Archivio tag: ozploitation

Sweet Country, Il ritorno dell’Australian New Wave al Festival di Karlovy Vary

Il western è il genere chiave dell’identità nazionale americana, sia nella sua versione classica, che esaltava il mito della colonizzazione della frontiera, sia in quella “revisionista” esplosa a fine sessanta, che lo ripudiava, adottando per la prima volta il punto di vista dei nativi e individuando una sostanziale continuità tra l’etnocidio degli indiani compiuto nel XIX secolo e l’imperialismo globale del XX. Allo stesso modo, il cinema australiano scopriva l’identità aborigena nel corso degli anni settanta, con una serie di pellicole che, in vario modo, hanno tutte evidenziato una lacerante contraddizione tra lo “stato di natura” della cultura locale e il “Leviatano” della modernità coloniale. Basti citare i classici di Peter Weir Picnic ad Hanging Rock (1975) e L’ultima onda (1977) o le due produzioni britanniche L’inizio del cammino (1971), di Nicolas Roeg, e L’australiano (1978), di Jerzy Skolimowski.

VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)

Mad Max: Fury Road, la recensione

Quando nel 1979 usciva nei cinema Mad Max, da noi rititolato Interceptor, nessuno si sarebbe immaginato che quel piccolo film non solo si sarebbe contraddistinto tra i più redditizi ozploitation di sempre, ma avrebbe fatto tendenza dando vita a un vero e proprio filone cinematografico. Oggi, a distanza di trent’anni precisi dall’ultimo atto di una trilogia che si era conclusa con Mad Max: Oltre la sfera del tuono, il “folle” torna sul grande schermo con una veste tutta nuova ma la stessa grinta e lo stesso regista che firmò i tre capitoli d’origine, l’australiano George Miller.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)