Archivio tag: belen rueda

The Orphanage, la recensione

Laura ha acquistato l’orfanotrofio in cui è cresciuta da bambina e ora, insieme a suo marito Carlos e al figlio adottivo Simon, ha intenzione di trasformare l’edifico in una casa-famiglia dove accudire bambini disabili. Il giorno dell’inaugurazione, il piccolo Simon, dopo un litigio con la madre, scompare senza lasciare traccia. Da quel momento la vita di Laura e Carlos ha una brusca caduta, i loro sogni sono infranti e, per di più, la donna percepisce delle strane presenze dentro casa, forse le stesse di cui parlava anche Simon senza essere creduto dai genitori. Passati nove mesi dalla scomparsa del bambino, i due genitori non hanno ancora smesso di cercarlo e come ultimo tentativo si rivolgono a un team di parapsicologi per far loro analizzare l’abitazione, convinti che le presenze che probabilmente vi abitano possano sapere dove è finito il bambino.

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Oscure visioni in DVD: La notte che mia madre ammazzò mio padre, Alcolista, Dove cadono le ombre

Vi parliamo oggi di tre titoli, tutti racchiusi sotto il marchio CG Entertainment, che sono da poco disponibili sul mercato dell’home video in edizione DVD. Tre film molto diversi fra loro che spaziano dal grottesco al dramma psicologico ma tutti capaci di riflettere sull’oscuro tema della “morte”. C’è chi la butta sulla risata, chi rincorre uno stile ossessivo e chi, invece, necessita il rifugio in fatti e misfatti di una Storia più o meno recente. Linguaggi diversi per pubblici altrettanto differenti. Vi parliamo dello spagnolo La notte che mia madre ammazzò mio padre e dei nostrani Alcolista e Dove cadono le ombre.

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La notte che mia madre ammazzò mio padre, la recensione

La notte che mia madre ammazzò mio padre è una commedia spagnola che fa qualcosa di inusuale. Gioca forte sul mix di generi e di influenze, non cerca necessariamente i suoi motivi scandagliando l’attualità, rifiuta l’estetica televisiva che tanto piace alla commedia italiana. È, nella sua essenza, un’esperienza di puro cinema. È diretto dalla regista e sceneggiatrice Inés Parìs, sullo spunto, debitamente deformato, di testimonianze di vita vissuta virate al farsesco.

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