Spiritika, la recensione

Durante una festa a casa di Linda e Jim, Brandon, ex fidanzato di Linda, propone di evocare lo spirito di un defunto con una tavoletta ouija. I presenti stanno al gioco e Brandon riesce a mettersi in contatto con David, lo spirito di un bambino morto in circostanze violente. Finito il party, quando tutti sono andati via, Linda si accorge che Brandon ha dimenticato lì la tavola ouija e prova da sola a rimettersi in contatto con David. Da quella notte cominciano ad accadere cose strane dentro casa e Linda è come ossessionata dalla tavola ouija, che usa sempre più frequentemente. Quando le persone vicine alla donna cominciano a morire in circostanze misteriose, Jim comincia a pensare che Brandon e Linda abbiano liberato un terribile spirito assassino.

Prima del successo con La notte dei demoni (1988), Kevin S. Tenney esordiva nel 1986 con Spiritika (Witchboard, in originale) un piccolo horror scritto quando era ancora uno studente alla University of Southern California, destinato a diventare un cult tra gli appassionati. La tematica affrontata non è di certo nuova, il filone gotico del ventennio precedente aveva affondato gli artigli sulle sedute spiritiche proprio come farebbe un falco con la sua preda, ma la piega che Tenney ha donato al suo film portato Spiritika a distinguersi e fare tendenza.

Witchboard

Lo spunto che sta alla base del film è semplice e si adagia su circostanze perfino troppo ancorate ai cliché del genere, a cominciare dalla troppa facilità con cui i protagonisti riescono a mettersi in contatto con lo spirito. L’abilità di Tenney sta nell’evolvere la narrazione affidandosi a un intreccio a metà tra lo slasher e il giallo classico (con tanto di polizia che indaga sulle morti) pur dando per scontata l’implicazione soprannaturale di uno spirito assassino.

Ottimi alcuni momenti di suspense che anticipano le morti dei personaggi (in particolare quella della medium dal look punk!) e molto buona la lunga parte finale con colpo di scena annesso. Meno efficace la caratterizzazione di alcuni personaggi – uno per tutti Brandon, l’esperto di spiritismo – e soprattutto la recitazione di alcuni attori, tra i quali l’unica a farsi realmente notare è la protagonista Tawny Kitaen, nota al pubblico per un ruolo in Bachelor Party e con un piccolo periodo di fama televisiva per il ruolo di Deianira nella serie tv cult Hercules.

Witchboard

Modesta ma efficace la dose di violenza e gore che condisce il film, mentre l’immancabile siparietto sexy è fornito da un nudo totale proprio della Kitaen nel topico momento della doccia.

Purtroppo, Kevin Tenney perderà la nomea di promessa dell’horror già all’indomani di La notte dei demoni, ma nel 1993 ha firmato anche il poco memorabile Spiritika 2 – Il gioco del diavolo. Esiste anche un terzo poco raccomandabile capitolo, da noi uscito col titolo A letto con il demonio (1995), diretto da Peter Svatek e solo sceneggiato da Tenney, oltre che una sorta di remake non ufficiale, Long Time Dead del 2002.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Alcuni buoni momenti di tensione.
  • L’idea di base è molto accattivante.
  • Non tutti gli attori sono bravi e alcuni personaggi sono caratterizzati in maniera approssimativa.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Spiritika, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.