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Songbird, la recensione
Ci sono film che riescono a cogliere la contemporaneità ed analizzarla, a volte perfino anticipare quello che il sociologo Edgar Morin definiva l’espirit du temps. In gergo si chiamano instant movie e spesso partono da un dato fatto di cronaca o di rilevanza per l’attualità per dar vita a una storia originale o un mero resoconto dei fatti fictionalizzati. Songbird di Adam Mason è un instant movie che prende il “la” da un evento della nostra contemporaneità, la pandemia da covid-19, e lo sviluppa in un fanta-action che racconta l’oggi incastonandolo in un domani molto vicino.
Into the Dark: Fateci entrare, la recensione
Nono appuntamento con Into the Dark, la serie antologica targata Blumhouse destinata al circuito televisivo, recentemente distribuita in Italia da RaiPlay. Una serie di lungometraggi slegati tra loro, dodici (a stagione) come i mesi dell’anno, il cui unico punto in comune è quello di svolgersi durante una festività.
Seguendo quella che è da sempre la sua filosofia produttiva e imprenditoriale, Jason Blum ha deciso anche per questa serie di dare spazio a registi emergenti o quantomeno alla caccia della grande occasione per farsi conoscere al grande pubblico, lasciando loro carta bianca per quanto riguarda l’interpretazione delle tematiche e delle festività affidategli. Un’impostazione che sta dando vita ad una serie di episodi variegati sia dal punto di vista stilistico che, soprattutto, di quello qualitativo con film davvero meritevoli ai quali fanno da contraltare altri dal valore decisamente deludente.
Into the Dark: Pesce d’Aprile, la recensione
Giunti al settimo lungometraggio della prima stagione di Into the Dark, ci troviamo immersi nella più bastarda ricorrenza annuale, il 1° aprile, quando cade il famigerato “pesce d’aprile” che dà anche il titolo italiano a questo episodio che, in originale, si chiama invece I’m Just Fucking with You.
Come è noto, prima che nel XVI secolo fosse istituito il nuovo calendario Gregoriano, il Capodanno cadeva tra il 25 marzo e il 1° aprile. Quando nel 1582 il calendario Gregoriano rimescolò le carte in tavola, in molti non erano a conoscenza di questo cambiamento e continuarono a festeggiare l’entrata del nuovo anno il primo giorno di aprile, da qui la pratica di canzonare chi non stava sul pezzo con scherzi che lo illudessero che la propria convinzione fosse giusta, da qui “pesci” in quanto gli ingenui “abboccavano all’amo” dello scherzo.