Tre manifesti a Ebbing Missouri, la recensione

Presentato in concorso alla 74esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Three Billboards Outside Ebbing, Missouri è il terzo film del regista Martin McDonagh (In Bruge, 7 psicopatici).

Un successo eccezionale sia di critica (si è guadagnato un lunghissimo applauso in sala stampa) che di pubblico, che alla prima in Sala Grande ha fatto tremare le pareti tra applausi e standing ovation.

La vita della relativamente tranquilla cittadina di Ebbing in Missouri viene sconvolta quando Mildred Hayes (Frances McDormand) affitta tre immensi cartelloni pubblicitari rimasti a lungo inutilizzati lungo una delle strade secondarie di collegamento alla città. “Stuprata mentre moriva”, “Ancora nessun arresto”, “Perché sceriffo Willoughby?”, sono le parole che la donna, dopo mesi di silenzio sulle indagini per la morte della figlia, stuprata, uccisa e data allae fiamme nove mesi prima, ha deciso di imprimere nella memoria di tutti i cittadini e soprattutto delle forze dell’ordine.

A nulla servono i tentativi di rassicurazione (e dissuasione) dello sceriffo Bill Willoughby (Woody Harrelson), uomo ligio al dovere e rispettato da tutta la comunità, a cui a causa del cancro, restano solo pochi mesi di vita. Mildred sembra inarrestabile e inconvincibile, ma la strada verso la verità è lunga e carica di dolore.

Three Billboards Outside Ebbing, Miossouri trova la sua forza in una sceneggiatura solida, fatta di umorismo nero e parole pesanti come macigni, ma sempre consegnate con una confezione accattivante. Risate e tensione si mescolano creando un equilibrio che impedisce al pubblico, anche alla seconda visione (provare per credere!), di perdere la concentrazione. Una storia originale dalle tinte pulp, ma dove l’intrattenimento si mescola a chiari intenti di denuncia alle discriminazioni, di tipo razziale, di genere e sessuale.

Frances McDormand domina la scena. La sua Mildred è una donna dura, intransigente e carica di rabbia, che riversa sugli altri a ogni occasione. Un atteggiamento che cela risentimento anche verso sé stessa, al ricordo del rapporto con la figlia pieno di parole che potevano essere non dette e azioni che potevano essere fatte diversamente. Una durezza che l’attrice ha voluto rendere visivamente deprivando Mildred di gran parte della sua femminilità, ispirandosi per mimica e movenze del personaggio a… John Wayne.

Nel film non si vede, perché è stato tagliato, ma cammino come lui” asserisce l’attrice scherzando con il regista che replica prontamente “no, si vede”.

Attorno alla sua figura ruota un mondo di personaggi tratteggiati con forza, pensati evidentemente su misura per i loro interpreti (la maggior parte del cast aveva già lavorato con il regista) che li indossano come un guanto.

Il Bill di Woody Harrelson è un uomo di principi, ma calato e adattato alla dimensione in cui vive e dalla quale cerca di ricavare il meglio. Rivela un’inaspettata saggezza finendo per svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo emotivo e nella maturazione di coloro che lo circondano.

Tra questi spicca il detective Jason Dixon (Sam Rockwell), forse il personaggio più sfaccettato e interessante dell’intera vicenda. Razzista, violento e omofobo, che a quarant’anni vive a casa con la mamma, Dixon rappresenta quella faccia dell’umanità (e dell’America in questo caso) che è il risultato dell’ambiente chiuso in cui vive e cresce. Sam Rockwell è esilarante nel rendere al meglio i “tumulti” (non interiori, li vedono tutti!) di un personaggio che apparentemente è tutto pugni, sarcasmo ed emotività, ma che infine regala alcune delle svolte più interessanti della storia, scoprendosi un ottimo detective e un essere umano migliore.

Tra i protagonisti assoluti di Three Billboards Outside Ebbing, Missouri troviamo anche il paesaggio. La statale lungo la quale sono collocati i tre imponenti “billboards”, di un rosso acceso che si staglia tra il verde e l’azzurro dell’ambiente circostante, è il palco su cui si consuma il dramma principale e il luogo dove, ciclicamente, vediamo radunarsi in cerca di risposte tutti i personaggi della nostra storia.

Three Billboards Outside Ebbing, Missouri, è il film che tutti ci auguriamo di incrociare in occasione di un festival (e non solo), in grado di far riflettere ed emozionare, ma senza rinunciare ad intrattenere. Divertente, dinamico, emozionante, violento, malinconico, ben scritto, ben interpretato… è la prova che ancora oggi si ha la possibilità di raccontare storie originali e di valore, senza necessariamente riadattarle da romanzi o ricorrere ad espedienti tecnico-narrativi troppo sperimentali e oscuri.

Il consiglio, naturalmente, è di non perdervelo.

Susanna Norbiato

PRO CONTRO
  • Sceneggiatura perfetta e bellissimi dialoghi.
  • Interpreti eccezionali.
  • Una storia bella, bella, bella.
  • Potrebbe commuovervi.
  • Potreste arrabbiarvi.
  • In ogni caso non vi lascerà indifferenti.
  • Dovrebbero farne di più.

 

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