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Prey, la recensione del prequel di Predator

Nel 1987 un film di medio budget (15 milioni di dollari) indirizzato al pubblico del cinema action, visto il ruolo di protagonista affidato all’allora lanciatissimo Arnold Schwarzenegger, avrebbe cambiato per sempre l’approccio a una determinata fantascienza; parliamo di Predator, l’opera che di fatto ha lanciato la carriera di John McTiernan permettendogli di dirigere, l’anno seguente, il blockbuster Die Hard – Trappola di cristallo. Se fino a quel momento l’alieno era un essere che privava l’uomo della propria coscienza e identità, oppure una terrorizzante creatura ferina che agisce solo nello spazio profondo, o ancora un affettuoso e simpatico ometto con poteri taumaturgici, non avevamo mai visto un crudele cacciatore antropomorfo con fisico statuario che si sposta di pianeta in pianeta in cerca di prede. Dunque, non più l’orrore subdolo da Guerra Fredda, ne l’immagine rassicurante di un incontro ravvicinato pacifico, stavolta l’alieno è ostile e tangibile e tratta l’essere umano alla stregua di un animale chiedendo un confronto fisico, seppur non alla pari.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Prey: poster e trailer italiani del quinto capitolo della saga di Predator

Da qualche anno si parla della possibilità di vedere un nuovo capitolo della saga fanta-horror di Predator, nonostante il reboot del 2018 di Shane Blake sia stato un parziale flop al botteghino. Ora tutto tutto si è concretizzato: Predator 5 si intitola Prey, è un prequel ambientato nel 1700 tra i Nativi d’America e debutterà il 5 agosto anche in Italia, purtroppo non al cinema ma direttamente in streaming su Disney+ nella sezione per adulti STAR. Oggi possiamo mostrarvi il poster italiano ufficiale e il suggestivo trailer. 

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Prey, la recensione

Quello tra il genere horror e la piattaforma di streaming più famosa e potente del pianeta, ossia Netflix, è un rapporto a dir porco tormentato, dagli equilibri precari e ancora tutti da trovare e, soprattutto, caratterizzato da un andamento altalenante tra luci, poche a dirla tutta, e ombre, tante forse troppe. Una situazione di stasi derivata dal fatto che il colosso mondiale non ha ancora individuato una linea produttiva ben precisa da seguire ed anzi cade spesso nell’errore di voler accontentare diverse fasce di appassionati, cercando di strizzare l’occhio sia ai veterani del genere che al pubblico più giovane, o addirittura a chi di horror ne mastica poco. Insomma, la logica è quella del “un colpo al cerchio e uno alla botte” che però non ha mai portato lontano.

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Valutazione: 5.5/10 (su un totale di 2 voti)
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