storia, un romanzo anche precedente ai Twilight cinematografici! Twilight è un melò travestito da horror, il nostro film invece è davvero un horror ed entra in una dimensione più drammatica e più violenta con una certa audacia. All’estero tanto cinema d’autore ha un dialogo col genere, basti pensare a Nicolas Winding Refn, in Italia siamo ancora abituati a considerare l’autorialità sinonimo di realismo, quindi dramma, dialetto. Il concetto di paura è il filo conduttore tra tutti i miei lavori, la fascinazione del male, un’ambiguità che deve venire fuori da un mix di immagini e suoni.
Ideologicamente questo film ha una protagonista donna lì dove andiamo ad inserirci in un genere che di solito ha un protagonista maschio. Le donne hanno una particolare forza perché in questo caso le donne hanno l’ultima parola in un mondo che tende a sottometterle. Facendo Baby sono già stato vicino a tematiche femminili ed è proprio durante le riprese di Baby che abbiamo cominciato a sviluppare questo progetto con Alice. Quando si è adolescenti ci si sente soli, isolati, dei mostri e in questo film la protagonista deve imparare a sbranare questo disagio a sopraffarlo, quindi è una sorta di rivincita dell’adolescenza, senza nessuna discriminante di genere. Nella mia carriera questo è l’ideale terzo capitolo di una ipotetica saga sull’adolescenza.
Interviene Alice Pagani, protagonista nel ruolo di Mirta e già nota al pubblico per essere stata co-protagonista nella serie Netflix Baby, diretta proprio da Andrea De Sica.
Mirta si trasforma grazie all’amore e viene messa alla prova, soprattutto la sua purezza. La sua è una sfida per diventare grande, è un discorso comune per tutti gli adolescenti.
La donna che emerge in questo film non ha vergogna di provare paura e non ha paura di diventare carnefice, è costretta a proteggersi, sa rispondere e non si fa più mettere i piedi in testa. Credo sia un messaggio molto bello e importante.
È chiamato a intervenire anche Rocco Fasano, volto noto ai giovani telespettatori per aver preso parte alla serie teen Skam Italia, che in Non mi uccidere interpreta il misterioso Robin.
Robin prova una profonda delusione nei confronti del mondo ed è per questo motivo che si avvicina a un processo di autodistruzione e poi si butta in un amore totalizzante per Mirta, un amore che va oltre la morte.
La scena più difficile da girare è stata l’incontro/scontro che c’è alla fine perché bisognava coordinare l’aspetto più fisico con le battute. L’abbiamo ripetuta tante volte perché Andrea non si accontentava mai.
Io ho un fratello adolescente e quindi ho la fortuna di ricevere feedback diretti da lui su quello che faccio e credo che quello che si racconta nel film, questa rabbia portata agli estremi, è un argomento molto attuale, confermato anche da mio fratello. È importante parlarne per far sentire gli adolescenti meno soli e non solo intrattenerli.
Inoltre, Alice Pagani racconta un curioso aneddoto che lega le sue recenti scelte alimentari al film.
Durante Non mi uccidere sono diventata vegetariana perché mentre giravo il film mi sono messa nella parte di quella che mangia gli esseri umani e ho cominciato a considerare gli umani al pari degli animali da macello e questa cosa mi ha cambiato completamente la visione delle cose.
“Per me, fino a qualche mese fa era impensabile comporre una canzone – spiega la Pagani, interrogata sull’aspetto musicale del film, visto che ha anche cantato il pezzo finale insieme a Chadia Rodriguez – poi ho potuto sperimentare qualche cosa di più del personaggio anche attraverso la musica, grazie a questa canzone viene fuori l’anima di Mirta. Io porto nella canzone una parte più oscura lì dove la base è maggiormente trap”.
Poi Alice si commuove: “avevamo immaginato migliaia di ragazzi che, alla fine del film, si alzano dalle poltrone del cinema e iniziano a ballare in sala sulle note di Non mi uccidere… però il film non esce in sala e spero che possano ballare ed emozionarsi a casa”.
Potete vedere il video del singolo Non mi uccidere di Chadia Rodriduez e Alice Pagani qui sotto.
Non mi uccidere è disponibile in esclusiva digitale a noleggio dal 21 aprile distribuito da Warner Bros. Italia sulle principali piattaforme streaming (Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV, Sky Primafila e Mediaset Play Infinity).
Qui potete leggere la nostra recensione del film e qui sotto vedere due scene del film.
A cura di Roberto Giacomelli
Lascia un commento