Archivio tag: omofobia al cinema

Tre manifesti a Ebbing Missouri, la recensione

Presentato in concorso alla 74esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Three Billboards Outside Ebbing, Missouri è il terzo film del regista Martin McDonagh (In Bruge, 7 psicopatici).

Un successo eccezionale sia di critica (si è guadagnato un lunghissimo applauso in sala stampa) che di pubblico, che alla prima in Sala Grande ha fatto tremare le pareti tra applausi e standing ovation.

La vita della relativamente tranquilla cittadina di Ebbing in Missouri viene sconvolta quando Mildred Hayes (Frances McDormand) affitta tre immensi cartelloni pubblicitari rimasti a lungo inutilizzati lungo una delle strade secondarie di collegamento alla città. “Stuprata mentre moriva”, “Ancora nessun arresto”, “Perché sceriffo Willoughby?”, sono le parole che la donna, dopo mesi di silenzio sulle indagini per la morte della figlia, stuprata, uccisa e data allae fiamme nove mesi prima, ha deciso di imprimere nella memoria di tutti i cittadini e soprattutto delle forze dell’ordine.

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Valutazione: 10.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Pazza Idea – Una Nuova Odissea Greca, la recensione

Pazza Idea – Una nuova Odissea greca, presentato al Festival di Cannes 2014 nella sezione Un Certain Regard, è il quarto lungometraggio del regista greco Panos H. Koutras. L’Odissea del titolo, allude al viaggio intrapreso da Dany e Odysseus, albanesi da parte di madre. Per ottenere la cittadinanza greca, i due fratelli partono alla ricerca del padre, che li ha abbandonati senza averli mai riconosciuti. Da Atene a Salonicco, affronteranno un percorso ricco di imprevisti e situazioni ai limiti del surreale.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Dallas Buyers Club, la recensione

Quando al cinema si affronta un tema come la malattia, c’è sempre un rischio enorme di cadere nel facile polpettone melodrammatico, con scivoloni nel patetismo che in un batter d’occhio possono letteralmente uccidere l’opera. Questo lo avevano capito, per fare un esempio tra i più recenti, il regista Jonathan Levine e lo sceneggiatore Will Reiser che con il bel film 50/50 erano riusciti a trattare la storia del giovane malato di cancro Joseph Gordon- Levitt con la leggerezza di una commedia. Craig Borten, lo sceneggiatore di Dallas Buyers Club, non prende la strada della risata amara ma riesce allo stesso modo ad evitare qualsiasi tentativo di buttarla in lacrima, di annaspare nel manieristico universo del patetico cinematografico e nel film diretto da Jean-Marc Vallée centra in pieno l’obiettivo.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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