Archivio tag: Gabriele d’Annunzio
Venezia78. Qui rido io, la recensione
“Vincenzo m’è padre a me!”, ripete meccanicamente Peppiniello in Miseria e nobiltà innescando il tormentone comico. Una frase entrata nella storia del teatro, del cinema, della commedia italiana nel suo complesso, grazie all’estro di Eduardo Scarpetta, uno dei più grandi commediografi della Storia del nostro Paese, creatore della maschera comica Felice Sciosciammocca (portato al cinema con grande successo da Totò) e padre biologico di Eduardo, Peppino e Titina De Filippo, ovvero il trio di talenti più importante della scena teatrale italiana del dopoguerra per almeno un trentennio.
Mario Martone, che oltre ad essere un uomo di cinema è un uomo di teatro, cattura l’immagine di Eduardo Scarpetta e il personaggio che ne è scaturito per fornirne una descrizione costantemente in bilico tra realtà e scena. Qui rido io, in concorso alla 78ª Mostra del Cinema di Venezia e al cinema dal 9 settembre, fornisce uno spaccato limpido di un’epoca, la Napoli della Belle Époque, di un contesto, l’ambiente artistico teatrale, e affronta la tematica della paternità, intesa tanto dal punto di vista biologico quanto da quella prettamente artistico.
Il Cattivo Poeta, la recensione
1936. Il bresciano Giovanni Comini è stato appena eletto federale. Giovanissimo e ancora inesperto, zelante nei confronti del Partito Fascista che in quel periodo si prepara a compiere una vera ascesa nella politica internazionale. Una mattina come tante, Comini riceve una chiamata importantissima. Dall’altra parte del telefono c’è Achille Starace, segretario del Partito Fascista e numero due del regime. Starace convoca a Roma il giovane federale per affidargli una missione di estrema delicatezza: Comini deve recarsi immediatamente a Gardone Riviera, sulla sponda del Lago di Garda, ed insediarsi all’interno del Vittoriale per sorvegliare da molto vicino Gabriele d’Annunzio, il poeta Vate.